Comunali, Remo Santini lancia la sfida per il centrodestra

30 gennaio 2017 | 11:18
Share0
Comunali, Remo Santini lancia la sfida per il centrodestra

Da giornalista a politico, un passaggio non immediato. Ma Remo Santini, caposervizio da 15 anni de La Nazione di Lucca, ha deciso di fare il grande passo e dopo aver chiesto e ottenuto l’aspettativa dal giornale si è presentato questa mattina ufficialmente all’Hotel Celide come candidato sindaco per il centrodestra per le prossime amministrative.
Tecnicamente Santini si candida alla guida di una lista civica di persone nuove alla politica che porterà Lucca nel nome, ma su di lui confluiranno il listone civico che vede al suo interno i rappresentanti, fra gli altri, di Alternativa Civica e Per Lucca e i suoi paesi e i partiti tradizionali. E non è escluso che, alla fine, il percorso comune non coinvolga anche quella LiberaLucca fondata dal presidente emerito del Senato Marcello Pera che, per ora, alla candidatura Santini ha fatto eccezioni più nel merito che nel metodo.

Ma intanto l’avventura del giornalista 50enne, nato a Chicago da genitori lucchesi e tornato nella città delle mura all’età di due anni, è partita. Jeans, scarpe da ginnastica, giacca scura e camicia chiara ha mostrato convinzione, determinazione e un pizzico di emozione, rotta soltanto dopo qualche minuto dalla presentazione. Accanto a Santini, per ora, l’ex consigliere comunale Giovanni Torre e Massimiliano Paluzzi, che si occuperà della comunicazione della componente “civica” delle liste a sostegno.
“Per prima cosa – dice il neoesponente politico – ringrazio la mia famiglia che ha condiviso la mia scelta, mia moglie che questa mattina mi ha detto: ‘Sono con te’ ed è la prova più bella di affetto che mi potessi aspettare. Sono qui per trasparenza, innanzitutto. Dopo un’adolescenza difficile, in cui non mi vergogno di dire di aver fatto anche l’operaio, un percorso di studi non particolarmente brillante, sono stato trent’anni alla Nazione, dove sono stato assunto nel 1987. Ora mi candido per una esperienza civica alla guida di due o tre liste espressione del civismo e con il probabile appoggio dei partiti. Lascio, insomma, un ruolo importante e dove sarei potuto rimanere. Ma ho deciso di buttarmi e di metterci la faccia. Solo oggi, dopo l’aspettativa, mi sento libero, però, di parlare di me e della mia sfida”.
“Non è vero – spiega entrando subito nel vivo delle polemiche – che ho usato il giornale per motivi politici. Ho sempre dato spazio a tutti e lo possono confermare anche esponenti del centrosinistra. Tutto il resto non mi interessa, c’è da parlare di Lucca e di programmi. D’altronde non mi candido contro qualcuno perché serve un modo nuovo di fare politica e amministrazione. Conoscere la città a fondo non basta. E per questo lancio un appello ai cittadini che hanno voglia di riscatto, a chi è deluso, a chi non si è mai impegnato ed ha voglia di farlo. Lancio un appello al centro moderato e al centrodestra, ai cui valori tengo molto. E dico che ci sarò anche se non raggiungerò l’unanimità dei consensi dei componenti di quell’area”.
In questo centrodestra allargato c’è spazio anche per l’ex presidente del Senato Marcello Pera. Santini, tenendo aperto il canale, accoglie il senso dell’appello del leader di LiberaLucca: “Un appello importante – dice Santini – per il programma e per il riscatto della città. Un iscorso importante e condivisibile in pieno”. E poi c’è l’appoggio dei movimenti civici di cui Santini sposa con favore l’accorpamento in un unico “listone”.
Uno spazio a parte merita il rapporto con i partiti, che Santini vorrebbe non conflittuale nei confronti del civismo di cui è espressione: “Ho chiesto – spiega – sostegno ampio, visione complessiva, competenza, obiettivi, responsabilità e ruoli ben delineati. E’ importante che si sappia chi fa cosa, con quali risorse ed entro quali termini. Perché trasparenza vera è spiegare i progressi delle idee messe in campo e informare i cittadini”.

Il programma elettorale
Il programma elettorale, ovviamente, è work-in-progress, ma Santini lo vorrebbe pronto al massimo per la fine di febbraio “con l’apporto di tutti”. Gli elementi sono quelli cardine della politica del centrodestra classico, portati avanti in questi anni da una, seppur non organizzatissima, opposizione.
Al primo posto c’è il rilancio del centro storico: “La città – dice Santini – è stata svuotata di funzione, con la residenza che la abbandona e una progressiva desertificazione. In questo senso anche il piano strutturale, su cui l’amministrazione dovrebbe frenare invece che approvarlo a ridosso delle prossime elezioni, svuota il centro del suo ruolo per potenziale quello di quartieri che sono solo fintamente social”.
E ancora il potenziamento del sistema dei parcheggi, da quelli esterni alle mura a quello in fieri della Manifattura, la necessità di un progetto serio per Campo di Marte, le politiche per le periferie e i servizi.
Centrale sarà anche il tema della sicurezza: “Bisognerebbe seguire – dice – l’esempio anche di altre città come Verona dove sono previste multe per gli accattoni molesti in centro come in periferie. E occorre alzare la voce contro il continuo arrivo di immigrati. Si può fare qualcosa per respongere l’arrivo di chi non ha i requisiti, ferma restando l’accoglienza di chi fugge da situazioni di pericolo e da guerre”. Santini punta anche sulla trasparenza: “La giunta in carica – dice – l’ha promessa solo a parole. Basti vedere la recente vicenda della polizia municipale o il fatto che la pubblicazione degli atti dura solo 15 giorni sull’albo pretorio”. L’elenco prosegue con il potenziamento dell’utilizzo della polizia municipale, la battaglia contro il degrado e le buche sulle strade e con la difesa delle partecipate “risorsa del territorio” come, in particolare, Gesam e Geal. Il rischio, per Santini, è che tutto finisca nelle mani di Firenze: “Lo stiamo vivendo nella sanità, ad esempio – dice – Si deve lottare, invece, perché all’ospedale ci siano servizi adeguati e non si giochi alla meno sulla pelle dei pazienti”.

Una candidatura “innovativa”
Santini rompe così il ghiaccio, e gli indugi. E lo fa cercando di non scontentare nessuno dei componenti della sua futura coalizione: “C’era necessità credo – dice ancora – di partire senza tergiversare più, dopo che una serie di persone aveva chiesto la disponibilità per scendere in campo. Ecco allora che io mi candido sindaco e spero che tutti gli altri arrivino. Ma non potevo aspettare le dinamiche di movimenti civici e partiti, anche perché sto lavorando proprio per un modello più snello, veloce e nuovo di amministrazione. Credo che alla fine fosse il momento di dare il segnale della mia disponibilità perché i miei tempi non possono essere quelli della politica. Ci sono, mi butto e ci credo. E spero che tutti gli altri arrivino”.
L’appoggio certo è quello della civica che non ha ancora un nome ma che sta per nascere: “Sarà una lista – spiega – con donne e uomini nuovi, che non hanno precedenti in politica e che siano garanzia di efficienza e novità. Per questo faccio un appello a chi voglia candidarsi in lista, perché non ci sono liste bloccate o già chiuse. E’ questo il momento di impegnarsi e già da oggi sarà a disposizione la email remosantinisindaco@gmail.com per proporsi”. “Da domani – prosegue – girerò frazioni e paesi, anche i più piccoli, per poi dedicarmi ai quartieri più grandi e infine al centro storico. Con coraggio e ottimismo perché Lucca ha bisogno di tornare a crederci con il sorriso sulle labbra e senza ingerenze esterne. Per questo lancerò il primo hashtag della campagna #maicomestavolta. Perché mai come stavolta è possibile cambiare”.

Le alleanze verso il voto e le liste
L’appello di Santini è aperto non solo a chi si è sempre collocato nel centrodestra tradizionale: “Penso di parlare con tutti – dice – Ai delusi del Pd che si sono visti imporre il candidato da Firenze, ma in generale a tutto l’elettorato: a chi non è soddisfatto del Movimento Cinque Stelle e a tutti i settori della città, in special modo a chi non ha votato nelle ultime tornate. I cittadini votano con la loro testa e non penso che ci sia la possibilità di spostare masse di voti solo con un simbolo. A vincere deve essere il programma. Certo, non sono d’accordo con si spara sui partiti a prescindere. Sono convinto che in un progetto di questo genere il civismo debba essere protagonista ma in maniera inclusiva e secondo uno schema ben preciso”.
Le liste civiche dovrebbero essere due: “Una lista di innovazione – dice – con volti nuovi della scena politica: penso anche allo studente, alla casalinga e all’operaio e non necessariamente a una lista di star. E una lista, come quella che unisce le varie esperienze civiche del territorio, di esperienza. Qualsiasi nome, per ora, è prematuro, perché il percorso parte oggi”.
E LiberaLucca? “E’ una realtà importante – dice Santini, che tiene la porta aperta – So che si sta incontrando con gli altri movimenti civici. Ho apprezzato l’appello di Pera e non può rimanere fuori da questo percorso per questo auspico che dia il suo contributo come, e forse di più, rispetto agli altri visto lo spessore del personale. Spero, insomma, che possa aderire nella formula che più riterrà opportuna, specialmente visto il fatto che ha sempre affermato la volontà di rinnovare la politica lucchese con giovani e personaggi nuovi. Anche se non sono d’accordo sul fatto che occorresse fare prima il programma e poi convogliarlo intorno a un candidato”
Il mantra resta quello del programma: “Bisogna partire – ribadisce il candidato – da quello che si viole realizzare. Ovviamente ci saranno intese per la composizione della giunta e gli incarichi, ma tutto parte da un programma serio e concreto: non basta parlare della realizzazione futura degli assi viari, la cui competenza non è solo del Comune, ma delle soluzioni da adottare nel frattempo”. La squadra, poi, dovrà essere capace e competenze per affiancare un sindaco, come si autodefinisce, “digiuno di pratiche amministrative”: “Il segreto – dice – è circondarsi di persone molto più brave di te, senza personalismi, per tornare allo splendore della città, a uno splendore che forse non ha mai avuto”.
Il dialogo è aperto a 360 gradi, anche in vista di un eventuale ballottaggio per il secondo turno: “Se ci sarà qualcuno che non aderisce – spiega Santini – ce ne faremo una ragione. Ma è ovvio che io mi rivolga a tutti, specialmente a chi è scontento di questa amministrazione. Credo che tutti quelli che si candidano con questa o altre proposte non sono soddisfatti dell’attuale gestione della città. Quindi ad un eventuale ballottaggio spero in convergenze affinché Lucca cambi verso”. E l’appello è rivolto sia a chi sta a destra, sia a chi sta più verso il centro, come Tagliasacchi, Buonvento e il presidente del Consiglio Matteo Garzella.

Le critiche alla candidatura
C’è chi ha detto che Santini è troppo vicino alle posizione del senatore Marcucci e della sua famiglia: “Come caposervizio di un grande giornale – dice – ho buoni rapporti con tutti, come è normale in questa professione. Se questo viene scambiato come possibile inciucio non capisco”. Respinta anche l’idea che Santini abbia fatto politica attraverso il giornale: “Ho fatto il mio lavoro – dice – cercando di mantenere l’equilibrio sulle cose da raccontare. Certo, abbiamo fatto anche delle battaglie, ma non perché ce l’avevamo contro questo o quello, ma perché credevamo che alcune scelte non fossero giuste per la città”.
Santini, comunque, non tornerà a lavorare a Lucca in caso di sconfitta elettorale: “Tornerò a fare il giornalista alla fine dell’aspettativa – dice – ma non a Lucca, in un’altra città della Toscana. Questo è quello che ho deciso insieme alla direzione, che ringrazio. Continuerò comunque sempre a sentirmi giornalista, e anzi utilizzerò questo durante la campagna elettorale cercando di scovare le magagne e le cose che non vanno”.

Il finanziamento
La campagna si baserà sull’autofinanziamento dei sostenitori: “Tutto – conclude – sarà molto trasparente con un conto corrente aperto ai contributi dei cittadini e chi ha attività, alla luce del sole. Ma la mia sarà una campagna elettorale morigerata e se riusciremo a trovare una cifra importante destineremo una parte a chi ha bisogno. A fine campagna elettorale, comunque, farò un resoconto trasparente dei finanziatori, quindi chi dona deve sapere che lo fa alla luce del sole”.

Enrico Pace