Rossi: Viareggio, sì ricorso. Menesini: Giorgio si ricandidi

13 luglio 2016 | 13:09
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Rossi: Viareggio, sì ricorso. Menesini: Giorgio si ricandidi

La sentenza del Tar che ha annullato le elezioni amministrative 2015 a Viareggio? Lascia l’amaro in bocca. Lo dice Luca Menesini, il sindaco che a Capannori, ha raccolto il testimone di Giorgio Del Ghingaro e che ora invita il suo predecessore a non mollare e a ricandidarsi a Viareggio. Ma è il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, a spingersi forse oltre parlando di un “Del Ghingaro pienamente legittimata” a governare a Viareggio e quindi con tutte le carte per presentare ricorso al Consiglio di Stato per impugnare la sentenza del Tar.
Al riguardo Menesini è più cauto. “Penso – osserva – che le sentenze vadano rispettate, e quindi è giusto che la città di Viareggio torni a votare. Come uomo delle istituzioni, però, permettetemi una riflessione. In questo anno la città di Viareggio è stata amministrata con passione e competenza. Due qualità che i cittadini non vedevano da tempo. Interrompere questo processo, seppur corretto, lascia l’amaro in bocca. Perché Viareggio ha bisogno di amministratori che lavorino a testa bassa per riportarla alla sua storica bellezza. E adesso deve di nuovo attendere per avere continuità”.

“Come politico, infine, mi auguro che Giorgio Del Ghingaro – spiega Menesini – si ripresenti e che stavolta sia il candidato di tutte le forze politiche del centrosinistra. È giunto il momento che la politica si dimostri all’altezza delle aspettative delle persone. Sentenze a parte, un cambiamento a Viareggio è iniziato. Che il centrosinistra lo porti avanti compatto, adesso ne ha l’opportunità. Viareggio merita passione, competenza e sogno. Fatelo e fatelo tutto insieme”.
Rossi è convinto: “Le sentenze non di discutono, se ne prende atto. Ma è ovvio che anche i giudici possono sbagliare: per questo è prevista la possibilità di ricorrere in appello – osserva -. Detto questo, sono molto preoccupato: Viareggio è già stata commissariata due volte. Oggi abbiamo bisogno di governi stabili e di evitare che ci sia un’interruzione nell’azione amministrativa”.
“Ad ogni modo mi pare evidente – prosegue Rossi – che l’elezione di Giorgio Del Ghingaro a sindaco della città di Viareggio nella sostanza non viene toccata da questa sentenza. Ricordo a tutti che al secondo turno Del Ghingaro ha vinto con oltre il 60% ed è quindi pienamente legittimato a governare la città. Per questa ragione, anche allo scopo di evitare che una città importante della Toscana si trovi nuovamente commissariata, ho chiesto all’avvocatura regionale di studiare le carte per verificare, qualora vi fossero gli elementi, la possibilità di addivenire a un ricorso. Ora nell’interesse dei cittadini dobbiamo continuare a lavorare, senza perdere un minuto. Anzi, questa sentenza mi spinge personalmente ad essere ancora più vicino a Del Ghingaro e alla sua collettività”.
Di segno opposto l’analisi che giunge dal Movimento Cinque Stelle di Viareggio: “Che si potesse ritornare alle elezioni qualcuno lo aveva pure venitlato, ma in realtà la distanza che separava il vincitore delle scorse elezioni con i due sfidanti al ballottaggio, non lo lasciava di certo prevedere – è il commento -. Ora il Tar si è espresso per un ritorno integrale al voto e a meno di un appello al consiglio di stato di Del Ghingaro, che per orgoglio personale aveva sempre escluso, le sentenze per noi si rispettano fino in fondo, sperando anche che qualcuno stavolta paghi di persona per gli errori commessi. Fatto è che una analisi di quanto accaduto fino a d ora, ci porta a capire come i problemi della nostra Viareggio siano solo destinati ad aumentare e non certo a risolversi. Non si potrà mai dire di non aver combattuto da parte del M5S di Viareggio questo sindaco e la sua giunta, fin dall’inizio delle sue aspirazioni. E dopo un anno, ecco con 675 schede ‘smarrite’, fallimenti di partecipate come piovesse, patrimonio pubblico in svendita, progetti di fantomatici forni crematori, sicurezza zero, aziende pubbliche trasformate in srl, due fontane ripulite a Viareggio si riva ad elezioni. E a sottolineare tutto ciò, con le nostre interrogazioni e mozioni presentate anche se pur bocciate, un inefficace consiglio di maggioranza da noi ribattezzato corte di Giorgio I, che niente ha fatto se non piegarsi all’unica volontà di questo sindaco. Cose di casa nostra, abbiamo detto, quelle di cittadini che approfittando della confusione degli uffici hanno scelto di non esserci, di non pagare, di rimanere indifferenti, di non partecipare alla vita politica della città, perchè forse troppo distante dai loro interessi anche di bottega, ma a che pro?”.