Le mire della Lega alla resa dei conti dopo referendum

25 novembre 2016 | 17:14
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Le mire della Lega alla resa dei conti dopo referendum

Dieci giorni all’esito del referendum. Ovvero dieci giorni alla ripresa del dibattito politico per le amministrative 2017. Già, perché salvo qualche sporadica eccezione, in quest’ultima settimana tutte le energie di politici e partiti sono convogliate sulla consultazione referendaria del 4 dicembre.
Ma l’eco delle parole di Matteo Salvini, questa mattina a Lucca con il suo camper, non sono certo passate inosservate agli analisti più attenti della politica cittadina. E soprattutto non sono passate inosservate ai partiti politici presuntamente alleati della Lega Nord in vista della prossima tornata elettorale. “Alle comunali ci sarà un nostro candidato”, ha detto Salvini alla platea accorsa ad ascoltare il suo comizio per il no al referendum e davanti ai tesserati ed iscritti del partito. Lasciando un po’ di stucco molti, che in giornata si sono interrogati sull’andamento delle trattative per trovare il nome di un candidato condiviso, laddove già era arrivata come un fulmine a ciel sereno la dichiarazione del commissario regionale del partito, Francesco Pellati, che aveva affermato che tutti i nodi si sarebbero sciolti nell’arco di 15 giorni.

Da cosa è nata dunque questa “fuga in avanti” del segretario nazionale del partito, Matteo Salvini? In molti sono pronti a scommettere che, sottotraccia, vi sia una nemmeno troppo sottile polemica con i vertici nazionali di Forza Italia, specialmente con l’ex cavaliere Silvio Berlusconi che negli ultimi giorni ha ipotizzato, in caso di vittoria del no al referendum, una sorta di “Patto del Nazareno bis”, escludendo così dal tavolo le estreme, Lega Nord e Fratelli d’Italia in primis. Una situazione che, inevitabilmente, creerebbe non pochi problemi anche per la nascita delle coalizioni per le prossime amministrative. Ecco che allora la Lega Nord, che auspica autosufficienza anche a livello nazionale, si dichiara pronta, in qualche modo, a correre anche da sola alla conquista di nuovi sindaci anche in territori meno tradizionali, come la Toscana, dove già l’exploit è riuscito a Cascina con Susanna Ceccardi.
Un momento politico delicato, dunque, che ha comunque allungato i tempi della trattativa fra i partiti che, in un secondo momento, avrebbero dovuto aprirsi alle liste civiche del territorio. E che hanno già portato, nell’attesa, alla “rottura” in Agenda per Lucca e alla candidatura in solitario di Marco Chiari per Alternativa Civica.
Il coordinatore comunale di Forza Italia, Maurizio Marchetti, nel frattempo, in attesa dell’esito del referendum, guarda in casa propria, dove le tensioni si stanno via via stemperando proprio in vista delle comunali: “Come ho sempre detto – dice – se vogliamo fare una corsa vincente dobbiamo farla insieme. E in questo senso vedo delle reazioni positive anche dalla parte legata a Matteoli. D’altronde mi sembra che non ci sia l’interesse di nessuno nel continuare a perseguire posizioni stucchevoli e che rischiano di diventare incomprensibili”.
Bocche cucite, invece, sul possibile candidato del centrodestra alle prossime elezioni (seppure siano tanti i nomi trapelati nelle ultime settimane, dalla vicepresidente di Confindustria Lucca – Prato – Pistoia Cristina Galeotti a Mario Pardini, passando per Remo Santini, Donatella Buonriposi e affini). Ma una cosa è certa, al tavolo non è mai trapelato il nome dello storico dell’arte Luca Nannipieri: “Nessuno ha mai parlato di lui – dice Marchetti – nemmeno la Lega Nord, di cui Nannipieri mi risulta essere un sostenitore, lo step precedente a quello di militante”.
Una conclusione, infine, proprio sul tema del centrodestra: “Ad oggi non c’è nessuna rottura nella coalizione che si è presentata alla città a Palazzo Ducale – dice – anzi- Ma è chiaro che se dopo il referendum ci saranno posizione diverse da parte di qualche partito il rischio è di mettere in discussione l’intero quadro e questo diventerebbe problematico, non solo per le candidature, ma anche per tutte le giunte in essere composte e sorrette da Forza Italia, Lega Nord e Fratelli d’Italia”.

Enrico Pace