Isole ecologiche, ironia di Nannipieri sulle istruzioni

26 luglio 2016 | 11:34
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Isole ecologiche, ironia di Nannipieri sulle istruzioni

Dallo scorso 18 luglio le isole ecologiche del centro storico sono a servizio esclusivo dei residenti, che possono autenticarsi attraverso la tessera sanitaria o una chiave con tecnologia di identificazione a radiofrequenza (Rfid). È stata questa la prima azione pensata da Sistema Ambiente e dal Comune di Lucca per arrivare, nel mese di settembre, a rendere effettive tutte le modifiche nel sistema di raccolta dei rifiuti necessarie a un maggiore decoro all’interno della città murata. Già in passato c’erano stati dei tentativi di riservare ai residenti l’utilizzo delle isole ecologiche: esperienze dalla vita breve perché il dispositivo che avrebbe dovuto leggere la tessera sanitaria non aveva funzionato correttamente. Sistema Ambiente è corsa ai ripari, dotando l’apertura dei torrini della differenziata di un nuovo dispositivo, in grado di leggere anche i dati della chiave elettronica di accesso attualmente in distribuzione per le utenze domestiche del centro storico. Fin qui tutto bene. Ma nella pratica quotidiana pare che le cose si complichino un po’.

Lo evidenzia sul suo profilo Facebook, con ironia e garbo, Antonio Nannipieri, uno dei promotori del comitato lucchese di Sinistra italiana che se la prende con le istruzioni per l’uso: “Anzitutto – scrive – la sequenza delle operazioni è esposta dal basso verso l’alto, contro le consolidate convenzioni occidentali; le ricerche mostrano che non conta la vicinanza al punto di attenzione, la gente è abituata a leggere le sequenze dall’alto in basso e questo è già disorientante. Dice di premere il pulsante, ma in realtà quello non è un pulsante da premere, non si muove, non rientra, è invece un tasto a led circolare, che a riposo è verde, poggiando il dito il led si spegne (questo è fondamentale perché attiva la procedura, ma non viene detto), solo allora si può andare avanti. Dice di inserire la tessera sanitaria nell’apposito alloggio con un certo orientamento, o passare a fianco la «chiave elettronica di accesso» (non si sa perché tra virgolette a sergente, forse per sottolinearne la modernità futuristica, laddove per la tessera sanitaria, ormai attestata nelle prassi burocratiche, è sufficiente la semplice sottolineatura), a parte che nel linguaggio comune non è certo una chiave, è una scheda/tessera, e questo – posso assicurare – a molte persone almeno all’inizio crea ulteriore disorientamento. Dopo il passaggio della chiave o l’inserimento della tessera si deve attendere il bip (che in realtà somiglia più a un fischio, ma bip è più moderno e globale, comunque questo non crea ambiguità), e c’è il responso finale: luce rossa o verde; se tutto va bene è luce verde e lo sportello si sblocca. Problemi strutturali peggiori sono: il fatto che in piena luce il led non si vede, non si capisce se è acceso o spento (e la gente, quelli bravi che hanno capito l’importanza di questo passaggio, fa ombra con la mano); il fatto che a volte il suono non lo fa (magari si è sbagliato qualcosa nella sequenza); il fatto che a volte (e questo è comprovato) dopo il suono e la luce verde lo sportello non si sblocca (forse è un difetto del gancio, o forse non scatta la luce rossa come dovrebbe)”.
E Nannipieri finisce col chiosare: “Per forza si creano facilmente dei crocchi di persone davanti all’isola ecologica, che sono la salvezza, perché la gente coopera, condividendo le esperienze con il sistema e così riuscendo a mettere insieme tutti i tasselli, prestando le tessere, in qualche caso chi riesce ad aprire permette agli altri di mettere i loro sacchetti (però in prospettiva questo è punitivo, perché a logica credo che chi conferisce più rifiuti finisca per pagare di più, e la solidarietà popolare prima o poi verrà meno)”.
Come a dire che, in fondo, nonostante le difficoltà, possiamo sempre vedere il bicchiere mezzo pieno – almeno per ora.