Daouda Ndoye: “Progetti semplici e concreti per riqualificare la periferia”

28 marzo 2017 | 16:45
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Daouda Ndoye: “Progetti semplici e concreti per riqualificare la periferia”

Riqualificazione delle periferie e sicurezza, per Daouda Ndoye candidato consigliere con Lucca Città in Comune serve idee e progetti concreti. Ndoye lo afferma prendendo le distanze da alcune prese di posizione di candidati sindaci al primo confronto che si è svolto ieri sera (27 marzo) a San Vito. “Riqualificazione e rilancio: quante volte, soprattutto in queste tempi piuttosto sospetti sentiamo pronunciare parole come quelle? I soliti professionisti della politica – spiega Ndoye -, poi compiono un passo in più: riescono a dire anche cose come ‘facciamo comunità’, ‘diamo slancio a..’. E la migliore associazione di idee, quella successiva, è un capolavoro da veri volponi: la sicurezza. E così metti che ci sia un incontro pubblico, un’assemblea, o qualcosa dove ci siano tante persone, ai nostri professionisti dello scranno, non resta che parlare in termini molto generici e buttare là le famose e già citate parole chiave. E via con gli applausi magari grazie a qualche collaboratore in fondo alla sala. Parole, tutte parole come sempre”.

“I nostri quartieri e la nostra periferia – prosegue – hanno bisogno di idee semplici, concrete, senza scadere nei giochi di parole. Pensiamo ai quartieri attorno al centro storico, e preoccupiamoci di ridare loro vitalità e socialità, attraverso azioni pianificate. C’è chi ha già gli occhi luccicanti, e le mani che già si strofinano una con l’altra, in attesa di altro cemento e asfalto. Questa è la visione statica e obsoleta di chi pensa di darci ancora a bere che per riqualificare ciò che già c’è, magari logoro e rattoppato, si debba a tutti i costi costruire altri blocchi di cemento da abbandonare a se stessi, finché verrà l’urgenza di costruirne altri. Allora dovremmo ripartire dal riammodernare l’edilizia popolare esistente, dal riconfigurare le aree urbanizzate residenziali, riportando al centro la dignità della persona e la necessità di socializzazione, più che il rinchiudersi nel proprio blocco di cemento, con qualche nuova telecamera. Dovremmo puntare ad avere dei centri culturali, di quartiere, sostenuti dall’amministrazione­ comunale anche grazie ai fondi europei, per aiutare ed assistere le persone. Allora penso a biblioteche e aule studio, a corsi di formazione sulle lingue, sull’informatica, sui mestieri, su certi hobby come la cultura e la lettura. Più ci impoveriamo, non solo nel conto corrente, più rischiamo di scivolare verso un fondo che non avrà mai fine”.