
Dopo cultura, turismo e sport, nel terzo convegno organizzato ieri (12 marzo) da LiberaLucca alla Fondazione Banca del Monte si è parlato di due temi di grande attualità come la sanità e la sicurezza. E a farlo sono due personaggi di rilievo nazionale come il generale Mario Mori, già comandante dei Ros ed il cardiochirurgo Francesco Bovenzi.
Dopo una breve introduzione del presidente emerito del Senato Marcello Pera, è stato il generale Mori a prendere per primo la parola, facendo un’accurata analisi delle cause del terrorismo islamico dalla morte di Maometto nel 632 d.c. fino ai nostri giorni. Secondo Mori, se l’Italia, a differenza di altri paesi europei e degli Stati Uniti, “non è stata per ora toccata da attentati riconducibili al fondamentalismo islamico, lo si deve ad una serie di ragioni, sintetizzabili nel fatto che, in primo luogo, il nostro paese manca di un passato coloniale particolarmente significativo, tipico di nazioni come Gran Bretagna, Francia e Belgio, dove vivono, da più generazioni grandi comunità di immigrati dai territori degli ex imperi”. Poi si deve sottolineare – ha spiegato ancora Mori -, che la nostra “polizia ed i nostri servizi di sicurezza, avendo dovuto affrontare in passato fenomeni come il terrorismo brigatista e la criminalità organizzata di stampo mafioso è tutt’oggi considerata una delle migliori a livello di prevenzione e di controllo del territorio, come dimostra il recente caso dell’uccisione del terrorista Amrin. Ciò non toglie che l’Europa dovrà pervenire a politiche di contrasto al terrorismo più efficaci, anche perché l’Isis, pur sconfitta sul campo, continuerà a costituire un pericolo per i nostri paesi ancora per molti anni”.
A parlare delle problematiche della sanità è stato invece il professor Francesco Bovenzi, che ha messo in rilievo come ci sia stata una frattura tra la cittadinanza e le opportunità costituite dall’apertura del nuovo ospedale, probabilmente “causata da una comunicazione inadeguata e da una struttura forse troppo innovativa, che ha portato alla scomparsa dei reparti e delle discipline specialistiche secondo il concetto della centralità del malato”. “Ora – ha detto – bisogna lavorare insieme per cercare di ricomporre questa frattura tra cittadini ed ospedale”. Parlando poi delle recenti polemiche che hanno preso di mira il pronto soccorso, Bovenzi ha affermato come esso rappresenti un po’ l’interfaccia tra ospedale e territorio ed occorra rafforzare quest’ultimo mediante servizi di prevenzione e stabilizzazione della malattia: “Abbiamo però le potenzialità per vincere questa sfida”.
Sono seguiti quindi numerosi interventi, anche di notevole spessore da parte dei presenti, fra cui quelli del dottor Martini, dell’ex consigliere regionale Del Carlo, del dirigente scolastico provinciale Donatella Buonriposi, del consigliere comunale Moreno Bruni, di Massimo Bulckaen, ed altri.
A tirare le conclusioni come al solito Marcello Pera: “Sulla sanità – ha detto – siamo carenti e ciò mette in difficoltà sia l’ospedale che il paziente. Per questo una grande responsabilità è della Regione Toscana, perché se si trovano le risorse per costruire dei bei nuovi ospedali, dobbiamo trovarle anche per farli funzionare. Poi c’è il problema dell’utilizzo di Campo di Marte e qui è l’amministrazione locale che dovrebbe intervenire”. Sul tema della sicurezza e della lotta al terrorismo Pera ha sottolineato che l’Europa non può più contare come nel passato, sull’aiuto e l’intervento degli Usa. In questo senso, qualunque cosa si pensi di lui, l’avvento di Trump è stato un elemento chiarificatore: “L’America non è più disposta a fare lo Sceriffo del mondo; se l’Europa vuole conservare la propria democrazia, la propria civiltà, il proprio stile di vita, dovrà contare solo su se stessa. E dovrà farlo prima di tutto non rinunciando alle proprie radici, senza cioè accettare continui cedimenti e compromessi in nome di quello che viene chiamato ipocritamente multiculturalismo”.