Casermetta S.Salvatore, Cpi punta il dito sul ristoro

10 agosto 2016 | 13:01
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Casermetta S.Salvatore, Cpi punta il dito sul ristoro

“Vi piacerebbe aprire un locale sulle Mura con la scusa della via Francigena e non pagare l’affitto per tre anni?”. E’ ciò che chiede CasaPound che, attraverso un video girato da Fabio Barsanti, punta il dito su un bando ritenuto discutibile e sulla gestione del nuovo ristoro della casermetta San Salvatore.

“Sul museo multimediale della via Francigena e la gestione del ristoro per i pellegrini – dichiara CasaPound in una nota – l’amministrazione Tambellini ha fatto la classica ‘furbata’ tipica delle giunte a guida Pd, confermando un’assoluta mancanza di trasparenza e la volontà di favorire soggetti vicino al mondo delle cooperative e alla Regione Toscana. La questione risulta singolare già a partire dal bando per la gestione delle due attività, che da norma è competenza dell’Opera delle Mura ma, caso strano, questa volta è stato emesso dal Comune, non senza polemiche e necessità di chiarimenti tra i due enti per conflitto di competenza. Un bando pubblicizzato talmente poco da andare deserto la prima volta, per proseguire poi con un avviso di ‘manifestazione di interesse’ che vede farsi avanti cinque soggetti per l’avvio di una procedura negoziata. Altro caso strano, un solo soggetto tra questi presenta il progetto nei termini fissati. Viene il leggero sospetto che il bando sia stato emesso con modalità e requisiti tali da essere indirizzato ad un soggetto in particolare, al quale qualcuno preferiva aggiudicare l’appetitosa gestione”.
“Non è finita qui – prosegue CasaPound – perchè la cosa più interessante è che il punto ristoro della casermetta San Salvatore nasce, secondo le intenzioni del progetto Lucca, le Mura e la via Francigena, come locale accessorio al museo multimediale della Casa del Boia. Con quale scusa? Fornire ai pellegrini della Francigena la possibilità di fare uno spuntino o usufruire di altri servizi come le docce. Peccato che il locale (che dovrebbe avere funzione accessoria rispetto al museo) sia già in attività in pieno periodo remunerativo come quello estivo, mentre del museo multimediale (opera principale) ancora non vi è traccia. Un bel controsenso”.
“Prova ne è che, come documentato dal filmato di Fabio Barsanti – continua l’attacco di CasaPound – il ristoro lavora come un qualsiasi normale locale e, ovviamente, quello del fornire servizi ai pellegrini risulta un puro ed evidente escamotage per far passare una chiara operazione commerciale in un progetto culturale. Direte voi: che male c’è anche se fosse un’operazione commerciale? Ebbene, dovete sapere che chi ha ottenuto la gestione è un’Ati che comprende realtà cooperative e societarie di Pisa, Perugia, Prato e una soltanto di Lucca, ovviamente cooperativa, e che la gestione è stata ottenuta attraverso un bando poco chiaro e di certo non fatto in favore di un’eventuale concorrenza di altri privati. Tuttavia sono le condizioni di favore economico che lasciano senza parole: il soggetto in questione ha percepito dalla Regione Toscana un contributo di 800mila euro per l’allestimento del museo multimediale (ancora chiuso), e per ben tre anni non pagherà alcun affitto. Tutto ciò in barba agli operatori economici privati lucchesi, estraniati da una libera concorrenza e presi in giro da chi vuol favorire sempre ‘gli amici degli amici’, e anche delle associazioni che si sono ritrovate sfrattate dalle casermette proprio a causa dell’aumento dei canoni voluto dall’amministrazione Tambellini”.
“Ci sono tutti gli elementi per gridare allo scandalo – conclude CasaPound Lucca – e per chiedere chiarimenti alla giunta Tambellini. Dopo la pessima figura delle targhe metriche per compiacere amici e dopo la bocciatura della walk of fame dei Comics, l’attuale gestione delle Mura urbane rimarrà nella storia come la meno trasparente. Ci auguriamo che la cosa non continui a passare in sordina che chi di dovere faccia i dovuti accertamenti”.