Per Lucca: “Unioni dei Comuni obbligatorie al posto delle Province”

6 agosto 2016 | 09:35
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Per Lucca: “Unioni dei Comuni obbligatorie al posto delle Province”

Riforma delle Province, dopo i dubbi sollevati dal presidente Luca Menesini interviene il movimento civico Per Lucca e i suoi paesi: “Abbiamo letto con attenzione le dichiarazioni del presidente Menesini – dice –  in merito alla politica regionale nei confronti delle province. Purtroppo il nostro movimento, già da alcuni anni, ha messo in guardia i cittadini ed il mondo politico sugli esiti nefasti per i territori e per le città medie della soppressione delle province. Tale atto avrebbe inevitabilmente significato, in assenza di una legge statale chiara e precisa, il mettere in mano alle regioni la totalità del governo e dell’amministrazione delle realtà locali. I Comuni infatti, da soli, non hanno i mezzi né la dimensione territoriale per subentrare nelle funzioni provinciali”.

“L’abolizione dunque non è altro che un enorme atto di accentramento dei poteri – prosegue Per Lucca – e della macchina burocratico amministrativa nelle mani delle Regioni. Le Regioni, come noto, sono i maggiori centri di spreco dell’amministrazione pubblica italiana e quindi, inevitabilmente non avremo alcun risparmio. Basta qui vedere cosa sta facendo la regione autonoma Friuli Venezia Giulia, la quale, al posto di quattro province, darà vita a ben diciotto unioni di comuni obbligatorie e a una città metropolitana (Trieste). Si tratta di un’assurda moltiplicazione delle sedi istituzionali che la Toscana sta imitando. In Toscana infatti avremo uno spappolamento delle competenze tra regione, aree vaste, unioni di comuni, consorzi di bonifica e non si sa ancora cosa (per i Comuni che nelle unioni non possono entrare e Lucca è uno di questi). Piuttosto che un caos del genere avrebbe avuto senso trasformare le province in unioni di comuni obbligatorie e passar loro tutte le competenze oggi accentrate o decentrate a casaccio con costi futuri incalcolabili e sicuri disservizi per cittadini ed aziende. Il coraggio di una scelta del genere sono mancati a Renzi e Delrio e ora le regioni, come cavallette, hanno libertà di devastare i territori”.
“A questo punto è lecito chiedersi come mai nessun partito – prosegue il movimento civico – abbia avuto il coraggio di opporsi all’abolizione, battendosi al contrario per ridimensionare o addirittura sopprimere le regioni. Solo la Lega riuscì a rantolare una sbiadita perplessità. Il resto del centro destra, annichilito, tacque. Il Pd seguì acriticamente le impostazioni governativa. Il Movimento Cinque Stelle, con la solita mancanza di originalità, si fece il più antiprovince tra gli antiprovince. Anche il buon Menesini, oggi a capo di un organismo moribondo, non fece altro che attenersi agli ordini. Ovvio che se oggi, nel Pd toscano, esistesse una forte volontà per opporsi alle politiche di Rossi e per proporre, in alternativa, la trasformazione delle odierne province in unioni di comuni con competenze vere si potrebbe invertire la rotta. Invitiamo dunque Menesini a dar corpo alle sue dichiarazioni e a lavorare nel suo partito, magari insieme agli altri presidenti e ai consiglieri regionali che vorranno seguirli, per trasformare le province in unioni di comuni obbligatorie passando loro tutte le competenze di area vasta. In questo modo ci sarebbero meno spese e meno poltrone. Se Menesini ed altri nel Pd dimostreranno il coraggio politico di una tale azione saremo certo con loro”.