Referendum, l’appello di Sarti Magi agli studenti per il no

Una lettera da Michele Sarti Magi, studente ed attivista, per spiegare le ragioni del no al referendum. E’ quella che invia, in forma aperta, ai suoi coetanei come appello al voto. “Sono Michele Sarti Magi, un giovane come voi dice Ho 19 anni, sono uno studente e abito a Lucca, in Toscana. Scrivo questa lettera ai tanti giovani o studenti, che come me sono chiamati a votare per il referendum costituzionale del 4 dicembre. Voglio condividere con voi il mio pensiero, il mio NO a questa riforma e vi chiedo di votare. Votate, anche se non come me, ma votate: il voto è l’elemento più democratico che abbiamo ed è nostro, sacro, libero e segreto”.
“La Costituzione – inizia entrando nel merito – ma non era la più bella del mondo? Come mai, viste le condizioni dell’Italia oggi, c’è bisogno di cambiare la Costituzione? Siamo davvero sicuri che il problema dell’Italia oggi sia la carta costituzionale? Il 4 dicembre andremo a votare una riforma incomprensibile che per essere capita necessita di uno sciamano, neanche di un traduttore. La Costituzione, secondo me, deve essere semplice e comprensibile. Abolisce il bicameralismo? No, lo rende più confuso. Camera e Senato rimangono, soltanto che il Senato non sarà più composto da 315 senatori, ma da 100 senatori, non più eletti dai cittadini, ma nominati dai partiti. Questi nuovi senatori saranno presi dai consigli regionali o dai Comuni e avranno l’immunità parlamentare. La famosa navetta per l’approvazione di una legge si moltiplica in 12 strade possibili e non è vero che il bicameralismo perfetto causa la lentezza dell’approvazione di una legge. Pensate: la legge sul finanziamento pubblico ai partiti è stata approvata in pochi giorni…”
“Riduce i costi della politica di 500 milioni di euro? – prosegue Sarti Magi – Assolutamente no, è una balla. La ministra Boschi, rispondendo ad un interrogazione parlamentare dell’8 giugno scorso, ha confermato un risparmio di 500 milioni di euro l’anno, se la riforma passa. Uno studio di Roberto Pierotti, commissario governativo alla spending review, smentisce i numeri fasulli della ministra. Con l’abolizione del Cnel non si risparmieranno 20 milioni ma 3, con l’abolizione delle province si risparmieranno 0 euro, poiché non c’entra niente con la riforma costituzionale perché appartiene alla legge Delrio. Con i tagli del Senato si risparmieranno nel 2020 107 milioni, mentrenel 2030 161 milioni. 20 milioni circa dalla riduzione dei costi nelle amministrazioni regionali. Questo è il grande risparmio? Lo sapete che l’Italia spenderà nel 2017 23 miliardi in spese militari, ovvero con questo shopping bellico pagheremo 64 milioni di euro al giorno? Eravate a conoscenza del fatto che il nostro paese ha speso 175 milioni di euro per l’aereo di Renzi? Lo paghiamo 40mila euro al giorno. Inoltre lo sapete che perdiamo 250 miliardi l’anno di evasione fiscale? E il finanziamento pubblico ai partiti? All’editoria?
Questa riforma, inoltre, allontana i cittadini dalla democrazia perché le firme per presentare un disegno di legge di iniziativa popolare saranno 150mila e non 50mila”.
“Ragazzi e ragazze – conclude – troppo potere al governo centrale, minor tempo per approvare una legge vuol dire fare le cose in fretta e male, revisioni veloci e lavori part-time tra Comune e Senato sono un modo per svalorizzare un sistema democratico, la riforma è incomprensibile, bugie e slogan finti, serve altro per votare no? I problemi del paese sono altri. Studenti e amici, studiamo, non facciamoci mettere i piedi in testa e costruiamo ci uno splendido futuro. Saremo noi la nuova generazione, e ricostruiremo l’Italia che ci hanno distrutto”.