Picchi: “Educare alle differenze non è abbracciare teorie gender”

31 gennaio 2017 | 11:01
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Picchi: “Educare alle differenze non è abbracciare teorie gender”

La consigliera comunale del Pd e presidente della commissione comunale cultura e formazione difende lo spettacolo teatrale Fa’afafine che andrà in scena al teatro di San Girolamo il prossimo 28 marzo. Contro di esso si sono sollevati genitori e presidente del gruppo consiliare di Forza Italia, Marco Martinelli che ha richiesto al Comune di fermare lo spettacolo. “I principi che stanno alla base delle preoccupazioni espresse da alcune associazioni dei genitori – osserva la Picchi – si basano sull’assunto che la sessualità sia un puro dato biologico e negano l’apporto antropologico all’identità del genere. Per loro la cultura di genere non è neutra in quanto non sostiene la differenza fin dalla nascita tra uomo e donna e, in base a questo principio rifiutano tutta l’educazione di genere. Ma, ci ricorda la sociologa Chiara Saraceno, i ruoli sociali attribuiti in base alle differenze di sesso “non dipendono dalla conformazione del corpo” bensì dal potere riconosciuto alle donne e agli uomini all’interno di una società. Pensiamo solo a quante poche donne ancora oggi raggiungono il vertice delle cariche politiche, amministrative o comunque posizioni apicali nelle carriere direttive rispetto agli uomini in possesso delle medesime competenze”.

“E’ su queste fondamenta – aggiunge – che si innesta la lotta alla violenza alle donne che molte associazioni dei genitori ed alcuni movimenti politici contestano perché per loro derivano esclusivamente da cause sociali e non legate ai ruoli affidati dalla cultura in modo diverso tra maschi e femmine. Fare educazione di genere non significa abbracciare e condividere una teoria gender, dal momento che si tratta esclusivamente di educazione alla parità e al rispetto delle differenze. E’ una metodologia basata sulla relazione corretta, rispettosa delle diversità e tesa a riconoscere l’uguaglianza e, anzi, la ricchezza delle differenze. Anche per lo spettacolo Fa’afafine vengono allarmati i genitori parlando di indottrinamento gender. Fa’afafaine è uno spettacolo teatrale che affronta con delicatezza un tema che viene vissuto in modo doloroso e spesso tragico da molti adolescenti e dalle loro famiglie e sarà sicuramente un’ottima occasione per studenti, insegnanti e genitori per affrontare in tranquillità e in un ambiente protetto come sono la scuola e la famiglia, la delicata tematica delle differenze di genere senza inibizioni e paure. Perché nascondere ed evitare di parlare di argomenti che televisione e social media diffondono quotidianamente in ogni casa? Queste contestazioni non saranno mica alimentate dalla paura che l’eterosessualità possa essere messa in discussione dall’accettazione dell’omosessualità, dopo che, nel lontano 1990 la stessa Organizzazione Mondiale della Sanità l’ha riconosciuta come una “variante naturale” del comportamento umano e non certo come una condizione patologica? Le preoccupazioni che stanno alla base del riconoscimento di una parità dei diritti per le persone eterosessuali e omosessuali nascondono e richiamano spettri che limitano l’apertura di una comunità sempre più disponibile a riconoscere l’uguaglianza e, anzi, la ricchezza delle diversità”.