



Molto partecipato il convegno sul gender a Lucca. Oltre 300 persone hanno affollato la sala convegni del complesso San Micheletto per la conferenza dal titolo Gender: progresso o declino? Con Marco Martinelli, capogruppo Forza Italia in Comune a Lucca, Massimo Gandolfini, promotore del Family Day, Maria Rachele Ruiu, portavoce di Generazione Famiglia, e che ha visto anche la straordinaria partecipazione del giornalista e conduttore televisivo Paolo Del Debbio.
Ha aperto i lavori Marco Martinelli che ha evidenziato come “questa conferenza, così partecipata, è una magnifica conferma della bontà del cammino che alcuni mesi fa abbiamo intrapreso qui a Lucca insieme a diverse famiglie e che ha già portato alla presentazione in consiglio comunale di una mozione (bocciata dal Pd) con il preciso scopo di riconoscere ai genitori il diritto di decidere in modo consapevole e responsabile sui percorsi educativi proposti nelle scuole, soprattutto se questi percorsi toccano temi sensibili. Abbiamo aperto un varco – ha proseguito Martinelli – siamo sulla strada giusta, non bisogna fermarsi qui. E’ importante l’impegno quotidiano di ciascuno di noi per continuare ad informare la cittadinanza e, in special modo, i genitori e gli insegnanti circa le criticità che si porta dietro la diffusione dell’ideologia gender, tenuto conto che è oramai dimostrato che essa crea nei bambini solo confusione e disorientamento. Questa azione di informazione – ha concluso Martinelli – va intensificata fin da subito, dal momento che è prevista anche qui a Lucca, a fine marzo ein orario scolastico, la rappresentazione dello spettacolo Fa’afafine che ripropone il modello in base al quale un bambino possa sentirsi a giorni alterni maschio e a giorni femmina”. Il promotore del Family Day Massimo Gandolfini ha spiegato che “l’ideologia gender sostiene che il dato biologico è indifferente nella costruzione del ruolo sociale relazionale dell’individuo e teorizza il seguente principio “io sono ciò che mi sento di essere e che desidero e scelgo di essere”. “Questa visione – ha proseguito – è semplicemente utopistica e sconfessata dalla stessa neuroscienza contemporanea. Nessuno di noi può prescindere dal proprio corpo e da ciò che il corpo è portatore: ognuno di noi è insieme organismo e intelligenza. Il gender – ha spiegato ancora Gandolfini -, nega anche l’importanza della paternità e della maternità, le qualifica come meri stereotipi, concetti appartenenti ad un retaggio arcaico da superare. Questa affermazione è gravissima perché totalmente falsa: tutta la psicanalisi classica dichiara da sempre l’importanza e l’insostituibilità della figura paterna e materna nella fondazione della identità di ogni bimbo, sin dai primissimi mesi e anni di vita. Per tale motivo – ha concluso – legittimare l’adozione gay e l’utero in affitto è un atto contro la natura umana, è null’altro che il portato di una società che antepone al bene del bambino il primato del desiderio che diventa diritto”. Maria Rachele Ruiu, portavoce nazionale di Generazione famiglia ha aperto il suo intervento incoraggiando tutte le famiglie a vigilare su quello che succede nella scuola e a ricorrere allo strumento del consenso informato preventivo per i progetti scolastici che toccano temi sensibili con un preciso monito ai genitori presenti “Non fate allarmismi ma siate allarmanti”. “Da tutta Italia – ha dichiarato Ruiu – arrivano segnali che a livello locale alcuni comuni e plessi scolastici, facendo leva sulla non discriminazione, sul rispetto, sulla lotta al bullismo e sull’educazione sessuale introducono surrettiziamente la visione gender fluid, cioè l’esistenza di un terzo genere oltre a quello di maschio e di femmina, e l’equipollenza di qualsiasi orientamento affettivo e sessuale. Sappiamo – ha proseguito Ruiu – che anche qui al Lucca è previsto in cartellone il 28 marzo lo spettacolo Fa’afafine. Io l’ho visto e vi posso confermare che questo spettacolo si inserisce a pieno titolo nella strategia di diffusione ideologia gender-fluid. Questo spettacolo veicola anche un’idea di famiglia completamente distorta e deformata dove i genitori sono rappresentati come soggetti privi di autorevolezza, nevrotici e totalmente incapaci di comprendere il proprio figlio. E’ grave e inaccettabile che tutto questo avvenga utilizzando la scuola come cassa di risonanza. I genitori – ha concluso Ruiu – devono prendere coscienza di tutto questo, devono informarsi e informare a loro volta. Abbiamo riscontrato che in tante occasioni i dirigenti scolastici e i docenti sono ignari della pericolosità insita in certi progetti e che una volta informati li ritirano. Questa è una valida ragione perché le famiglie giochino un ruolo attivo e si assumano questo compito per dare concretezza al patto educativo famiglia e scuola”.