
Protesta ieri mattina (27 dicembre) del collettivo di lotta per la casa negli uffici del Comune di Lucca. Obiettivo trovare una sistemazione a una donna senza casa con due figli di uno e due anni.
“Dopo due settimane di telefonate senza risposta – dicono dal collettivo – siamo entrati e abbiamo preteso che un responsabile ci parlasse. Con noi c’era una signora con due figli di 1 e 2 anni che da troppo tempo è senza un’abitazione. Sahida a luglio di quest’anno ha infatti dovuto abbandonare la casa dove precedentemente abitava dopo aver subito violenza dal proprietario. E’ stata così trasferita in una struttura d’emergenza gestita dalla diocesi e, in seguito, in una casa famiglia sovraffollata a Marlia, dove risiede attualmente insieme ai due bambini, con il contratto in scadenza. Entrambe le “soluzioni”, già di per sé improprie e inadeguate, dovevano essere un’alternativa temporanea che invece si sta protraendo da troppi mesi con conseguenze e risvolti drammatici per l’intera famiglia e soprattutto per i due minori”.
“La donna e i due bambini – proseguono i due – sono illegittimamente separati dal marito e padre, che non può trattenersi con loro all’interno della casa famiglia e vive attualmente per strada in un alloggio di fortuna. La donna inoltre, sola e senza macchina, deve ogni giorno recarsi a Pisa per l’unico lavoro precario e sottopagato che è riuscita a trovare, e non ha strutture a cui affidare i propri bambini. Un fatto questo che potrebbe rappresentare un grave impedimento per il mantenimento della sua occupazione, l’unica fonte di sostentamento per la famiglia, che non è attualmente nelle condizioni di pagarsi un contratto d’affitto a prezzo di mercato. In questa situazione precaria, che continua a nuocere gravemente alla sua salute e alla serenità della sua famiglia, lei chiede solamente di avere una casa dignitosa per lei e i suoi bambini, dopo che questa estate aveva già manifestato pubblicamente il suo disagio e da mesi cerca l’aiuto (inesistente) degli assistenti sociali”.
Il responsabile dell’ufficio casa ha ricevuto il collettivo: “Il responsabile Aldo Intaschi – spiega il collettivo – ha più volte detto che “non ci sono soluzioni” e che la signora deve trovarsi una casa in affitto sul mercato privato con un contributo minimo del comune, mentre al resto della quota di affitto dovrebbe provvedere autonomamente. Peccato che nessuna agenzia immobiliare e nessun privato accetti questo contributo del Comune come garanzia e di fatto la famiglia è tagliata fuori anche da questa soluzione che in realtà non risolve nulla. Intaschi ha dichiarato di non credere a questa situazione e ha ribadito che il Comune non può fare niente perché non ci sarebbero, a suo dire, case per tutti. In realtà nella nostra città le case ci sono eccome: spazi abbandonati, case sfitte e risorse da destinare. Manca la volontà di fare riforme radicali e di andare realmente incontro alle persone”.
“Di fronte questo disinteresse – chiude il collettivo – non possiamo che ribadire che noi la casa la vogliamo per tutti, e che non ci fermeremo finché non sarà così. Continueremo a dare assistenza a chi è sotto sfratto, è senza casa e vive in una situazione di disagio abitativo. Questa donna è una delle tante persone che vivono senza un tetto dignitoso, senza potere stare con i suoi cari, con un lavoro precario che non permette di pagarsi un affitto”.
Lo sportello del collettivo di lotta per la casa è aperto il lunedì (dalle 17 alle 19) alla biblioteca popolare di San Concordio.