Pd, scissione sempre vicina. Baccelli: “Non capisco”

19 febbraio 2017 | 20:02
Share0
Pd, scissione sempre vicina. Baccelli: “Non capisco”

Scissione o non scissione? Neanche l’assemblea nazionale scioglie gli ultimi dubbi, dopo una giornata di interventi e dichiarazioni che, a seconda del tono, hanno fatto pensare prima allo strappo della sinistra del partito, poi a un possibile accordo, infine alla rottura ormai imminente. Si deciderà, forse, entro la direzione convocata per la giornata di martedì. Intanto il segretario Matteo Renzi, ex presidente del Consiglio, si è dimesso dall’incarico di segretario, aprendo di fatto il congresso del partito. E se in un primo momento si è pensato che fossero le primarie aperte, proposte da Emiliano dopo la richiesta di una conferenza programmatica per decidere i temi su cui il partito si dovrà impegnare nei prossimi mesi, tutto potrebbe cambiare nelle prossime ore. La triade Rossi-Emiliano-Speranza, infatti, sembra addossare all’ex premier la volontà dello strappo.

I renziani fedelissimi della Lucchesia commentano con ironia l’esito della giornata assembleare. Lo fa il senatore Marcucci, che parla di “avanspettacolo” di Emiliano, Rossi e Speranza, dopo aver lanciato la sfida delle primarie a favore di Renzi.
Più compiuto il commento del consigliere regionale Stefano Baccelli: “Sono reduce dall’assemblea nazionale del Pd- commenta su Facebook – e mi ritrovo con un sentimento ambivalente. Da un lato sono confortato dal tenore del dibattito, dalla serietà degli interventi, dalla tensione emotiva che li ha caratterizzati. Tanti appelli all’unità ed al rispetto reciproco; tra i più intensi quelli di Fassino e Veltroni, non esattamente due yes men renziani. Ho sentito un’assemblea che si è stretta attorno ad un’idea, non ad un segretario. Un’assemblea che nella sua stragrande maggioranza ha difeso un progetto, quello del partito democratico e rivendicato le sue ragioni fondative, la sua natura identitaria”.
“Dall’altro – spiega – sono rimasto deluso dalle argomentazioni che per la minoranza ha espresso Epifani, che ho ascoltato con attenzione e senza pregiudizi. Legittime critiche al governo Renzi su scuola, lavoro, legge elettorale, ma poi? Quali ragioni cosi esiziali dal giustificare una scissione, cioè l’unilaterale abbandono di un progetto comune? Quali motivi così ostativi dal negare la possibilità di confrontare le diverse idee in un serio dibattito congressuale? Buio assoluto. Solo un’affermazione di “non contendibilità della segreteria” qualora non si allunghino i tempi del congresso. Dovrei quindi pensare che si abbandona il Pd e si condanna una comunità alla divisione solo per una questione di calendario? Mi pare impossibile, ma questo è stato detto e non altro. Non ho sentito progetti alternativi, proposte quantomeno abbozzate. Continuo a sperare che non si realizzi alcuna scissione. Che il buon senso e le ragioni dello stare assieme prevalgano. In caso contrario mi auguro che chi ci abbandona riesca a far capire al popolo che afferma di rappresentare quel che io quest’oggi non sono riuscito affatto a comprendere”.