Del Ghingaro bis a Viareggio se regge patto col Pd

13 novembre 2016 | 09:06
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Del Ghingaro bis a Viareggio se regge patto col Pd

Viareggio, Lucca o chissà quali altri lidi. Giorgio Del Ghingaro, già sindaco di Capannori e di Viareggio, in attesa della sentenza del Consiglio di Stato, guarda al futuro e non nasconde ambizioni. Le stesse che hanno portato il suo movimento politico culturale, Buonvento, ad espandersi oltre il territorio provinciale. E a portare un attore in più sullo scacchiere politico in vista delle prossime amministrative.

Dunque, quale futuro? Le vicende recentissime narrano di un incontro a margine della visita del premier Matteo Renzi nell’ambito della campagna per il sì al referendum. Un faccia a faccia di pochi minuti alla presenza del segretario territoriale del Pd, Dati e di Stefano Bruzzese in rappresentanza del segretario regionale Parrini. Un invito, quello arrivato da Renzi, a chiudere ogni frattura e ad evitare, in caso di future elezioni amministrative, la contrapposizione fra due pezzi di Partito Democratico. Ovviamente con Giorgio Del Ghingaro candidato al ruolo di primo cittadino.
Del Ghingaro, dunque, blindato nella “sua” Viareggio, forse anche per non rompere gli equilibri già complicati nel Comune capoluogo, dove a un uscente Tambellini si potrebbe aggiungere il consigliere regionale Stefano Baccelli e dove altri sgomitano per un posto al sole, sempre nella stessa area.
Del Ghingaro non si sottrae all’impegno per Viareggio e già parla da candidato sindaco in pectore di una ritrovata unità a sinistra: “Io ho sempre detto – dice Del Ghingaro – che Viareggio ha bisogno di grande unità e che non dobbiamo cercare di dividere ma di unire. Se dunque forze politiche, singoli cittadini e associazioni vogliono aderire al nostro programma di governo non può fare che piacere. Ma i punti di riferimento non possono che essere quelli del nostro programma elettorale”. Inevitabile, però, dover pensare a un qualche punto di equilibrio con il Pd, anche nella eventuale squadra di governo della città: “La squadra – aggiunge Del Ghingaro – in tanti anni da sindaco l’ho sempre scelta dopo aver vinto le elezioni e in assoluta autonomia. Non derogherò da questo principio neanche la prossima volta”.
Messi i paletti l’ex primo cittadino entra nel merito delle necessità di una Viareggio da troppo tempo mortificata, anche in considerazione del mutato panorama politico nazionale rispetto alla sua elezione di due anni fa: “Lo scenario politico – dice – è in evoluzione ed ogni elezione ha una storia a sé. Ma c’è un dato che differenzia Viareggio dalle altre città. Una situazione di dissesto non solo economico in cui versa l’amministrazione. Se non mettiamo in essere un grande atto di responsabilità da parte delle forze progressiste non potremo fare passi in avanti. Se invece riusciremo a mettere in campo passione, entusiasmo, onestà e grande spirito di partecipazione supereremo anche ogni cambiamento politico in atto nel nostro paese”.
Insomma, letto fra le righe, se il patto con il Pd regge Del Ghingaro non abbandonerà la sua Viareggio e continuerà, se rieletto, l’opera già iniziata con il primo mandato interrotto da una sentenza del Tar: “Eravamo arrivati – ricorda anche con un po’ di rammarico – di fatto alla conclusione sostanziale del dissesto con l’adesione alla procedura semplificata e la riduzione del debito da oltre 200 milioni di euro a 50. Si riparte da lì, ed essendo consci che per diversi mesi si è fatta solo normale amministrazione e quindi si è gestito il Comune senza una guida politica ma semplicemente rispettando le procedure tutto sarà più complicato. Anche perché nel frattempo a Viareggio si percepisce una involuzione non solo a livello amministrativo ma anche e soprattutto di coesione sociale”. Deluso dall’atteggiamento di qualcuno in questi mesi di “sospensione”? “Anzi, direi il contrario. Ho e ho avuto manifestazioni di affetto che da alcuni non mi sarei mai aspettato. Una delle bellezze di Viareggio, d’altronde, sta proprio nella spontaneità degli affetti”. C’è qualcosa della prima esperienza che non rifarebbe? “No, rifarei tutto quanto ho fatto con l’entusiasmo e la passione che ci ho messo e che è stata contagiosa. Ho dato tutto me stesso e così chi ha collaborato con me, Certo, potremmo anche aver fatto anche degli errori, ma in buona fede e nell’unico interesse della città”.
E se il patto non reggesse? Se qualcuno si mettesse di traverso a un Del Ghingaro bis con l’appoggio del Pd? Qui subentra la seconda fase della carriera politica di Giorgio Del Ghingaro, da amministratore tecnico a politico a tutto tondo. Tanto da creare l’associazione politica culturale Buonvento pronta a dire la sua anche a Lucca, Camaiore, Forte dei Marmi, Livorno e che ha ambizioni di avere un peso anche a livello regionale: “Buonvento – spiega Del Ghingaro, che ne è presidente – ha la finalità di esportare un modello politico che ha alle sue basi partecipazione e buone pratiche, con modalità diverse rispetto ai partiti. Per arrivare da qui ad un paio d’anni ad avere un radicamento regionale”.
Di qui l’attenzione alla prossima tornata amministrativa: “Se ce la faremo il segnale lo daremo nei Comuni che andranno al voto. Valuteremo caso per caso ma l’intenzione è quella di esserci per poi allargarci a tutte le altre realtà del territorio”.
Una posizione che allontana Del Ghingaro da un possibile rientro nel Partito Democratico dopo la sospensione che “scade” a gennaio 2017: “Sono molto concentrato su Buonvento – dice – e finora nei miei confronti l’atteggiamento del Pd è stato di chiusura e non di apertura. Se dialogo ci deve essere, insomma, non sono certo io a dover fare il primo passo e certamente ogni tipo di avvicinamento politico non deve essere soggetto a condizioni. Non accetterei mai di mortificare la straordinaria esperienza delle liste civiche di Viareggio per un mero calcolo personale”.
Inevitabile l’accenno alla possibilità di “sbarcare” anche a Lucca, non come movimento (questo è scontato: ci sarà Buonvento alle prossime amministrative) ma come candidato sindaco. Qui Del Ghingaro dimostra tutto il suo essere politico, lasciando aperte tutte le strade: “Credo che un’esperienza come quella di Buonvento – dice – che guarda la proposta del cittadino, la elabora e la traduce in proposta di governo è importante perché permette apertura mentale in una città che ha bisogno di proposte e di stimoli che non possono dare solo i partiti. Diventa un superamento di stereotipi e meccanismi della vecchia politica e trasforma la spinta popolare in organizzazione istituzionale. Penso che questa attività possa essere utile anche in ottica elettorale, al di là del ruolo che una associazione come questa possa avere”.
Serve la via dell’interpretazione. Ma è chiaro che tutto dipende dal “patto per Viareggio”. Se regge, insomma, Del Ghingaro sarà candidato a Viareggio, sempre che si vada al voto e il Consiglio di Stato non decida altrimenti. Se non regge potrebbe candidarsi a sindaco di Lucca, alla guida di una serie di liste civiche “modello Viareggio”. Ma c’è anche la terza via, ovvero quella di indicare, come Buonvento, candidati della società civile “di bandiera” alla carica di primo cittadino. Sempre che l’aria nel centrosinistra non si rassereni. Sempre che l’intervento del partito democratico, a livello regionale o nazionale, non riesca a sistemare alcune fratture che si stanno facendo sempre più evidenti.
Due gli spartiacque: il risultato del referendum il 4 dicembre, anche solo quello a livello locale, e la scadenza del 16 dicembre entro la quale il sindaco uscente Tambellini dovrà dichiarare se è disponibile sottoporsi alle primarie.
Manca poco, ma sembra un’eternità. Nel frattempo la barca di Buonvento ha spiegato le vele. E non mancano gli approdi dove attraccare.

Enrico Pace