“Acqua pubblica”, respinta la mozione di Bianchi (Fds)

Un impegno comune per garantire il diritto all’acqua potabile e ad un servizio idrico improntato ai criteri dell’efficienza, dell’equità e della solidarietà e i cui introiti finiscano in investimenti a migliorare rete e ad evitare gli sprechi. E’ quanto si promette di fare – e di questo impegna anche la giunta – il consiglio comunale su input di un ordine del giorno presentato da Pd (Francesco Battistini) e Lucca Civica (Claudio Cantini), in risposta alla mozione della consigliera comunale di Fds, Roberta Bianchi che ha invitato l’aula ad appoggiare la petizione popolare che ha chiesto al governo di attuare la pubblicizzazione dell’acqua, riferendosi al voto del referendum del 2011.
Una mozione che non ha incontrato il favore della maggioranza e che dopo il dibattito è stata respinta ( solo 4 i voti favorevoli, 10 contrari, un astenuto e un non voto).
Passa invece l’odg della maggioranza con 13 favorevoli e 3 contrari. In apertura la consigliera Bianchi aveva cercato il sostegno della maggioranza, ritenendo “ancora attuale” la risoluzione presentata: “In questi giorni si parla di servizio idrico integrato – osserva – e proprio la scorsa settimana è andata deserta l’assemblea dell’Ait per approvare le nuove tariffe che porteranno a Lucca un aumento del 6,5%. Ma a livello nazionale c’è una richiesta precisa, quella di modificare la normativa alla luce dell’esito del referendum del 2011 che prevedeva la ripubblicizzazione dell’acqua. Nulla da allora è seguito, tanto che c’è stata una iniziativa dei movimenti dei cittadini che hanno raccolto le firme per chiedere il rinvio dei decreti Madia e attuare la pubblicizzazione del servizio”.
Ma l’idea dell’acqua pubblica viene giudicata al momento inattuabile per gli enormi costi da parte della maggioranza. Lo fa notare il capogruppo del Pd, Francesco Battistini, secondo cui è “necessaria una azione precisa e una strategia a livello nazionale”. “Altrimenti operare la pubblicizzazione allo stato attuale significa far ricadere tutto sui cittadini e sulle loro tasche”, osserva il consigliere. “Al referendum – ha aggiunto Battistini – non si è votato per un obbligo della pubblicizzazione. Per questo riteniamo che sia più realistico un ordine del giorno che presentiamo in cui consiglio comunale si impegna e impegna la giunta a porre in essere iniziative volte a garantire il diritto dell’acqua potabile, una risorsa da tutelare e assicurare con criteri di efficienza equità, solidarietà, con una attenzione che garantisca che gli introiti della tariffa vadano negli investimenti a migliorare il servizio per i cittadini”. A poco è valso il tentativo della consigliera Bianchi, appoggiata dal collega dell’Idv, Roberto Lenzi, di sostenere la propria tesi, contraria a quella della maggioranza: “I quesiti referendari erano chiari, così come la risoluzione presentata dai cittadini”.