Chiari: “La variante consentirà la speculazione”

5 ottobre 2016 | 11:44
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Chiari: “La variante consentirà la speculazione”

Fa discutere la variante al regolamento urbanistico presentata dall’amministrazione Tambellini per il cambio di destinazione d’uso di due edifici a ridosso delle Mura urbane, l’ex palazzo Bertolli e l’ex oleificio Borella. Variante che tornerà in commissione urbanistica lunedì prossimo (10 ottobre) e per la quale era stato richiesto un parere legale che confermasse la correttezza dell’iter, nonostante la pratica fosse già accompagnata dalla relazione del responsabile unico del procedimento che ne certifica la conformità alla normativa vigente.

Interviene nel merito Marco Chiari di Alternativa Civica, rivolgendosi direttamente all’assessore all’urbanistica Serena Mammini, che nella dialettica della commissione del 30 settembre aveva rispedito al mittente – il consigliere Piero Angelini – l’accusa che il Comune si comporti come un’immobiliare. “Entro nel merito – scrive Chiari – in quanto chiamato indirettamente in causa avendo fatto parte della vecchia amministrazione. All’affermazione che il Comune non è una immobiliare Serena Mammini risponde affermando che la passata amministrazione si era posta come tale. Vedi Serena, la vecchia amministrazione aveva stabilito in quelli immobili delle destinazioni ben precise e con dei vincoli molto ristrettivi. Voi oggi presentate una variante semplificata (sono, stranamente, d’accordo con Angelini quando afferma che forse l’iter corretto sarebbe una variante ordinaria) che al di fuori di quello che sarà la procedura presenta al suo interno destinazioni d’uso variegate”. 
“Tutto sarà permesso: residenza, direzionale, commercio, bar, ristoranti, attrezzature sanitarie, collettive, sociali, ricreative, associative, scolastiche, manca la destinazione industriale ed artigianale – prosegue Chiari – ed allora per dare maggior completezza alla variante stessa perché non inserire anche quelle, nel mucchio tutto ci può stare”. L’ex palazzo Bertolli, da regolamento urbanistico vigente, è pianificato per spazi e attrezzature di carattere generale, mentre l’ex oleificio Borella è area non pianificata in quanto oggetto di un ex progetto norma decaduto. Con la variante proposta dall’amministrazione Tambellini, entrambi gli edifici potranno assumere le funzioni previste per le aree residenziali della città intorno alle Mura. “Non voglio insegnare nulla a nessuno perché sono io il primo a dover imparare dagli altri, però questo, cara Serena – continua l’ex assessore della giunta Favilla – è indice di mancata programmazione. Un amministratore che si occupa di urbanistica dovrebbe avere ben chiare le funzioni di cui una città necessita e dovrebbe dare indicazioni ben più precise sullo sviluppo del territorio. Parli di un’amministrazione che si era posta come immobiliarista e questa non ti pare una pura e semplice speculazione immobiliare? Dare tutte le possibilità vuol dire cercare solo di rendere più appetibile un immobile al fine di ricavare quanto più possibile denaro, fregandosene delle esigenze e necessità della città che si amministra. Questa è pura e semplice speculazione immobiliare ed ancora più grave è il fatto che la faccia proprio il Comune da te rappresentato. Giusto recuperare immobili degradati ma altrettanto giusto e corretto è dare destinazioni non casuali ma precise finalizzate e corredate da studi di settore basati solo ed esclusivamente sui bisogni della città”. E conclude avanzando una proposta alla commissione urbanistica: “Perché fare solo una battaglia sull’iter procedurale e non portare invece avanti un fattivo confronto sulle destinazioni d’uso previste in questi immobili? Spero che ciò avvenga nell’interesse della città e dei suoi cittadini”.