Del Ghingaro: dirigenti Pd Viareggio portano a fondo partito

Prosegue lo scontro fra Giorgio Del Ghingaro e il Partito Democratico di Viareggio. A nulla è servito, finora, l’intervento diretto di Matteo Renzi e la situazione si sarebbe ulteriormente incrudelita dopo il sostegno del sindaco di Viareggio a Enrico Rossi e al nuovo Movimento dei Democratici e Progressisti: “È stato come levare il tappo in un lavandino pieno d’acqua: si svuota gorgogliando, facendo brutti rumori e lascia sul fondo lo sporco – è questa la metafora di Del Ghingaro – Uso questa metafora casalinga per descrivere il Pd di Viareggio dopo la mia dichiarazione di sostenere Enrico Rossi e quindi di chiudere definitivamente la pantomima che avevano messo in atto in questi due anni rifiutandomi la tessera, facendo opposizione in consiglio e votando insieme alla Lega (roba davvero da brividi)”.
“Opposizione sterile e senza proposte – spiega Del Ghingaro – solo concentrata su attacchi personali, a tratti davvero beceri e maleducati. Essendo un non iscritto, per volontà espressa del Pd stesso, ho deciso di dare una mano ad Enrico Rossi, una persona che stimo e che porta avanti un’idea della politica nella quale mi riconosco. Non mi sento uno scissionista per il semplice fatto che non mi sono scisso da nessuno, visto che ero e sono libero da impegni di partito. Non credevo di dar noia a nessuno. Noia l’avevo già data nel 2015 a Viareggio quando prima mi candidai e poi vinsi le elezioni senza appoggio dei partiti, con cinque effervescenti liste civiche. Ora, da sindaco, mi sto impegnando alla morte per rimettere a posto una città distrutta anche dal Pd viareggino il quale, invece di aiutare ad incollare i cocci di un vaso che ha contribuito a rompere, li pesta e li fa ancora più minuscoli, per impedire a quel vaso, di rifarsi bello come quando era intero”.
“Pensavo quindi – prosegue il primo cittadino – di aver fatto un favore ai maggiorenti PD versiliesi ad essermi levato di torno, per evitar loro di discutere se darmi o non darmi la tessera, per averli messi di fronte platealmente alla loro sconfitta, al disastro politico che hanno fatto in questi anni a Viareggio. Invece no. No. Appena ho dichiarato, stanco e deluso: “E tenetevela quella benedetta tessera, non voglio più neanche ragionare di quello che è stato, confrontatevi su altro e non sul fatto se il sindaco sia o meno legittimato ad essere iscritto, parlate di politica, questa storia per me è durata anche troppo”. Ecco, appena detto questo, nel lavandino ormai svuotato di iscritti e simpatizzanti del Pd viareggino, togliendo definitivamente il tappo Del Ghingaro, si sta assistendo increduli a prese di posizione incattivite, comunicati lunari completamente fuori dalla realtà, accuse o offese quotidiane nei confronti della mia persona e della mia maggioranza. Ma non una parola di politica, lo zero assoluto di proposte per la città. Ecco sta uscendo la poca acqua rimasta nel lavandino, e tra l’imbarazzo e l’incredulità dei simpatizzanti Pd, considerati alla stregua di marmaglia votante, tra rumori e gorgoglii non proprio edificanti, se ne va nei tubi di scarico un partito che a Viareggio aveva una storia, un radicamento, un appeal unici in Provincia, preda ormai di dirigenti superbi e saccenti, occupati solo a nascondere le loro vergogne e le loro sconfitte sotto il tappeto”.
“Dirigenti – spiega ancora il primo cittadino – persi nei rancori personali, nelle lotte interne tra correnti, nelle rabbie post elettorali mai digerite e metabolizzate, perché mai affrontate in faccia, magari discutendone come si faceva un tempo e riflettendoci sopra democraticamente: perché un tempo “la base” aveva un ruolo, ora tre o quattro geni si sbranano per accaparrarsi piccoli poteri e qualche poltroncina qua e là. La politica nel Pd versiliese, è diventata ormai un oggetto sconosciuto. Insomma l’acqua in quel lavandino è finita e sul fondo sono rimaste solo le scorie, le briciole bagnate, una melmetta un po’ untuosa e davvero non bella a vedersi. Fno a che a qualcuno non verrà in mente di dare una bella lavata, con tanto di spugna e detersivo, quel lavandino non riuscirà ad essere pulito”.
“E pensare che sognatori come me (sob, sig, gulp) – conclude – pensavano addirittura che quel lavello, riempito con acqua limpida e pulita, potesse brillare di una politica nuova. Ma ormai tanti, troppi, sanno che così nel Pd di Viareggio non sarà e se ne son fatti una ragione. Nel frattempo: Glu… Glu… Glu…”.