Colucci: sbagliato candidarsi senza programma condiviso

29 gennaio 2017 | 14:32
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Colucci: sbagliato candidarsi senza programma condiviso

“Candidarsi senza una condivisione sulle cose da fare, senza consensi sul programma, vuol dire continuare nell’errore più volte fatto in questa seconda repubblica, dell’uomo solo al comando valido per tutte le stagioni, con tutti i fallimenti che questo ha portato”. Una presa di posizione firmata da Francesco Colucci, sostenitore di Libera Lucca, che sembra prendere di mira i recenti movimenti nel centrodestra lucchese e in particolare la candidatura a sindaco del giornalista Remo Santini. E’ per questo che l’ex presidente Apt, in un intervento sul suo blog, ricorda l’appello degli ultimi giorni di Marcello Pera: prima ragionare sui programmi, poi guardare ai nomi.

“Marcello Pera ha affermato più volte che è prematuro fare nomi per candidati a sindaco se prima non si è discusso e definito che cosa vogliamo proporre alla città, se non stabiliamo un programma chiaro, che consenta di aggregare, su quello, le forze vive della società civile, verificare chi intende impegnarsi per realizzarlo e solo dopo possiamo definire insieme la squadra e il candidato sindaco, alternativo al Pd e a Tambellini. Fare il contrario, candidarsi senza una condivisione sulle cose da fare, senza consensi sul programma, vuol dire continuare nell’errore più volte fatto in questa seconda repubblica, dell’uomo solo al comando valido per tutte le stagioni, con tutti i fallimenti che questo ha portato. Questo errore noi di Libera Lucca non lo vogliamo più fare”.
“Prima – aggiunge Colucci – si devono definire le cose da fare, cosa ci differenzia da Tambellini, come lo vogliamo fare, poi vediamo chi ci sta e chi candidiamo. Esiste poi un’altro motivo ugualmente valido che richiede di andare avanti senza furie e fughe in avanti, che non hanno giustificazioni oggettive, se non personali. La situazione politica è in forte movimento: D’Alema ha annunciato la costituzioni di gruppi separati nel Pd, per prepararsi alla scissione, la minoranza Pd, non la esclude più come faceva prima. A destra Salvini e Meloni con un gruppo di forzisti dissidenti vuole costringere Berlusconi ad un accordo vincolante ma anche qui si potrebbe consumare un violento strappo con liste separate. Qualcuno pensa onestamente che se ci sarà la scissione nel Pd, la situazione di Tambellini non cambierà? Ed ugualmente se Salvini e la Meloni andranno per conto loro, non ci saranno ripercussioni ne centro-destra? E’ pensabile che un candidato proposto oggi, in una situazione politica completamente diversa a sinistra come a destra, possa andar bene anche dopo? C’è qualcuno con l’anello al naso che possa credere a questo? Usando termini calcistici, un candidato di oggi, chiunque sia, cambiando il quadro politico, non arriverebbe a mangiare la colomba pasquale”.