
16 comitati, quasi 300 partecipanti, circa 15mila persone coinvolte ma un solo e unico obiettivo: il sì. Buona parte dei coordinatori di questi comitati lucchesi di area di centrodestra, ispirati dal comitato nazionale Liberisì istituito dall’ex presidente del Senato Marcello Pera, si sono riuniti intorno a un tavolo della sede Encom in via Vittorio Veneto questa mattina (17 novembre) per far luce, ormai alle porte del referendum, sulle ragioni della loro scelta e sul lavoro che stanno svolgendo, in attesa della chiusura della campagna referendaria con Marcello Pera il prossimo 2 dicembre.
“Questi comitati – spiega l’avvocato Florenzo Storelli, uno dei coordinatori – non nascono per dare un giudizio sul governo ma con la precisa volontà di cambiare la Costituzione per un paese più competitivo e alla portata degli altri paesi europei. La nascita di ben 16 comitati fa capire quanto entusiasmo e convinzione ci sia e ne siamo molto soddisfatti”. “La vittoria del no – conclude Storelli – porterebbe, oltre a una ripercussione sui mercati, una delusione generale perché sono davvero in molti i capi esteri che sperano che gli italiani votino sì”.
Tante donne ma anche tanti giovani quelli che non solo si sono iscritti ai comitati ma che ne sono anche coordinatori: e come sostiene anche Guido Moutier, uno dei principali esponenti di questi comitati per il sì, vedere un 27enne a prendere le redini di una lotta al cambiamento dà molto entusiasmo.
“Io – ammette Moutier – fino a un mese fa avrei votato no. Ma poi mi sono informato per bene e mi sono ricreduto: ho capito che questa è una grande occasione da non perdere, non si vota per cambiare il governo ma per cambiare il paese”.
Sono 296 gli iscritti che avranno il compito di trovare almeno 10 persone pronte a votare “sì”, che a loro volta ne dovranno trovare almeno altri 5. Ma gli indecisi, a pochi giorni dall’apertura delle urne, a quanto pare sono ancora molti. Uno dei principali compiti dei comitati sarà infatti quello di fare informazione soprattutto per coloro che non sanno ancora quale casella tracciare. Una manovra forse fatta un po’ in ritardo ma che comunque, a parere dei comitati, porterà in molti sulla ‘retta via’.
“La sensazione che ho avuto stando tra la gente – dice Sandro Colucci, anche lui coordinatore di uno dei comitati – è un po’ quella che si sentiva anni fa: a sentir parlare nessuno avrebbe mai votato Democrazia Cristiana, ma poi i numeri, alla fine, saltarono fuori. Queste – conclude – saranno due settimane di battaglia”.
“Il popolo italiano non è molto referendario – scherza un altro coordinatore – va a votare solo quando gli interessa davvero. Spero che quel giorno non ci sia il sole e che non faccia freddo – continua – perché dubito fortemente che ci sia molta affluenza. Spero comunque che le persone votino col cervello e non con la pancia”.
Presente anche l’ex assessore Filippo Candelise che ha posto l’accento “sull’eliminazione, grazie alla riforma del titolo 5 della costituzione, della conflittualità Stato – Regioni che molto spesso – ha detto – ha bloccato il Paese nel recente passato”.
Giulia Prete