Fantozzi: “Centrodestra, unità sì ma serve anche vero cambiamento”

“La parola unità, valida oltre il 4 dicembre, pronunciata a Lucca dai partiti del centrodestra è innegabilmente un passo avanti nel percorso di ricomposizione della compagine politica alternativa al Pd ed ai cinque stelle. Ma per quanto essenziale esso non è certamente il più importante e nemmeno il più urgente tra ciò che occorre per competere, nella maniera dovuta, al governo della città”. A dirlo è Vittorio Fantozzi, sindaco di Montecarlo e “outsider” del centrodestra.
“Non soltanto – spiega – perché questa unità aldilà dei facili entusiasmi è oggi, più realisticamente, una presa d’atto scontata per chi sa fare due conti, specie nel caso di un centrodestra che volesse sinceramente tornare a vincere a prescindere dai vantaggi dovuti alle difficoltà ed agli errori degli avversari, ma perché – aggiunge – questa ricomposizione non è ancora, almeno nel caso di Lucca, una ricostruzione su nuove e solide basi di quello che ieri si chiamava centrodestra. Solo se questi partiti, accettando la sfida di cambiare Lucca, coglieranno l’occasione per cambiare al contempo se stessi, superando l’immobilismo, l’attendismo e spesso i contrasti che li contraddistinguono, potranno sperare di offrire un contributo sostanziale ai propri candidati quanto ad un concreto programma di governo, rivitalizzando la politica lucchese, in una partita che è tutt’altro che vinta. Non occorre uno scatto d’orgoglio, ci accontentiamo di uno scatto di dinamicità”. “Chi, in tutta la provincia – prosegue Fantozzi -, riveste il ruolo di amministratore all’interno delle tante liste civiche plaude ed incoraggia i partiti di centrodestra ma invita la politica a risolversi e mettersi seriamente a lavoro, assieme al contributo determinante del libero cittadino e delle espressioni civiche, altrimenti restando fermi ai pur lodevoli intenti ed alle dichiarazioni di principio si rischia di far pagare un conto amarissimo alla sola figura del candidato sindaco, già caricata di aspettative al limite del taumaturgico, che resta l’unica ad oggi a portare una concreta dote, con la propria disponibilità, il sacrificio letterale della propria persona e della propria professionalità. Affinché vincendo non si trovi costretto a diventare l’ennesimo ‘uomo solo al comando’, perché circondato dal niente organizzato, o perdendo vada ad allungare il fin troppo lungo elenco di martiri e capri espiatori, la cui creazione è ancora oggi quasi un marchio di fabbrica del centrodestra che fu”.