A compleanno Consiglio sfila un pezzo di storia civica

8 settembre 2016 | 06:43
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A compleanno Consiglio sfila un pezzo di storia civica

Il consiglio comunale di Lucca spegne un’altra candelina. Lo fa nell’atrio di Palazzo Santini, fra musica e memoria in una serata suggestiva.

La terza edizione dell’anniversario del consiglio comunale di Lucca, si è celebrata ieri sera (7 settembre) nell’atrio di palazzo Santini, si ha coinvolto un pubblico partecipe. Istituita nel 2014 dal presidente del consiglio Matteo Garzella, la ricorrenza dei 151 anni dell’istituzione ha voluto, quest’anno, rappresentare un’occasione per riflettere sul ruolo e sulle funzioni dell’assemblea cittadina, con l’intento di abbattere gli ostacoli tra il palazzo e la gente.
“Per questo motivo – esordisce Garzella – abbiamo deciso di farla all’aperto. In questo modo anche i passanti possono decidere di fermarsi e partecipare. Questo ‘compleanno’ non deve essere un una tantum: spero che i miei successori continueranno a celebrarlo. Si tratta di un’occasione per fare cultura ed accrescere la conoscenza collettiva rispetto ad un luogo che rappresenta il fulcro della vita cittadina. In un tempo di così grande disaffezione verso le istituzioni pubbliche, noi cerchiamo di garantire la massima partecipazione possibile”.
In platea, di fronte a lui, oltre al sindaco Alessandro Tambellini, al presidente del consiglio regionale Eugenio Giani e a molti rappresentanti dei più recenti consigli comunali (pochi invece i consiglieri in carica, soprattutto di maggioranza), siedono i premiati di quest’anno ancora in vita e gli eredi di quelli che non ci sono più. I riconoscimenti, in particolare, vanno ai consiglieri che hanno maturato la maggiore militanza (Mauro Favilla, Franco Fabbri, Danilo Ravenni e Giuseppe Bertolucci), al primo presidente del consiglio (carica istituita soltanto nel 1994 ed affidata ad Ornella Panier Bagat Vitali), alle prime donne consigliere (Maria Eletta Martini, Lucia Sonnenfeld) e, infine, al primo sindaco della città (Demetrio Del Prete, in carica dal 1865 al 1870).
Poi, prima della consegna dei riconoscimenti, ecco l’intermezzo del quartetto di clarinetti del liceo artistico musicale Passaglia, che riceve gli applausi scroscianti del pubblico, eseguendo musiche di P. Harvey, G. Jacob, P. M. Dubois e H. Gualdi. C’è spazio anche per l’inno di Mameli, con il pubblico in piedi che canta a squarciagola.
Quindi ecco le premiazioni. Il primo ad essere chiamato è Mauro Favilla, che confessa: “Guardo al passato con una certa malinconia, un tempo le risorse erano molto più abbondanti e si poteva fare di più per il bene della città”. Tra gli interventi, da segnalare anche quello di Gabriella Biagi Ravenni e del fratello Franco (anche lui ex presidente del consiglio comunale), che ricordano come il padre abbia lasciato loro in eredità la cultura del rispetto reciproco, mentre la nipote di Maria Eletta Martini parla di “bel momento di apertura delle istituzioni verso i cittadini”. Assente giustificato il predecessore di Garzella nel ruolo di presidente del Consiglio, Mauro Macera.
Dopo la passerella ed i commenti, tocca a Giani ed a Tambellini chiudere il cerchio. “I colori della regione Toscana – commenta il presidente del Consiglio regionale – traggono spunto anche e soprattutto da quelli di Lucca. Lo stesso Pegaso, il simbolo che campeggia sul nostro stemma, venne scelto da un lucchese illuminato, come Carlo Lodovico Ragghianti: sta ad evocare quel senso di libertà ed indipendenza che ha sempre caratterizzato questa città. Lucca oggi non è soltanto uno dei Comuni più importanti della Toscana: è uno tra i più significativi in Italia, per quello che rappresenta. Il che non è poco, in un luogo che, a tutti gli effetti, è il Paese dei Comuni per eccellenza”.
Quindi la nota conclusiva affidata al sindaco, che plaude all’iniziativa ed imposta una riflessione sull’immediato futuro: “Bisogna chiederci – afferma – come rimodulare le funzioni di governo in modo chiaro e netto. Siamo il paese dei cento poteri diversi, quelli che ti bloccano anche se hai i soldi in cassa, pronti per essere spesi. Siamo quelli dei processi che durano anni. Siamo quelli che aboliscono le Province anche se poi continuano ad esistere sotto altra veste e lo stesso si può dire per quello che potrà essere del Senato. Se non andiamo verso una semplificazione che sia davvero tale, non vedo come un investitore estero possa essere attratto sul nostro territorio. In quest’ottica, ritengo che l’aggregazione dei Comuni possa rappresentare un passo avanti: è inutile conservare il campanilismo se poi mancano le potenzialità amministrative. Ad ogni modo, oggi confermo di essere orgoglioso di essere lucchese: la nostra è una città che, da sempre, è l’emblema della libertà e dell’indipendenza”.

Paolo Lazzari