Professionisti e docenti, un appello per il no

28 novembre 2016 | 17:59
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Professionisti e docenti, un appello per il no

Un appello da parte di professionisti e cittadini di varie estrazioni per il no al referendum. L’appello arriva da Franco Bellato (psichiatra), Giovanni Bolognini (associazione Compartecipo Lucca), Gabriella Fenili (insegnante, presidente dell’associazione La Città delle Donne), Francesco Lastrucci (avvocato), Alessandra Lunardi (docente universitaria), Ilaria Maffei (avvocato), Maria Angela Zumpano (docente universitaria).

“Siamo un gruppo di cittadine e cittadini lucchesi – si legge nell’appello – provenienti da esperienze diverse e di convinzioni differenti; ci accomuna la preoccupazione per il progetto di riforma costituzionale che saremo chiamati a confermare o respingere il prossimo 4 dicembre. Il potere dell’esecutivo verrà aumentato senza che siano rafforzati i controlli e i contrappesi. Già oggi il governo esercita un’influenza pervasiva nel processo legislativo, con gli strumenti della decretazione d’urgenza, delle leggi-delega, della questione di fiducia: più dell’80 per cento delle leggi approvate sono di iniziativa governativa. A questi poteri se ne aggiungono di nuovi, a cominciare dalla “data certa” per le leggi che il governo indica come essenziali per l’attuazione del suo programma e dalla possibilità di invocare l’interesse nazionale per le materie di competenza delle Regioni”.
“Il Senato – proseguono – non sarà più eletto direttamente dai cittadini e si indebolirà il ruolo del Parlamento, con preoccupanti effetti sull’elezione del Presidente della Repubblica e dei membri della Corte Costituzionale. Istituti come lo statuto delle opposizioni o i referendum propositivi nella riforma sono solo vagamente enunciati rimandando a leggi e regolamenti parlamentari successivi, legati alle contingenze politiche del momento. Infine, temiamo che la riforma, fin dal modo confuso, farraginoso e a volte contraddittorio con cui è scritta, sia il sintomo di una tendenza preoccupante: considerare la Costituzione, anziché come la legge fondamentale che garantisce i diritti di tutti, come una risorsa a disposizione nel gioco della politica quotidiana. Per queste ragioni voteremo no nel referendum del 4 dicembre”.