Maniglia (Ln): “Stop violenza sulle donne”. Salvini: una preghiera per Vania

Marcella Maniglia, responsabile organizzativo provinciale della Lega Nord Lucca e componente della commissione regionale delle pari opportunità interviene sull’omicidio di Vania Vannucchi, la donna bruciata viva dall’uomo con cui aeva interrotto una relazione: “Circa 70 anni fa le donne conquistarono il diritto al voto – dice – oggi vorrebbero poter lasciare il proprio partner senza rischiare di essere uccise. Accade che una donna venga data viva alle fiamme a Lucca, così come è accaduto altrove. Cambia il teatro, cambiano gli attori, ma la storia rimane la stessa, i diritti delle donne vengono violati. Dopo anni passati a introdurre il reato di stalking, arriva il presidente autoeletto a depenalizzarlo, così che coloro che non hanno coscienza e senso civico, ora non hanno neanche un reato per cui essere puniti”.
Anche il leader della Lega Nord ha commentato la brutale uccisione di Vania. “Lucca e Caserta – ha scritto su Facebook -, due donne uccise da ex compagno e marito. Ma come è possibile che, ancora nel 2016, ci siano vermi che invece di ragionare, discutere e capire, ammazzano e distruggono? Due preghiere per Vania e Rosaria”. “Il buonsenso di molti suggerisce il rispetto – prosegue Maniglia – ma lì dove quest’ultimo non è presente, occorrono pene più severe e soprattutto certezza della pena. Se la presidente della Camera, Laura Boldrini, al posto di fossilizzarsi su problemi futili come il nome con cui la si appella, presidenta al posto di presidente, se al posto di sponsorizzare culture lontane da noi, come l’uso dello chador, si occupasse dei problemi reali con cui combattono quotidianamente le donne, forse e dico solo forse, un pezzettino di strada in più verso la conquista del diritto al rispetto, si sarebbe fatta. Lo chiamano femminicidio, tanto per inquadrarlo in una categoria ben precisa di crimini orrendi, ma etichettarlo non serve a fermarne il numero crescente. Quante Vania, Sara, Maria eccetera dovranno ancora subìre violenza e soprusi, prima che dei provvedimenti reali vengano presi da un punto di vista legislativo? Quante botte, violenze fisiche, psicologiche e morali dovranno sopportare le donne indifese, prima di poter dire no e vedere che il proprio diniego venga rispettato? Occorre educare fin da bambini al rispetto, per creare adulti coscienti e consapevoli invece che aguzzini mostruosi ma, nel caso in cui l’educazione fallisse o mancasse, occorrono anche strutture adeguate come le carceri, capaci di contenere tanta rabbia e tanta ferocia”.