
“L’amministrazione comunale sta per spendere più di un milione e mezzo per Palazzo Guinigi. Ben vengano gli adeguamenti impiantistici, gli interventi strutturali, ascensori, bar, libreria e i restauri dei giardini. Si tratta di ottime cose! Desta invece stupore il tentativo di accrescere il fallito Museo della Città con le ennesime installazioni descrittive, didattiche o virtuali”. A sostenerlo è per Lucca e i suoi paesi.
“Il primo museo virtuale a Lucca – spiega Per Lucca – fu realizzato nei sotterranei del baluardo di San Paolino. Dopo poco la struttura venne chiusa per mancanza di visitatori. Poi venne aperto proprio il Museo della Città a Palazzo Guinigi. Anche quell’esperienza è stata fallimentare ed il museo è stato chiuso per mancanza di interesse. Abbiamo poi un altro museo virtuale alla Casa del Boia, per ora chiuso, ma dal quale nessuna forza al mondo saprà liberarci. A quanto pare si insiste con le installazioni virtuali evitando di fare un minimo di riflessione su quanto avvenuto. Eppure una parte della sinistra aveva un tempo un culto eccessivo proprio per le autocritiche. Evidentemente di acqua sotto i ponti ne è passata tanta. Chi visita una città ha tempo limitato e sceglie i percorsi museali più interessanti e ricchi di opere d’arte. A Lucca i turisti hanno mostrato di voler visitare il sepolcro di Ilaria del Carretto, il Museo della Cattedrale e la Torre Guinigi. Gli altri musei, anche quelli assai ricchi come Palazzo Mansi e Villa Guinigi sono poco frequentati. In generale, chi visita una città tende ad andare a vedere le opere d’arte, non una rappresentazione virtuale, per quanto accurata essa sia. I visitatori di Lucca preferiranno dunque e ci sembra facile da capire, visitare la Cappella del Volto Santo e il Tesoro del Volto Santo, piuttosto che la sala virtuale nel virtuale Museo della Città. Certamente avrebbe un senso, presso il Museo della Cattedrale, avere l’accesso a strumenti informatici che accrescano la conoscenza del Volto Santo e dei suoi straordinari paramenti. Non ha alcun senso una sala virtuale del Volto Santo posta in una parte della città distante dalla cattedrale e dal suo museo. Sappiamo – si legge nella nota – che per il futuro l’amministrazione ha intenzione di obbligare chiunque voglia salire sulla Torre Guinigi a transitare per le sale del museo della città. Si tratta di un espediente per poi sbandierare aumenti di visitatori che sarebbero appunto virtuali come il museo stesso. Il secondo piano verrà poi dato in comodato alla Fondazione Crl, ente i cui interventi non finiremo mai di lodare. Crediamo però che tali interventi dovrebbero condurre alla realizzazione dei progetti culturali del Comune di Lucca. Idee e progetti se ne vedono veramente pochi, eppure abbiamo un Sindaco che occupa da anni anche la poltrona di assessore alla cultura, dopo aver affermato di non conoscere persone più valide di lui per tale ufficio. Noi però stentiamo a capire come il Comune possa non sapere come utilizzare gli spazi museali quando, solo per fare un esempio, una collezione di valore enorme come la Gragnani – Rontani giace da decenni colpevolmente sepolta ed invisibile. Per Lucca e i suoi paesi ritiene opportuno attivare percorsi museali concreti e ricchi di opere artistiche sull’arte moderna e contemporanea, sulla seta e la moda e sulla numismatica. In questo modo l’offerta culturale sarebbe arricchita in modo significativo, cosa che non avverrà con le solite sale virtuali”.