
Quando è passato un quarto d’ora dall’ora e dalla data fissata, le 12 di oggi (30 settembre) è già tutto chiaro. Il patto di lealtà al Pd avrà un solo firmatario. Matteo Garzella, il presidente del consiglio comunale di Lucca, resta da solo nella sede del Pd di via Barbantini a siglare il testo da lui proposto in cui si chiedeva agli eletti del Partito Democratico di non presentarsi, alla prossima tornata elettorale del 2017 in liste civiche o coalizioni contro il proprio partito di riferimento.
Un appello che cade nel vuoto, dunque, ma non fiacca la campagna di Garzella, candidato in pectore alle primarie del centrosinistra per le prossime amministrative. Che punta il dito su chi, non presentandosi, a detta sua si lascia campo libero per posizionarsi in altri schieramenti alternativi.
“L’iniziativa – dice un per nulla turbato Garzella – nasceva dalla constatazione delle divisioni a livello nazionale e locale che hanno prodotto solo astensionismo. Questo mi ha convinto a dichiarare la lealtà a un modello che vede il Pd al centro della coalizione di centrosinistra. E proprio questo è il senso dell’iniziativa, un atto di chiarezza e di trasparenza verso il Pd e vero i cittadini”.
“Il Partito Democratico – rincara il presidente del Consiglio – non è un autobus per arrivare verso posizioni di potere. E per questo serviva questo atto ben prima che si inizi a discutere di candidature e di regolamenti per le primarie. Tant’è che questa mia proposta è all’attenzione del partito anche a livello nazionale come modello da esportare. E questo stride un po’ con le assenze di oggi. Chi non è venuto, infatti, secondo me non è venuto perché non ha voluto firmare un patto di lealtà a proprio partito, che può presentarsi anche da solo alle elezioni e che non considera rilevanti i cittadini per l’azione amministrative. Lee scelte, invece, vanno fatte con e per i cittadini e con il Pd. E lo dico anche a chi usa come argomento quello del referendum per ritardare il dibattito: questo atto sarebbe stato utile anche in vista di quella scadenza”.
Garzella sottolinea in primis l’assenza del sindaco Tambellini, peraltro ampiamente annunciata: “Speravo francamente – dice – che ci ripensasse proprio per togliere la confusione che ha ingenerato con le sue dichiarazioni. Ha detto, infatti, che l’unico patto di lealtà lo ha firmato con la moglie e solo dopo si è ricordato dei cittadini. Strano che questo patto non lo faccia con il Pd. Come amministratore e come presidente del consiglio comunale ritengo offensiva questa dichiarazione. Questa assenza, infatti, è pericolosa perché avvalora la tesi, che è poi quella del Movimento Cinque Stelle, per cui il Pd sarebbe distante dai cittadini”.
Poi il discorso si rivolge in generale a tutti gli eletti del partito: “Volevo che dichiarassero – dice – che non considerano il partito come un mezzo per raggiungere posizioni di potere. Il fatto che non ci siano crea un precedente e mette in difficoltà in visto della scadenza del 2017. Dal canto mio mi sento a posto con la coscienza nei confronti dei cittadini e del mio partito visto che dichiaro che non utilizzerò il Pd come ascensore verso posizioni di potere. Chi non è venuto, invece, si lascia una finestra aperta. Io dico che non mi candiderò mai contro il Pd, gli altri invece dicono che lo potrebbero fare”.
Nessuno, comunque, potrà aderire al patto di lealtà in un secondo momento: “Nessuno – dice il presidente Garzella – mi ha detto che aveva difficoltà e non sarebbe potuto venire. Il patto, d’altronde, si firma a nove mesi dalla scadenza elettorale, dopo, a giochi fatti , non ha più valore. Certo, i ripensamenti ci potranno anche essere ma saprebbe di presa in giro firmare dopo che si sarà già parlato di regole per le primarie e di candidature”.
Di certo, comunque, Garzella non si sente isolato o messo all’angolo dal partito, che ringrazia per la disponibilità della sede di via Barbantini. “La solitudine – ribadisce – non è la mia, ma è quello di chi non è venuto. Io sono con i cittadini e con il Pd, gli altri sono soli e non hanno voluto aderire a quello che non è affatto un atto di forza ma di chiarezza. Le ragioni dell’assenza dei vertici comunali e territoriali? Non le conosco, e comunque in nessun momento ho voluto strumentalizzare il partito, tanto che sul patto cè il logo del mio progetto Lucca, avanti tutta. Detto questo io, con questo testo, sono il primo difensore del Partito Democratico”.
La “corsa” di Garzella non finisce qui. Continueranno, infatti, gli incontri con i cittadini e le proposte per un programma elettorale di una coalizione di centrosinistra. “Il candidato ideale del centrosinistra? – a domanda risponde – Non è questa la sede né il momento. E’ bene però che prima del regolamento delle primarie e delle candidature tutti chiariscano le proprie posizioni nel segno dell’unità. Il Pd non è fatto da voltagabbana che quando le cose vanno male si schierano da altre parti. E neanche il sindaco Tambellini deve avere paura delle primarie, nonostante le sue affermazioni e quelle di Rossi. E non deve arroccarsi nel dire che come sindaco uscente non deve sottoporsi alla valutazione dei cittadini. Se pensa di aver governato bene in questi anni non dovrebbe temere nulla. Il fatto che invece voglia evitarle mi sconcerta”.