
Visita al carcere ieri (22 ottobre) per una delegazione di rappresentanti del Partito Radicale nell’ambito di un tour in vista della marcia del prossimo 6 novembre, da Regina Coeli a piazza San Pietro, dedicata a Marco Pannella e a papa Francesco per chiedere provvedimenti di amnistia e indulto e un miglior trattamento carcerario.
A partecipare alla delegazione, oltre a militanti locali, Maurizio Buzzegoli segretario dell’associazione per l’iniziativa radicale Andrea Tamburi, Rita Bernardini coordinatrice del tavolo sull’affettività in carcere e la territorialità e Vincenzo Russo, cappellano del carcere di Sollicciano.
“Al momento – ha spiegato Buzzegoli – il carcere di Lucca prevede una capienza effettiva di 70 detenuti e tollerata di 120. Sono presenti 116 persone al momento in carcere. Si tratta di una struttura antiquata e decadente, con le celle che presentano parecchie difficoltà di vivibilità a partire dallo spazio vitale e dalla vicinanza fra bagno e cucina. Il 50 per cento dei detenuti è straniero, per la gran parte proveniente da Marocco, Albania, Tunisia, Romania. 16 sono i tossicodipendenti, di cui 4 in terapia metadonica e 32 sono gli affetti da malattia psichiatrica con il servizio dello psichiatra attivo tre ore al giorno dal lunedì al venerdì”. “Anche gli agenti – spiega ancora – sono sotto organico. Di 112 unità ce ne sono effettivamente in servizio 97. Di questi 5 sono dedicati al servizio traduzione e piantonamento al di fuori del carcere. Ci sono poi due educatori in servizio anziché tre ma c’è una intenzione da parte della struttura, grazie al volontariato, di portare avanti un percorso rieducativo. Molti detenuti, comunque, per una media di 4 mesi l’anno, seguono corsi e lavorano”.
“La battaglia dei Radicali – spiega Buzzegoli – è per chiedere amnistia e indulto e avrà come momento apicale la marcia del 6 novembre da Regina Coeli a piazza San Pietro dedicata a Marco Pannella e papa Francesco. Nell’occasione non abbiamo potuto raccogliere le adesioni per lo sciopero della fame del 5 e 6 novembre ma in molti ci hanno dato i nominativi per poter compilare i moduli e aderire”.
Rita Bernardini arriva a Lucca al 13esimo giorno di sciopero della fame e punta il dito sui servizi all’interno del carcere di Lucca: “Al San Giorgio – dice – non c’è scuola elementare ma solo una scuola di alfabetizzazione. Sarebbe utile, invece, che il tempo passato qui potesse servire almenoper ottenere la licenza elementare. Si sente molto, poi, la difficoltà degli assistenti sociali per la detenzione esterna, per le misure alternative e per trovare una sistemazione ai detenuti quando escono dal carcere che sarebbe fondamentale per abbassare i tassi di recidiva. Qui, va detto, abbiamo trovato il disagio sociale di stranieri, tossicodipendenti e poveri”.
Bernardini parla anche dell’ipotesi di ristrutturazione del carcere: “Su questo carcere – spiega – ci sono molti appetiti. Sembra tramontata l’ipotesi di costruire un nuovo carcere per cui era stato previsto uno stanziamento importante di 25 milioni di euro, che dovrebbero invece essere destinati alla ristrutturazione. Ma secondo la presidenza del Dap questi lavori non sarebbero fatti utilizzando il lavoro dei detenuti ma servendosi di ditte esterne. Bisognerà vigilare con attenzione sull’utilizzo di questi fondi, tanti, e sull’affidamento dei lavori, considerando che, a detta del direttore, per ristrutturare la prima e la seconda sezione basterebbero 50mila euro a sezione”.
Infine le attività all’interno del carcere: “Qui – spiega Bernardini – si fanno poche attività e sporadiche. Sono pochi anche i contatti con l’esterno e con i familiari e bisognerebbe fare qualcosa in questo senso”.
“Oggi – chiude spiegando il senso della battaglia radicale – sono al 13esimo giorno di sciopero della fame che abbiamo intenzione di proseguire a oltranza. Chiediamo di accogliere la nostra proposta di stralcio dal disegno di legge sul penale in discussione al Senato la parte riguardante la riforma dell’ordinamento penitenziario, per aderire alle proposte degli stati generali dell’esecuzione penale. Il tutto oltre alla richiesta di amnistia e indulto e al diritto all’affettività garantito a tutti, nessuno escluso. Dopo la raccolta di adesioni allo sciopero della fame consegneremo i nomi a Papa Francesco e al ministro della giustizia Andrea Orlando”.
Parla anche il cappellano del carcere di Solliciano, Vincenzo Russo che lancia un appello all’associazionismo locale e al Comune affinché “facciano la loro parte per il percorso dei detenuti e per il reinserimento sociale”.