
Pd, sono i giorni delle grandi manovre. Per il commissario Stefano Bruzzesi entro mercoledì si deve definire la partita: o la candidatura di Alessandro Tambellini con l’assenso convinto di tutte le componenti del partito (e un passo indietro del sindaco uscente nella sua rigidità nei confronti dei renziani) oppure si va alle primarie per scegliere il candidato.
Una situazione fluida, aperta ad ogni possibile soluzione e in cui, sostanzialmente, le posizioni sono tre ed è tutto da verificare se possano essere conciliabili. Da un lato c’è Alessandro Tambellini con il suo entourage che ritiene di aver già risposto alle sollecitazioni arrivate nella famigerata riunione tenutasi a Firenze con il comunicato di venerdì scorso, in cui ha affermato la necessità dell’unità pur rivendicando una certa autonomia di azione nelle sue scelte di governo della città. Una risposta che non è stata avvertita come una sostanziale apertura da parte dei renziani che, riunitisi sabato mattina, hanno ribadito come il problema non sia tanto quello di appoggiare o meno il sindaco uscente quanto quello di avere riconoscimento e dignità. Dopo cinque anni in cui i renziani, in sostanza, hanno vissuto l’esperienza della consiliatura da separati in casa, mai ascoltati o consultati su tematiche essenziali vorrebbero non ripetere questa esperienza. Pena, questa la criticità, un appoggio blando, se si andasse avanti con la candidatura Tambellini, durante la campagna elettorale ed anche la difficoltà nella composizione della lista del Pd, dalla quale alcuni esponenti delusi si sfilerebbero proprio per non impegnarsi per un bis di Tambellini alla guida della città.
Il punto di mediazione è quello proposto proprio dal commissario Stefano Bruzzesi: un segnale tangibile alla componente renziana di attenzione, di riconoscimento, di piena dignità. Che prevederebbe anche la “promessa” di adeguata rappresentanza in giunta ma con esponenti non genericamente ritenuti vicini alla componente renziana ma indicati e segnalati con una rosa di nomi.
Quelle dei prossimi giorni, dunque, saranno ore decisive per trovare il bandolo del matassa. Ma se dovessere risultare chiaro che nessuna mediazione è possibile si andrebbe dritti verso le primarie. A quel punto in pole position tornerebbe la candidatura del consigliere regionale Stefano Baccelli mentre con tutta probabilità Tambellini tirerebbe diritto candidandosi con una serie di liste civiche di supporto. Da capire, a quel punto, se invece Matteo Garzella, che è pur sempre un iscritto Pd, si dichiarerebbe disponibile a correre per le primarie contro Baccelli o se continuerà anche lui con l’esperienza indipendente di “Lucca, avanti tutta”.