
Tambellini si ricandida, parte la lunga marcia verso le amministrative del 2017. E il primo a rispondere all’ufficializzazione della corsa al Tambellini-bis è Matteo Garzella, il presidente del consiglio comunale che da un mese aveva già annunciato di voler partecipare alla partita per la carica di sindaco e aveva richiesto le primarie di partito. Ma dopo l’uscita di Tambellini Garzella ritira la richiesta di primarie e correrà da solo, fuori dal Pd “ufficiale” e senza passare dalla consultazione popolare, ritenuta una “farsa” perché sarebbe, per il presidente del Consiglio, frutto di un accordo interno del Partito Democratico a favore di Tambellini.
Quel Pd che, proprio oggi, ha scelto di nominare Stefano Bruzzesi, già responsabile degli enti locali del Pd regionale, come commissario del partito a Lucca.
Nell’annunciare la sua candidatura Matteo Garzella parte da lontano. “Siamo arrivati al dunque – dice – Alla ricandidatura del sindaco che conferma tutto quello che in questi mesi abbiamo evidenziato: il sindaco ha costruito questa ricandidatura tutta dall’alto. Prima facendo intervenire i suoi vari portavoce di vecchie e nuove liste per sbarrare la strada alle primarie e per attaccare chi come me parlava di necessità di cambiamento. Poi ha avviato una evidente trattativa tutta interna al salotto della politica tra Garfagnana e città che è passata dal sostegno tiepido al sì (mentre i suoi sostenitori, incluso il capogruppo del Pd e della sua lista civica sostenevano il no) e dal sostanziale ritiro da parte del senatore Marcucci della candidatura di Baccelli. Ritiro chiarito con le affermazioni di elogio da parte di Marcucci nei confronti della giunta Tambellini e con la non risposta dello stesso Baccelli, trincerato dietro le regole, per non dover dire esplicitamente che gli hanno chiesto di fare posto all’inciucio con il sindaco uscente dopo la sconfitta sia sul Comune che sulla provincia del sì. Sconfitta che avrebbe dovuto invece far capire la necessità di cambiamento”.
“Infine – prosegue Garzella – ecco aprirsi la settimana con l’incontro riservato del sindaco con il partito regionale evidentemente per decidere come raccontare l’accordo e chissà, magari, anche come incrociarlo stavolta anziché con il referendum con il congresso (dove il sindaco dovrebbe sostenere il suo primo sponsor Enrico Rossi ma non ha avuto ad oggi il coraggio di dire nulla in tal senso). Oggi infine leggiamo della sua lettera ossequiosa e riverente a quel Pd regionale di cui sembra un adepto fedele e innamorato dopo aver negato a settembre la sua disponibilità a dichiararsi leale al partito. Una lettera che anticipa che c’è stato un accordo di potere dall’alto che si manifesta nel plauso per la ricandidatura del senatore Marcucci, che richiede delle primarie che sarebbero chiaramente finte”.
“La cosa poi inquietante della lettera di ricandidatura piena di miele per il Pd – prosegue il presidente del Consiglio – è l’allergia per la democrazia che il sindaco uscente manifesta. Allergia alla democrazia interna , visto che evidenzia come le primarie siano per lui un fastidio, che servirebbero solo a dividere anziché unire. Allergia ancora più forte, e quasi una lesa maestà, visto che afferma che non avrebbero senso le primarie, dato che in questi anni nessuno del Pd ha mai sviluppato una discussione sul lavoro della giunta e quindi nessuno evidentemente, secondo lui, si può permettere di farlo adesso. È ancora più grave il fatto che il sindaco manifesti nella sua lettera allergia alla democrazia delle elezioni, visto che dai toni si capisce come per lui il risultato del voto sarebbe quasi scontato a suo favore. Non a caso nella prima versione, non smentita, della lettera, affermava come le primarie sarebbero state secondo lui un mezzo per riposizionare qualcuno che poi avrebbe trattato per posizioni di governo. Una cosa che fa capire come per lui le elezioni di Lucca sono già scritte e anche già votate e vinte”.
“A questo punto – è la conclusione – per coerenza e rispetto della lealtà al Pd tradita dal sindaco, devo annunciare una scelta obbligata. La scelta è quella più fedele alla domanda di cambiamento della città e di rispetto della storia che ho difeso e rappresentato in questi mesi solo io e che i vertici del Pd locale hanno preferito sostituire con un accordo che ha reso le primarie possibili e odiate dal sindaco una farsa. La scelta è che, con grande felicità del sindaco, do appuntamento a maggio-giugno al primo turno delle elezioni amministrative che diventano le vere primarie, le primarie della città. Dove io mi candido per cambiarla e migliorarla e il sindaco a lasciarla come è. Quel giorno vedremo se le elezioni sono una formalità già scritta e le primarie sarebbero state solo un fastidio o un rito formale, come pensa il sindaco uscente e chi ci ha fatto un accordo che ha tradito i valori del Pd e del centrosinistra. Buona campagna elettorale a tutti”.