
Referendum abrogativo, con la riforma cambiano le regole. Anche questo istituto di democrazia popolare viene modificato dal testo approvato dal parlamento e che verrà sottoposto a conferma con il referendum del prossimo 4 dicembre.
Ad essere sostituito sarebbe l’articolo 75 della Costituzione, che attualmente recita: “E’ indetto referendum popolare per deliberare l’abrogazione, totale o parziale, di una legge o di un atto avente valore di legge, quando lo richiedono cinquecentomila elettori o cinque Consigli regionali. Non è ammesso il referendum per le leggi tributarie e di bilancio, di amnistia e di indulto, di autorizzazione a ratificare trattati internazionali. Hanno diritto di partecipare al referendum tutti i cittadini chiamati ad eleggere la Camera dei deputati. La proposta soggetta a referendum è approvata se ha partecipato alla votazione la maggioranza degli aventi diritto, e se è raggiunta la maggioranza dei voti validamente espressi. La legge determina le modalità di attuazione del referendum”.
Con la riforma rimangono intatti i primi due comma dell’articolo della costituzione, leggera invece la modifica su chi ha diritto a partecipare al voto visto che si parla di “tutti gli elettori” e non più dei cittadini chiamati ad eleggere la Camera dei deputati.
Cambia, invece, il calcolo del quorum per ritenere valido il voto. Se prima occorreva, infatti, la partecipazione della maggioranza degli aventi diritto al voto, con il nuovo sesto se la richiesta della consultazione viene avanzata da 800mila elettori basterà “la maggioranza dei votanti alle ultime elezioni della Camera dei deputato” e la proposta arà approvata “se è raggiunta la maggioranza dei voti validamente espressi”. Si otterrebbe così una sensibile diminuzione del quorum richiesto, a fronte di un aumento delle firme raccolte da parte dei proponenti.