
Piano strutturale, il consigliere comunale di Governare Lucca, Piero Angelini ha lasciato oggi (27 febbraio) i lavori in consiglio comunale, proprio all’esordio del voto, dichiarando di non parteciparvi. Una scelta motivata apertamente all’inizio della seduta di oggi dallo stesso consigliere che non ha risparmiato le critiche al nuovo strumento urbanistico in sé, all’informazione che ne è stata data, e all’atteggiamento della maggioranza.
In particolare Angelini non ha gradito l’appunto fatto dalla consigliera comunale del Pd, Valentina Mercanti, che venerdì sera, con un post, aveva rivolto una critica ad alcuni esponenti dell’opposizione, sostenendo che tra le osservazioni ne figurano tanto di “mogli, parenti” o amici di consiglieri di minoranza. Non è, ovviamente, solo questo che ha convinto Angelini ad astenersi dal voto sul piano, che durante la discussione ha criticato sotto molteplici aspetti, da quello procedurale – riferendosi ai lavori della commissione – al piano del contenuto.
Di sicuro l’osservazione della Mercanti non è andata giù al consigliere comunale. “Sul finire del dibattito in Consiglio, infatti, quando stavamo presentando e illustrando le ultime osservazioni, fondamentali, di Clara Mei – spiega Angelini la maggioranza, per la prima volta, è intervenuta ed ha preteso che si desse lettura anche, tra le tante che erano rimaste, di due osservazioni, poco significative, ma che, evidentemente, qualcuno sapeva provenire da parenti di un consigliere di opposizione, cosa che anch’io ho capito quando questi si è correttamente allontanato dall’aula. Ieri una consigliera autorevole della maggioranza, che, nei quattro giorni di dibattito non aveva mai pronunciato in Consiglio neppure una parola, si è permessa di riprendere e criticare un tale episodio artefatto, stigmatizzando ‘la posizione delle opposizioni’, che avrebbero imposto al Consiglio, per analizzare le osservazioni, ‘quattro giorni di dibattito’, per poi scoprire, da parte sua, ‘che tra alcuni osservanti ci sono sorelle, mogli, parenti di consiglieri comunali…’. Un’affermazione gratuita – aggiunge Angelini -, dal momento che presentare un’osservazione è un diritto dì tutti i cittadini, abbiano o non abbiano parenti in consiglio comunale, per di più dell’opposizione. Un rapporto, quest’ultimo, che non li aiuta affatto, forse addirittura li pregiudica, come dimostrato, poi, dagli esiti delle osservazioni citate. Un tale giudizio desta, però, la mia indignazione, dal momento che noi dell’opposizione, proprio per il rispetto dovuto al Consiglio, avevamo rinunciato a denunciare in tale sede, episodi poco chiari di possibile conflitto di interesse, politicamente ben gravi, quali quelli dell’assessore Mammini e del sindaco Tambellini”. Conflitti di interesse di cui Angelini entra nel dettaglio tirando in balllo parenti del primo cittadino e dell’esponente di giunta, come già succeso in passato e su cui, semmai, si pronunceranno aule diverse da quella del consiglio comunale.
“Per tutti questi motivi, sia generali che particolari – spiega Angelini – non ci sentiamo di seguire Cantini e Battistini, che, in polemica con Santini, celebrano il piano strutturale che oggi il Consiglio voterà, come il migliore possibile e ne attribuiscono la paternità a Tambellini, che lo avrebbe realizzato in coerenza con tutta la sua battaglia contro le storture della politica urbanistica delle precedenti amministrazioni, a cominciare dalle sue ultime denunce contro gli sforamenti delle quantità residenziali dell’amministrazione Favilla. Le cose non stanno così. Falso, infatti, che Tambellini, nel precedente mandato elettorale, abbia mai denunciato gli sforamenti delle quantità residenziali avvenuti nelle Utoe; lo abbiamo fatto noi, di Governare Lucca, per la prima volta, all’inizio del precedente mandato amministrativo, seguiti soltanto, circa due mesi dopo, dall’allora consigliere Marchini, specialista nel presentare interpellanze clandestine, dirette soltanto a vantare, successivamente, meriti impropri per la sua carriera politica; Tambellini, anzi, ha appoggiato la giunta Favilla, anche nel dicembre 2010, quando questa ha ricominciato a rilasciare permessi a costruire persino nelle Utoe dove si era sforato, di cui naturalmente, come detto sopra, ha beneficiato largamente il paese di Sant’Alessio; e, dopo la nostra denuncia alla Procura – attacca ancora Angelini – ha fiancheggiato Favilla nel sanare l’illegittimità di tali permessi con la variante al regolamento urbanistico del 2011; persino sul Parco di Sant’Anna, Tambellini ha seguito Favilla, nell’agosto 2010, nel perorare la causa del gruppo Valore, riconoscendogli presunti diritti maturati; per tutte queste ragioni (oltre che per il nuovo ospedale e la ristrutturazione dello Stadio Porta Elisa), noi manteniamo le più ferme riserve sulla politica urbanistica portata avanti da Tambellini e da questa amministrazione, perché spesso, come in questo caso, le sue nobili intenzioni, pur apertamente ostentate, sono contraddette dalle scelte concrete da lui fatte, portate avanti, tra l’altro, senza alcun serio confronto, né dentro, né fuori il Consiglio comunale”.
Ma non finisce qui: “Si è presentato come normale – fa notare Angelini – che il sindaco, dopo la presentazione di sole tre delle 411 controdeduzioni alle osservazioni presentate, venisse in commissione urbanistica per darle i sette giorni, fissando la fine dei lavori al 31 gennaio, termine che neppure il gruppo di lavoro dell’amministrazione ha potuto rispettare, dal momento che circa 100 controdeduzione sono state presentate in commissione solo il 25 gennaio, quasi duecento il 2 febbraio”. “Normale – aggiunge Angelini – è stato ritenuto che la commissione urbanistica, che doveva vagliare le controdeduzioni, non abbia mai più visto il sindaco, due sole volte e per pochi minuti, l’assessore Mammini, che non ha mai preso comunque la parola su nessun argomento; che gli uffici lavorassero poi affannosamente in altre stanze lontane per rispettare il diktat del sindaco, senza curarsi, se non a pressante richiesta, dei lavori della commissione e del possibile contributo dell’opposizione. Normale è stato considerato poi che i gruppi di opposizione, ingannati dalla garanzia data dalla Mammini di un dibattito, in Consiglio, ampio e senza limiti, abbiano spontaneamente ridotto a 180 minuti il tempo di circa 2mila a loro spettante per il regolamento consiliare; e che, fidando nel suo senso di responsabilità, la giunta, come succede sempre prima di ogni argomento da lei sottoposto al voto dell’aula, illustrasse brevemente, per rispetto dei diritti dei cittadini che le avevano presentate, le loro osservazioni; costringendo così l’opposizione (sostenuta in verità sul punto dal presidente della commissione urbanistica Pagliaro), di fronte al silenzio irresponsabile della giunta, a utilizzare il suo tempo contingentato, per fare quello che la giunta era obbligata giuridicamente e moralmente a fare, di leggere cioè il contenuto del maggior numero delle osservazioni, e la risposta della giunta, che riteneva invece sufficiente che i cittadini ricevessero dall’amministrazione una comunicazione redatta dagli uffici, mai vagliata dal consiglio comunale. Del tutto normale, ancora, che il sindaco, l’assessore Mammini e la maggioranza (a parte i due consiglieri Ghilardi e Moriconi e l’aggregato ex Cinque Stelle Pini, che si sono cimentati in penosi tentativi di difesa di ufficio), non abbiano preso mai la parola – va avanti Angelini -, se non quando il sindaco, infastidito dalle critiche dell’opposizione, è intervenuto, sbottando, per rimproverarci di non alzare il tono del dibattito, come lui invece intendeva fare, ma di limitarci a discutere soltanto di argomenti di modesto rilievo, come le Utoe, la perimetrazione, il dimensionamento; quando gli abbiamo risposto, con tono mite, che evidentemente non conosceva la legge urbanistica regionale, che prevede, appunto, che Utoe, perimetrazione e dimensionamento costituiscano l’essenza del piano strutturale, ha chiesto irritato di far parlare, neppure il progettista, l’ingegner Antonella Giannini, ma un suo consulente di fiducia; proposta da me respinta, dal momento che un consulente del Comune può essere chiamato a chiarire alcuni aspetti tecnici di una proposta di delibera, non certo a sostituire un sindaco politicamente ignorante; del resto, ho aggiunto, nella mia discreta esperienza di governo, quando dovevo presentare leggi e programmi alla Camera o al Senato, mi leggevo bene i dossier e, contestato dall’opposizione, non mi è mai venuto in mente di farmi sostituire da un consulente, seppur prestigioso”. “Normale poi – conclude Angelini – che di fronte alla nostra precisa documentazione, tramite ortofoto e apporti fotografici, contenuti in 180 slide proiettate in Consiglio, che dimostravano che la giunta aveva trasferito impropriamente, almeno 500mila metri quadrati di territorio rurale (dunque del tutto inedificabile, salvo speciali procedure di pianificazione) entro il perimetro del territorio urbanizzato, il sindaco e l’assessore Mammini abbiano ribattuto, mercoledì scorso, che la giunta (non la Marson con la sua legge) ne aveva però recuperati un milione di metri quadri, come avrebbero facilmente documentato il giorno dopo, cosa che poi, oberati dai loro impegno, si sono dimenticati di fare”.