
Le primarie del Pd a Lucca saranno tali solo se scenderà in campo anche il consigliere regionale Stefano Baccelli: questo è l’invito rivolto oggi (9 dicembre) dal presidente del consiglio comunale e candidato sindaco Matteo Garzella. Il motivo è chiaro: se le primarie dovessero svolgersi soltanto tra lui e Tambellini sarebbero ‘finte’ e si paleserebbe – secondo Garzella – un accordo tra l’area renziana ed i sostenitori dell’attuale primo cittadino per limitare i danni ed arrivare ad una vittoria sicura. “E’ nota la volontà di Baccelli di candidarsi ad amministrare questa città – afferma – per cui chiedo a lui ed all’area renziana di uscire allo scoperto”.
Il presidente del consiglio comunale ritiene che le primarie possano dirsi ‘reali’ e veramente competitive soltanto se a correre saranno le tre cariche principali del momento (la sua, quella di sindaco, quella di consigliere regionale) e scansa le voci su una sua azione da apripista proprio per la candidatura di Baccelli: “Se così fosse – osserva – avrei già fatto un passo indietro sostenendo apertamente Stefano come sindaco. Non esistono accordi per il dopo, se non quello per cui gli sconfitti dovranno collaborare con in vincitori per il successo del Pd. Io non ho paura né di Tambellini né di Baccelli”.
L’analisi di Garzella prende le mosse dalle ultime dichiarazioni del senatore Andrea Marcucci: “Chiedo le primarie dal luglio scorso, anche se questo ha voluto dire essere una voce isolata, soggetta ad attacchi personali molto gravi. Credo che siano un elemento di unione, una festa per i cittadini. Sono felice che Marcucci dopo mesi di silenzio abbia rilanciato la mia proposta. Il senatore ha anche detto che se il sindaco ha amministrato bene non deve avere timore delle primarie: in parte è vero, lo dicono anche i sondaggi, no?”.
C’è però più di un punto, nei contenuti espressi da Marcucci, che Garzella non digerisce: “Non mi è piaciuto che abbia detto che le primarie si fanno per statuto e non perché i cittadini chiedono un cambiamento. Spero che sia stata una svista e che possa correggersi. In realtà i cittadini chiedono di cambiare e si capisce anche dal referendum. A Lucca è stato un voto contro questa amministrazione e pazienza per chi dice il contrario. Renzi ha colto subito questo elemento, dimettendosi. Solo a Lucca Marcucci e Tambellini e Andreuccetti nonostante la sconfitta al referendum non si sono accorti di cosa significa quel voto. Sono le stesse indicazioni che ha dato il Pd regionale, tacciando Enrico Rossi di non essersi attivato a sufficienza per i capoluoghi della costa toscana. Tutto questo mi fa pensare che la visione di primarie di Marcucci sia quella di uno strumento finto: ma la gente non vuole primarie fatte tanto per farle. Sarebbe un’ulteriore offesa verso i cittadini lucchesi che devono scegliere la guida della città. Se ho sentito Baccelli? No, ma ribadisco che se non partecipa anche lui, se siamo solo io ed il sindaco, si paleserà un inciucio tra l’area renziana e i tambelliniani, per far stravincere il candidato ufficioso, che è Tambellini”.
Garzella ricorda la strada percorsa dalla metà del luglio scorso e gli attacchi subiti: “Gli ultrà del sindaco – attacca duramente – hanno cercato di colpire la mia sfera personale. Questo non è fare politica. Si sono inoltre resi conto di quanto fossero fuori luogo quando hanno cercato di attaccarmi anche sulla questione della donna aggredita a sant’Anna: ho ribadito questo concetto al bar da dove la mia campagna è partita”.
Le primarie, per il presidente del Consiglio comunale, devono essere fatte al più presto: cioè molto prima delle indicazioni date dal Pd regionale che, se si dovessero fare, parla di fine febbraio-inizio marzo. “Se così fosse – continua Garzella – dopo mancherebbe il tempo necessario per ricompattare la coalizione. Bisogna agire in fretta, per evitare di riproporre anche a livello locale le accozzaglie viste su scala nazionale”.
E se, alla fine, le primarie non si facessero? “In quel caso io ed il mio staff valuteremo strada facendo le misure da adottare – conclude – ma mi auguro che questo scenario non si concretizzi. Una cosa è certa: mi possono accusare di quello che vogliono, ma non di non avere giocato a carte scoperte fin da subito. Devo invitare io Baccelli, perché manca volutamente una guida del partito: quando Bambini si dimise chiesi subito un nuovo soggetto, ma tutto è fermo per una precisa volontà”.