
La politica a Lucca, ovvero dei binari paralleli. Quando tutta l’attenzione delle forze politiche sembra concrentrata sul referendum costituzionale del prossimo 4 dicembre, infatti, sottotraccia non mancano le grandi manovre che porteranno alla scelta dei candidati per le prossime elezioni amministrative della primavera 2017 che cambieranno il volto al consiglio e sceglieranno chi guiderà Palazzo Orsetti per i prossimi cinque anni.
Binari paralleli che, però, a volte si incrociano. Visto che dietro l’iperattivismo di alcuni nella campagna referendaria, chi per il sì chi per il no, non manca chi sta mettendo fieno in cascina per il prossimo appuntamento elettorale. O meglio si sta “contando” per capire la forza che può mettere sul tavolo in vista delle trattative per la nascita delle nuove coalizioni.
Del centrosinistra si è detto molto. Candidati di area ci sono il sindaco uscente Alessandro Tambellini, Matteo Garzella, Andrea Tagliasacchi da indipendente, Stefano Baccelli se scioglierà le riserve e, forse, Giorgio Del Ghingaro, che attende l’esito della sentenza del Consiglio di Stato sulle elezioni di Viareggio. Ma qui le posizioni sono molto fluide. Se i fedelissimi di Tambellini, infatti, si stanno organizzando qualunque sia la scelta sui candidati del Pd, con la creazione di 3-4 liste civiche a supporto di un’eventuale ricandidatura del sindaco uscente grandi sono le incertezze sugli altri papabili candidati. Qualche malumore, infatti, starebbe emergendo nell’area cosiddetta renziana. Alcuni esponenti, infatti, pur consci dell’importanza della campagna elettorale per il referendum, vorrebbero che il “candidato forte” Stefano Baccelli facesse un più chiaro passo in avanti verso la candidatura alle primarie, per poter così iniziare ad organizzare gruppi di lavoro per il programma, alleanze e ipotesi di coalizione. E nell’impasse qualcuno inizia anche a pensare ad ipotesi alternativa: un accordo di consiliatura con Tambellini con l’inserimento nella squadra di governo della città di alcuni esponenti dell’area renziana, che comunque è maggioritaria nel partito a livello locale. Oppure la scelta di un altro autorevole candidato. Boutade o no, ad esempio, non è passato inosservato il “selfie” del consigliere comunale Lucio Pagliaro con l’ex sindaco di Capannori e Viareggio, Giorgio Del Ghingaro che, con la sua Buonvento, non ha fatto mistero di voler partecipare attivamente alle elezioni amministrative lucchesi, personalmente o con un candidato espressione del suo movimento politico culturale. Del Ghingaro che, peraltro, a gennaio potrebbe riottenere la tessera del Partito Democratico, sempre che non preferisse coltivare l’ipotesi di “terza via”, ovvero un raggruppamento di liste civiche autonome dai partiti in grado di esprimere un candidato che possa andare almeno al ballottaggio nella prossima primavera.
Si è parlato a lungo anche di un asse fra Del Ghingaro e Tagliasacchi, visto che anche l’ex presidente della Provincia e sindaco di Castelnuovo avrebbe intenzione di essere attore nella prossima campagna elettorale. I due progetti potrebbero così in qualche modo confluire oppure rimanere autonomi con Tagliasacchi in qualche modo corteggiato anche da un certo civismo di centrodestra.
Infine c’è l’attività di Matteo Garzella, l’unico che al momento si muove contemporaneamente sui due tavoli del referendum e delle amministrative. La sua campagna di ascolto nei territori proseguirà da mercoledì a San Donato ma non è passato inosservato l’appello a Stefano Baccelli a “palesarsi” nell’arco della serata. Se Baccelli ci sarà, cosa che al momento sembra alquanto improbabile, potrebbe cambiare la valenza e il significato dell’operazione portata fin qui avanti dal presidente del consiglio comunale.
E intanto il centrodestra? Non sta fermo, anzi. Pullula di ipotesi e nomi, autocandidature e nomi di “bandiera” che dovranno necessariamente a breve trovare un sunto e convogliare in un candidato, se si ritroverà l’unità, salvo andarsi a misurare al voto con più candidati e liste come già successo, senza fortuna, nel 2012. Poche le certezze anche perché lo stesso centrodestra appare diviso sul tema del referendum. Da una parte un ritrovato Marcello Pera, schieratosi per il sì e che potrebbe, in caso di vittoria al referendum, pretendere un posto di rilievo ai tavoli di trattativa per la coalizione del 2017 proprio tramite gli esponenti dei comitati di Liberisì. Per il sì anche altri esponenti del “vecchio” centrodestra, come l’ex sindaco Pietro Fazzi, che comunque guarda a Renzi e al Partito della Nazione anche se difficilmente si schiererà personalmente per il centrosinistra o gli esponenti di orientamento radicale come Bulckaen. Dall’altra parte il senatore Matteoli e i suoi fedelissimi lucchesi che però, oltre alla battaglia referendaria, continuano nella lotta intestina contro gli attuali vertici locali e regionali del partito, Mallegni e Marchetti in primis.
Difficile, in questo scenario, “trovare la quadra”. Ecco che, se i partiti tradizionali (FI, Fratelli d’Italia e Lega Nord) decidessero di fare un passo indietro, potrebbero diventare fondamentali i tanti movimenti civici di area di centrodestra. Alternativa Civica Lucca sembra orientata a portare sul tavolo dei papabili il nome dell’ex assessore Marco Chiari, uno degli ispiratori del movimento. Nome che, però, trova già molte resistenze soprattutto dall’ambiente dei partiti. Agenda per Lucca potrebbe spendere, almeno in prima battuta, i nomi di Michele Francesconi o quello dell’ex presidente del Consiglio, l’avvocato Marco Agnitti, che però ha sempre negato la volontà di correre per la carica di sindaco nel prossimo mandato. La ricerca, quindi, potrebbe essere orientata verso la cosiddetta società civile. E i nomi sarebbero da cercare nell’ambiente confindustriale (la vicepresidente Cristina Galeotti o l’ex marito Luca Gelli, se non emergessero profili di incompatibilità visto che la sua azienda riceve molte commesse dagli enti pubblici) o in quello culturale.
Ci sono poi una serie di indizi, che come si suol dire fanno più di una prova, che conducono al profilo del giornalista Remo Santini, caposervizio della Nazione di Lucca ed ex presidente per un mandato del Rotary Club. Contatti informali, ma non troppo, confermati anche dagli ambienti di Forza Italia e operazioni mediatiche e sui social che lo fanno pensare sulla rampa di lancio per una possibile candidatura. Se ne è parlato più volte, è vero, ma nel marasma politico del centrodestra lucchese questa potrebbe essere la volta buona. Ovviamente alla guida di una lista civica in coalizione, o meno, con i partiti tradizionali ed altri esponenti del civismo di area.
Infine non bisogna dimenticare che, al di là di come procederanno le grandi manovre, il Movimento Cinque Stelle e la sinistra cosiddetta radicale presenteranno dei candidati propri. E non è escluso che anche a destra movimenti come Casapound non decidano di misurarsi da soli alle elezioni amministrative, magari stavolta direttamente con il leader Fabio Barsanti.
I motori sono accesi, i candidabili tanti. A dicembre, forse, le prime ufficialità. Per un autunno e un inverno che si annunciano caldi per la politica lucchese.
Enrico Pace