
“In caso di vittoria del no al referendum ritengo che il presidente del Consiglio non potrà far altro che prendere atto che questo governo, nato proprio sulla scia della richiesta di una legislatura riformista dall’ex presidente Napolitano, ha esaurito il suo compito e presenterà le sue dimissioni”. A dirlo, durante un dibattito sulle ragioni del sì al referendum costituzionale nella sede di Conflavoro Pmi a Lucca è stato il senatore Pd, Andrea Marcucci.
Dopo una lunga disamina sulle motivazioni a supporto di un voto positivo al referendum confermativo, dalla semplificazione, alla valorizzazione delle consultazioni popolari, al taglio dei costi dell’apparato istituzionale, stimato in circa 500 milioni di euro fra riduzione del numero dei parlamentari e diminuzione dei compensi dei consiglieri regionali, il senatore, affiancato dal sindaco di Capannori e presidente della Provincia, Luca Menesini, ha anche affrontato gli scenari del dopo-voto: “In caso di vittoria del sì, oltre ai benefici in termini di semplificazione della procedura amministrativa e di risparmi, si dimostrerà che la Costituzione è riformabile, così come avevano previsto gli stessi padri costituenti. E non si pensi a coloro che dicono che all’indomani del voto, in caso di successo dei no, si possano subito iniziare i lavori per una nuova riforma costituzionale perché la storia dice che così non è. In caso di vittoria del no, invece, il governo non potrà che prenderne atto e, dopo la necessaria approvazione della legge di bilancio, si andrà ad elezioni anticipate, anche se penso che Mattarella farà di tutto perché questo non accada”. “Comunque – ha chiuso – mi auguro che questa situazione non si verifichi”.