
Questioni pregiudiziali, ritenute inconsistenti dalla segretaria comunale, e interruzioni frequenti dei lavori da parte della minoranza consiliare fecero slittare alla tarda notte dello scorso 31 maggio la discussione e la successiva adozione del piano strutturale di Lucca. Una seduta fiume, terminata con il voto favorevole della maggioranza – compatta nel mantenere il numero legale – alle prime luci dell’alba. Un obiettivo che l’amministrazione Tambellini ha raggiunto e che il consigliere Piero Angelini di Governare Lucca sembra non aver digerito: i toni dello scontro politico si sono fatti incandescenti e aspri, tanto da trasformarsi in scontro diretto contro l’assessore all’urbanistica Serena Mammini con tanto di riferimento proprio alla data dell’adozione del piano. Parole che sono arrivate ieri sera (11 ottobre) nella sede istituzionale dell’assemblea di palazzo Santini durante la discussione della variante al regolamento urbanistico che modificherà le destinazioni d’uso dell’ex palazzo Bertolli e dell’ex oleificio Borella (Leggi).
Una pratica vista dalle opposizioni come un via libera a operazioni speculative sui due immobili, di proprietà comunale: critiche che l’assessore Serena Mammini ha rispedito in blocco al mittente durante l’illustrazione in consiglio della variante, osservando: “Se cercare di riqualificare aree della città, nel centro e anche fuori, con realismo, senza raccontare le novelle, le tante novelle che in questo emiciclo si son sentite a mucchi, se cercare di fare questo, per bene, nelle regole, alla luce del sole, come stiamo facendo noi, per voi è fare speculazione, allora avete sbagliato termine. E mi verrebbe da dire: da che pulpito. Un esempio su tutti? Lo Steccone nell’area Gesam. Cosa è stata se non una speculazione immobiliare, oltretutto fallimentare e molto dannosa. Quanto è costata alla città quell’avventura? E chi l’ha portata avanti, l’amministrazione Tambellini forse?”. Un ragionamento, quello dell’assessore, che i consiglieri Angelini e Lenzi hanno cercato di interrompere senza che il presidente del consiglio riuscisse sulle prime a ristabilire l’ordine necessario alla discussione. Quando, a discussione aperta, il consigliere Angelini ha preso la parola, l’attacco è sceso sul personale: “La Mammini, dal 31 maggio, è presa da un orgasmo interno”. Un lessico che si inserisce in un crescendo di tensioni che partono da prima che il piano strutturale il 31 maggio fosse adottato e che ha avuto i suoi picchi più recenti lo scorso 6 ottobre quando, con una nota inviata alla stampa, il consigliere Angelini definiva l’assessore Serena Mammini “affaticata da un compito forse superiore alle sue forze”, “un concentrato di arroganza e di ignoranza politica che non ha eguali” espresso attraverso “una prosa mediocre”. Un lungo attacco volto a sminuire il profilo intellettuale e politico della Mammini, accusata anche di avere concepito la variante Bertolli-Borella al regolamento urbanistico “in un’osteria della città, contornata dal suo staff plaudente” e di aver espresso su di lui un giudizio “falso, inevitabilmente meschino, frutto di un certo scadimento morale”. Un tris di aggettivi che si riferiscono a un passaggio di un intervento che l’assessore all’urbanistica aveva scritto a commento dello slittamento della votazione della variante nella commissione del 30 settembre: “Quanto sia utile l’atteggiamento prevenuto e ostruzionistico, divenuto quasi metodo, tenuto da una parte dei consiglieri non sta a me a dirlo. Atteggiamento legittimo, s’intende. Non so quanto sia utile a loro né quanto sia utile alla città di cui, improvvisamente, chi ne ha permesso una certa degenerazione, anche non affrontando problemi che ora sono annosi, si erge a strenuo difensore”. Un’invettiva, quella del consigliere Angelini, che aveva stimolato l’ironia dell’assessore su Facebook: “La mia ‘arroganza e ignoranza politica (che non ha eguali)’, come leggo in un affondo a stampa, ha però il potere dell”ingazzurrimento’. E non è poco”. Con lo stesso stile, Serena Mammini ha commentato su Facebook l’espressione utilizzata ieri sera in sede istituzionale: “Nel consiglio comunale di stasera un consigliere comunale, forse ingalluzzito, ha detto che ‘dal 31 maggio sono presa da orgasmo interno’. Avrei voluto chiedere maggiori dettagli sulla questione (che mi incuriosisce) ma ho preferito sorvolare. Queste affermazioni parlano da sole. Salute a tutti”. Il post è stato immediatamente commentato con molte frasi di solidarietà, concordi nel definire “inopportune e sessiste” le parole di Angelini, ed è stato condiviso da Daniela Grossi, presidente della commissione pari opportunità del Comune di Lucca, che ha aggiunto: “In un momento in cui l’attenzione sul rispetto alle donne è portata al massimo livello (basti pensare al caso Trump di questi giorni), perché soprattutto le nuove generazioni non adottino comportamenti anche verbali lesivi della dignità delle donne, ecco che un consigliere comunale, di esperienza, non certo uno al primo mandato, si permette di cercare di delegittimare il lavoro di un’assessora con espressioni che dire da bar è fare un complimento. Espressioni – rincara la Grossi – che involgariscono soprattutto chi le pronuncia, ma che significano molte cose: la pochezza degli argomenti reali di opposizione al lavoro dell’assessora Serena Mammini; l’abitudine a concepire le donne evidentemente solo in certi ambiti da parte di alcune persone, che il lavoro di educazione al rispetto delle donne deve partire anche dagli scranni più alti e non solo dalle scuole. Mi spiace dire questo, mi sarei attesa una ferma ed immediata condanna da parte di chi coordina quei contesti, invece non leggo nulla di tutto ciò. Le scuse, all’assessora Mammini (a cui va la nostra solidarietà e vicinanza) e alle donne, sono il minimo che ci aspettiamo”. Il consigliere di Governare Lucca, tuttavia, si è difeso spiegando di non aver avuto intenzione di rivolgere un’offesa di stampo sessista e ha tenuto a precisare che il termine “orgasmo” è stato da lui utilizzato per indicare semmai uno stato di eccitazione e di nervosismo. Ma ormai la polemica impazzava da ore sui social network.