Pd, sì condizionato al Tambellini-bis

7 gennaio 2017 | 13:39
Share0
Pd, sì condizionato al Tambellini-bis

Un sì condizionato al Tambellini-bis. Questo quanto emerso nella riunione di oggi del Pd comunale, attualmente guidato dal commissario Stefano Bruzzesi (assente però all’incontro), della componente renziana del partito, guidata dal senatore Marcucci e dall’assessore regionale Marco Remaschi e con in testa il consigliere regionale Stefano Baccelli. In sostanza la mediazione proposta sarebbe quella di dare il via libera alla corsa per un secondo mandato al sindaco uscente, a patto che lo stesso si impegni a riaprire un dialogo con la componente renziana del partito e, come naturale corollario, a dare adeguato spazio nella prossima squadra di governo e nelle società partecipate alla stessa.

Una sorta di “modello Rossi”, quindi, quello che ha garantito all’attuale governatore della Toscana di poter correre per il secondo mandato (ma in quel caso le primarie saltarono perché nessuno riuscì a trovare le firme per contrapporsi a Rossi), pur non rappresentando la componente più vicina all’ex presidente del Consiglio. Nella riunione, insomma, si è certificato che negli ultimi cinque anni di esperienza di centrosinistra alla guida del governo cittadino non c’è stato spazio né dialogo per consiglieri e iscritti al partito vicini alle posizioni dei renziani del Pd, in primis del consigliere regionale Stefano Baccelli. Una condizione che non verrebbe più accettata dagli stessi, e non tanto per questione di poltrone quanto per motivare i possibili futuri candidati consiglieri ad appoggiare un eventuale Tambellini-bis durante la campagna elettorale. Come dire, se Tambellini si vuole candidare senza passare dalle primarie deve spiegare come intende garantire gli equilibri con quella parte di partito che non lo appoggia convintamente e con cui, comunque, deve far conto. E le alternative diventano, a quel punto, o un Tambellini-bis con un necessario coinvolgimento serio di una parte importante del partito, che chiede la dignità che le è stata negata negli ultimi anni, oppure il ricorso alle primarie per scegliere il futuro candidato sindaco espressione del Pd.
Coinvolgimento che non passa necessariamente dalla concessione di spazi nel governo cittadino ma che potrebbe portare, come naturale corollario e come apertura verso posizioni meno rigide, la presenza di tre assessori in giunta in ruoli chiave, fra i quali con tutta probabilità il vicesindaco, e due presidenze di partecipate “pesanti”.
Quella discussa dai renziani nella riunione di questa mattina, comunque, non è una proposta da sottoporre al primo cittadino uscente ma una ipotesi di lavoro per risolvere l’impasse da qui al prossimo 15 gennaio, data della scadenza della presentazione di eventuali altre candidature. Se il sindaco, in qualche modo, anche attraverso l’opera di mediazione del commissario Stefano Bruzzesi, dovesse “aprirsi” a un dialogo necessario, prodromo di un accordo di legislatura, si andrebbe avanti con la candidatura del sindaco uscente. Altrimenti si riapre, inevitabile, la possibilità del ricorso alle primarie. E a quel punto ritornerebbe prepotentemente in gioco la candidatura del consigliere regionale Stefano Baccelli, fra i fautori della possibilità di un’apertura senza scontri verso un Tambellini-bis ma con le necessarie garanzie di coinvolgimento nella vita amministrativa del Comune.
Nel frattempo il presidente del Consiglio, Matteo Garzella, si è invece chiamato fuori dalla partita del Pd e ha comunicato di candidarsi ugualmente come sindaco con la sua lista civica “Lucca, avanti tutta” (Leggi l’articolo). Al lavoro la prossima settimana, invece, il commissario Stefano Bruzzesi che ha invece comunicato l’intenzione di voler chiudere la partita, in un senso o nell’altro, al massimo entro mercoledì della prossima settimana.