I Liberali per il sì: riforma occasione per la svolta

24 settembre 2016 | 12:23
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I Liberali per il sì: riforma occasione per la svolta
I Liberali per il sì: riforma occasione per la svolta
I Liberali per il sì: riforma occasione per la svolta

L’area liberale lucchese si unisce al coro del sì per la riforma costituzionale: e non a caso l’iniziativa politica regionale Liberali per il sì è stata presentata questa mattina (24 settembre), al caffè delle Mura. Tra i promotori ci sono infatti il consigliere comunale ed ex sindaco di Lucca Pietro Fazzi, l’ex consigliere Massimo Bulckaen, e il leader liberale livornese Marco Taradash, che preside il comitato che ha raccolto già consensi da parte di tanti altri esponenti politici.

“Sposando una visione laica della politica – è intervenuto Fazzi – è facile accorgersi che il contenuto della riforma è condivisibile al di là degli schemi politici. Di fronte ad un’esigenza comune a tutti, la semplificazione della politica, vedo nel referendum e nell’insieme di interventi proposti un copione adatto a quella parte di popolazione che vuole gridare ‘basta, fatela finita’. A mio avviso questo progetto è un atto di rilievo istituzionale molto alto da parte del presidente del Consiglio e si qualifica di più chi vota sì, prescindendo dallo schieramento di chi ha proposto la riforma, rispetto a chi vota no per andare contro al governo: votare sì non significa discontinuità, la contraddizione è piuttosto votare no, perché chi si è da sempre impegnato nelle riforme costituzionali deve riconoscere che questa si muove proprio nella direzione auspicata”.
Una posizione perfettamente allineata con quella promossa da Marcello Pera: “Siamo tutti sulla stessa linea – ha chiarito Fazzi – ma ci sembrava giusto portare avanti questa identità territoriale nata dal basso”. Sulla riforma elettorale, invece, le posizioni all’interno del gruppo dei Liberali per il sì sono più diversificate: da un lato Taradash, assolutamente contrario, dall’altro Fazzi, che si dichiara favorevole ad affiancare al cambiamento costituzionale una modifica del processo elettorale. “Un’iniziativa volta alla promozione del dibattito – ha chiarito Bulckaen-  che si preoccupa di dar voce all’area liberale, ma non si tratta di un comitato legato ai partiti. Il nostro è un sì convinto, un impegno di responsabilità per questa riforma costituzionale, mentre su quella elettorale rimaniamo divisi”.
L’iniziativa Liberali per il sì è nata con un’orizzonte vasto, che comprende tutte le città toscane della costa (Livorno, Pisa, Lucca, Massa Carrara, Pistoia, Val di Nievole) in cui gli esponenti liberali e laici hanno scelto di riunirsi attorno al manifesto elaborato dallo storico liberale e professore di diritto dell’Università di Pisa, Mario Montorzi. Figura centrale del comitato per il sì è Marco Taradash, leader liberale di storia radicale esponente di molte sfide referendarie del passato. “Riteniamo assolutamente necessario cercare un contatto più diretto con gli elettori del centro-destra – ha spiegato Taradash – soprattutto con quelli che lo sono stati e via via si sono distaccati perché non hanno visto confermate le promesse di riforma liberale. Queste persone si aspettano una struttura istituzionale più simile a quella di un Paese di democrazia liberale piuttosto che di un Paese uscito dalla guerra: sappiamo che la nostra Costituzione nasce da un compromesso fra Dc e Pci, che aveva fra gli scopi meno alti quello di interdire la possibilità di governare per chi vinceva le elezioni”. In particolare sono due i punti fondamentali toccati dalla riforma che i liberali sono ben disposti a scardinare: il bicameralismo paritario e l’autonomia concessa alle Regioni. “Il bicameralismo paritario – ha evidenziato Taradash – costringe le due camere a discutere gli stessi argomenti, ritardando il percorso delle leggi ma soprattutto lasciando aperta la possibilità per le lobby di ogni genere di inserirsi in questo procedimento. La riforma del 2001 inoltre concede alle regioni poteri più ampi di quelli realmente necessari: in tal modo si allungano i tempi e non si arriva mai ad una soluzione dei problemi. Con questa riforma si precisa meglio il ruolo delle autonomie locali e si ridefinisce la struttura politica dello Stato, garantendo una riduzione degli sprechi e una maggior trasparenza nel processo legislativo. Sappiamo che ci sono delle questioni aperte, ma l’alternativa è fra questa riforma e la Costituzione precedente: negare che sia un grande passo in avanti è qualcosa di negativo per l’Italia”.
“I sostenitori del no – ha asserito Pierluigi Barrotta – parlano di deriva autoritaria, sostenendo che verrebbe sacrificata la rappresentatività in favore della governabilità. Niente di più sbagliato: non si può contrapporre il criterio democratico al criterio di efficienza che è funzionale al funzionamento stesso della democrazia. La governabilità è parte essenziale della democrazia liberale. L’importante adesso è il cambiamento, poi valuteremo gli aggiustamenti opportuni”. Sulla vittoria del sì i liberali sono molto fiduciosi, ma per il post-riforma non ci sono ancora orizzonti concreti: per proporre interventi sarà necessario valutare gli effetti pratici del cambiamento. “Penso che portare gli elettori a votare sì sia più difficile – ha dichiarato Taradash – perché gli effetti del sì si vedranno in futuro, mentre un’ipotetica vittoria del no avrà conseguenze immediate, fra cui la liquidazione del potere di Renzi. Riteniamo però che il sì riuscirà a prevalere: eventuali aggiustamenti saranno discussi in seguito, in base agli sviluppi”.

Jasmine Cinquini