
Mentre il fronte lucchese del sì al referendum si lecca le ferite di una “sconfitta senza mezzi termini”, come l’ha definita lo stesso senatore del Pd, Andrea Marcucci, i sostenitori del no alla riforma costituzionale messa a punto dal governo Renzi gongolano. Tra di essi, ci sono anche esponenti della maggioranza che sostiene il sindaco Alessandro Tambellini e che non hanno mai nascosto la loro contrarietà alla riforma così come era stata studiata. Tra questi anche Claudio Cantini, capogruppo di Lucca Civica, che affida a Facebook un primo commento “a caldo”: “La storia insegna, forse qualcuno non l’ha imparato”.
Nel centrodestra c’è chi è convinto che l’esito del referendum avrà delle immediate ripercussioni anche a Lucca. “Il dato del referendum a livello locale ci vede pienamente soddisfatti e credo che apra degli scenari interessanti nel percorso verso le elezioni amministrative a Lucca – spiega il coordinatore provinciale di Forza Italia, Maurizio Marchetti -: già prima di questo voto ho visto una buona unità nei partiti del centrodestra, che mi auguro venga ulteriormente consolidata anche dall’esito di questo voto. Tra le righe del Pd, e in particolare del Pd di Lucca, invece, vedo profonde divisioni, che sono state messe in risalto anche nella campagna per il referendum e che peseranno sicuramente anche al prossimo appuntamento elettorale. Per governare serve compattezza, e da parte nostra lavoreremo per renderla ancora più salda a centrodestra. Il voto per il referendum? Io – spiega Marchetti – ho votato no, non perché sia contrario alle riforme, ma perché ritengo che vadano messe a punto e proposte con il coinvolgimento di una vasta maggioranza, non come ha fatto Renzi imponendo la sua linea”.
E’ lapidario Massimo Mallegni, vice coordinatore provinciale di Forza Italia e sindaco di Pietrasanta: “Gli italiani – dice – si sono ribellati. La riforma non è passata. Il risultato parla chiaro. L’impegno deve essere ora quello di riformare il paese, possibilmente tutti insieme, nell’interesse esclusivo della comunità”, sostiene Mallegni che è stato uno dei principali sostenitori in Toscana del no. “Gli italiani devono avere una costituzione moderna – prosegue -, poter eleggere i propri rappresentanti Parlamento, e sapere chi sono, il presidente Repubblica e il primo ministro. La macchina Stato deve essere più veloce, efficiente ed efficace. Dobbiamo anche imporre una aliquota mattina sulla pressione fiscale. Da domani questi sono gli impegni di Forza Italia”.
Esulta anche Fratelli d’Italia con Marco Santi Guerrieri: “Il referendum costituzionale fortemente strumentalizzato dalla sinistra renziana lucchese e non solo, non ha trovato il consenso della cittadinanza lucchese che lo ha respinto al mittente. Un importante punto di vantaggio e nuove certezze a favore dell’area partitica e civica locale di centrodestra. Subito al lavoro quindi per individuare il candidato sul quale puntare alle prossime amministrative e sul quale fare convergere uomini, idee e programmi”.
A Lucca alcuni collettivi e sindacati organizzano per domani pomeriggio (5 dicembre) alle 17,30 un presidio in piazza del Giglio per festeggiare la vittoria del no. L’iniziativa è sostenuta in particolare da il Tafferuglio, Cip San Concordio, Cobas Scuola, Collettivo Autonomo studenti lucchesi, Collettivo di lotta per la casa, Rifondazione Comunista, Torpedo, Unione sindacale di base.
“Domenica 4 dicembre – si legge in una nota -siamo riusciti ad affermare il no nelle urne, ma a partire dal 5 dicembre dobbiamo portare questo no nelle strade, per rivendicare una vittoria che altrimenti rischia di essere capitalizzata da forze politiche che hanno promosso il No soltanto per un calcolo elettorale. Stasera Renzi ha annunciato le sue dimissioni. E’ un grande risultato a cui siamo fieri di aver contribuito con il nostro impegno volto a costruire un no sociale che si esprimesse nelle urne. Ma queste dimissioni non ci bastano e non possono farci stare tranquilli. Se al governo Renzi succederà un altro governo a guida Pd o un governo tecnico allo scopo di rassicurare i mercati e le istituzioni europee e garantire stabilità e governabilità al Paese, la nostra necessità di resistere e di restituire al mittente austerità e sacrifici non sarà cambiata”.