Daouda Ndoye: “Progetti semplici e concreti per riqualificare la periferia”

Riqualificazione delle periferie e sicurezza, per Daouda Ndoye candidato consigliere con Lucca Città in Comune serve idee e progetti concreti. Ndoye lo afferma prendendo le distanze da alcune prese di posizione di candidati sindaci al primo confronto che si è svolto ieri sera (27 marzo) a San Vito. “Riqualificazione e rilancio: quante volte, soprattutto in queste tempi piuttosto sospetti sentiamo pronunciare parole come quelle? I soliti professionisti della politica – spiega Ndoye -, poi compiono un passo in più: riescono a dire anche cose come ‘facciamo comunità’, ‘diamo slancio a..’. E la migliore associazione di idee, quella successiva, è un capolavoro da veri volponi: la sicurezza. E così metti che ci sia un incontro pubblico, un’assemblea, o qualcosa dove ci siano tante persone, ai nostri professionisti dello scranno, non resta che parlare in termini molto generici e buttare là le famose e già citate parole chiave. E via con gli applausi magari grazie a qualche collaboratore in fondo alla sala. Parole, tutte parole come sempre”.
“I nostri quartieri e la nostra periferia – prosegue – hanno bisogno di idee semplici, concrete, senza scadere nei giochi di parole. Pensiamo ai quartieri attorno al centro storico, e preoccupiamoci di ridare loro vitalità e socialità, attraverso azioni pianificate. C’è chi ha già gli occhi luccicanti, e le mani che già si strofinano una con l’altra, in attesa di altro cemento e asfalto. Questa è la visione statica e obsoleta di chi pensa di darci ancora a bere che per riqualificare ciò che già c’è, magari logoro e rattoppato, si debba a tutti i costi costruire altri blocchi di cemento da abbandonare a se stessi, finché verrà l’urgenza di costruirne altri. Allora dovremmo ripartire dal riammodernare l’edilizia popolare esistente, dal riconfigurare le aree urbanizzate residenziali, riportando al centro la dignità della persona e la necessità di socializzazione, più che il rinchiudersi nel proprio blocco di cemento, con qualche nuova telecamera. Dovremmo puntare ad avere dei centri culturali, di quartiere, sostenuti dall’amministrazione comunale anche grazie ai fondi europei, per aiutare ed assistere le persone. Allora penso a biblioteche e aule studio, a corsi di formazione sulle lingue, sull’informatica, sui mestieri, su certi hobby come la cultura e la lettura. Più ci impoveriamo, non solo nel conto corrente, più rischiamo di scivolare verso un fondo che non avrà mai fine”.