Sentenza decreto Madia, no effetti su partecipate. Per ora

Cosa c’entra il decreto Madia, di recente dichiarato parzialmente anticostituzionale, con il referendum di domenica 4 dicembre? Nulla, verrebbe da dire. E invece no, perché la conferma o meno dell’attuale assetto del governo Renzi potrebbe condizionare e non poco l’attuazione della razionalizzazione voluta dal ministro.
Tutta l’attenzione, almeno a livello locale, è concentrata sulla complessa disciplina delle società partecipate, croce e delizia delle amministrazioni comunali. In attuazione, o in attesa, del decreto Madia e dei suoi regolamenti attuativi, infatti, in questi mesi si è mosso l’amministratore unico della Lucca Holding, Andrea Bortoli, compreso anche il tema controverso della scissione asimmetrica di Gesam. In molti, in questi giorni, si sono chiesti se la pronuncia della Corte Costituzionale possa avere qualche effetto sulle decisioni prese, o da prendere, dal Comune di Lucca in ordine alle proprie società partecipate. La sentenza della Corte specifica che la pronuncia non tocca i regolamenti attuativi. E comunque il tema delle partecipate nulla ha a che fare su questioni di conflitto di competenze fra Stato e Regioni.
Resta il fatto che un’eventuale vittoria del no al referendum avrebbe sicuramente un effetto politico su tutto il percorso avviato dal primo governo Renzi. E si tornerebbero a mettere in discussione tutte le norme previste per l’alleggerimento, da parte dei Comuni, delle partecipazioni in altri società, specie in quelle non strumentali.
Ecco perché l’appuntamento del 4 dicembre diventa in qualche modo anche uno spartiacque anche per gli effetti del decreto Madia.