
Eppur si dialoga. Una cosa quasi inimmaginabile solo qualche mese fa. Il Pd lucchese, infatti, ieri sera (3 gennaio) a Firenze è tornato a sedersi intorno allo stesso tavolo per merito dei buoni uffici del commissario Stefano Bruzzesi. Un incontro interlocutorio in cui il sindaco uscente, Alessandro Tambellini, accompagnato dal suo capo di gabinetto Luca Galli, si è confrontato con il senatore Andrea Marcucci e l’assessore regionale Marco Remaschi. Prove tecniche di disgelo e un tentativo, seppure mediato dal commissario, di trovare un equilibrio in vista di una eventuale ricandidatura di Tambellini alle amministrative di primavera.
Il gioco tattico è chiaro. Entro il 16 gennaio si dovrà chiarire se ci sono altri candidati, oltre a Tambellini, per la carica di sindaco all’interno del Pd. La componente renziana del partito, che vorrebbe la discesa in campo di Baccelli, utilizza questo “spauracchio” per riaprire un rapporto che, oggettivamente, negli ultimi cinque anni non c’è stato. Dall’altra Tambellini rivendica autonomia nelle scelte, soprattutto nella squadra di governo della città, ma il fatto stesso che abbia acconsentito all’incontro “segreto” di Firenze dimostra che l’intenzione di trovare l’equilibrio fra autonomia, dialogo, responsabilità e rispetto delle diverse posizioni esiste.
Da parte di tutte le componenti, specie dopo l’esito del referendum, c’è la convinzione che il risultato delle prossime elezioni non sia affatto scontato, tanto più se la coalizione di centrosinistra arrivasse a presentarsi divisa. Ecco allora, seppur con reciproco sospetto, che si cerca di trovare la quadra, evitare lo stillicidio delle primarie e magari evitare il più possibile la diaspora verso liste civiche o esperimenti indipendenti (dato per perso Garzella ci sono sempre le “partite aperte” di Del Ghingaro e Tagliasacchi).
Allo stesso tempo la coscienza, a sinistra, è che le proprie mosse siano attesa anche dal centrodestra che sceglierà il proprio candidato sulla base delle scelte definitive di chi è al governo in questo momento. In attesa dell’avvio dell’attività dei saggi messi in campo dalle liste civiche e dell’uscita allo scoperto dei partiti tradizionali (Forza Italia, Fratelli d’Italia e Lega Nord), sempre tenendo conto dell’anima critica rappresentata dall’esperimento di Alternativa Civica in Provincia, il primo movimento a “scendere in campo” è stato il nuovo LiberaLucca di Marcello Pera. Pronto a candidare, secondo identikit diffuso dallo stesso presidente emerito del Senato, Mario Pardini, giovane imprenditore e volto ritenuto adatto per il rinnovamento dell’immagine del centrodestra a livello locale. Potrebbe essere lui a doversi giocare un posto da candidato con il giornalista Remo Santini, nome in pole per mettere insieme le diverse anime del centrodestra ma a cui dovrebbe essere garantita autonomia rispetto alle liste e alle sigle del passato per una esperienza completamente civica.
Il tutto, però, senza dimenticare di fare i conti con il Movimento Cinque Stelle, che da mesi sta preparando il programma per le prossime elezioni e che con tutta probabilità sceglierà in rete il proprio candidato sindaco e i componenti della lista da certificare. Senza dimenticare l’esperienza di Lucca, avanti tutta di Matteo Garzella, presidente del consiglio comunale che si è ufficialmente candidato a sindaco della città, ma anche Fabio Barsanti di Casapound e il futuro candidato della sinistra unita, che dovrebbe convogliare su Roberta Bianchi, attuale capogruppo della Federazione della Sinistra in consiglio comunale, già candidata sindaco nel 2007.
Di certo i prossimi saranno poco più di dieci giorni (deadline il 16 gennaio, per le scelte del Pd) più importanti per capire i futuri scenari. Dopo inizierà una battaglia senza esclusione di colpi.