Sichi: Tendopoli e campo Rom da superare, ma serve tempo

3 aprile 2017 | 18:40
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Sichi: Tendopoli e campo Rom da superare, ma serve tempo

Immigrazione, campo Rom e marginalità. Sono questi due temi cari all’assessore Antonio Sichi che oggi (3 aprile), a margine della presentazione della lista Sinistra per Tambellini ha tenuto a rispondere ad alcune frequenti critiche sull’operato della giunta negli ultimi cinque anni.

“Sull’immigrazione – apre Sichi in medias res – non ci sto a volgarizzare certe tematiche. Bisogna affrontare la questione con posizioni serie e ricette altrettanto serie perché quella delle migrazioni è una tematica di rilevanza internazionale e non certo locale e non è certo affermando di voler chiudere i confini comunali ai migranti che si affrontano queste questioni”. “Noi è da tempo – spiega Sichi – che abbiamo affermato che l’accoglienza nella tendopoli delle Tagliate deve essere superata. Ma va anche ricordato che Lucca è capoluogo di provincia e sede di prefettura, questo significa che è obbligata alla prima accoglienza. Noi siamo per superare il modello di hub unico che si è creato in provincia di Lucca, ma per arrivarci occorre che tutti i Comuni diano la loro disponibilità all’accoglienza. Qualche Comune, ovviamente, ne fa una questione ideologica ma se tutti facessero il loro compito a questo punto la tensostruttura sarebbe vuota. Dirò di più, se nel frattempo i Comuni che si sono resi disponibili all’accoglienza non lo avessero fatto alla tensostruttura a questo punto di sarebbero 1200 persone. E se per caso Lucca stessa dovesse dichiararsi contraria all’accoglienza dei migranti gli stessi sarebbero comunque alle Tagliate in quanto hub di smistamento”. “E’ evidente – dice Sichi – che queste modalità per noi sono sbagliate e siamo convinti che se non è successo niente in quella situazione è solo perché c’è un gestore che ha delle capacità nell’accoglienza. E’ una scelta, questa, che ci portiamo dietro dalle migrazioni legate alla primavera araba e fatta dalla precedente amministrazione in una situazione straordinaria ed emergenziale. Una scelta inevitabile che presumibilmente avremmo fatto anche noi, ma poi occorreva superare la situazione emergenziale verso situazioni strutturali e finire la logica della tendopoli. Magari con la creazione di due o tre mini hub con un massimo di 50 posti letto, che permetterebbero una gestione migliore e di fare delle progettualità”. “Siamo comunque – conclude – l’unica amministrazione che tutti i mercoledì riunisce un tavolo con le associazioni per i progetti sull’accoglienza dei migranti. Tanto che martedì prossimo parte il progetto di formazione con Cromology per gli interventi di riqualificazione del parco fluviale. Poi penseremo al parco urbano e, perché no, alla pulizia delle zanelle a bordo strada contro il dissesto idrogeologico”.
Sichi non ci sta anche alle polemiche sul campo Rom: “Ricordo a tutti – dice – che chi abita il campo non solo è cittadino italiano ma è anche lucchese con residenza lì. E’ quella la loro casa e quando si dice che il campo andrebbe smantellato tout court bisogna anche ricordare che a coloro che da lì venissero spostati andrebbe garantito un tetto e un’abitazione, salvo rischiare pesanti sanzioni. Questo è quello che dice la legge e quello che dico a coloro che evocano la necessità di sbaraccare il campo senza prevedere valide alternative che siano sostenibili per il Comune. Nel frattempo i numeri nel campo sono notevolmente diminuiti e, se tutto procede come abbiamo messo in cantiere, entro 4-5 anni il campo potrà essere smantellato, lo ripeto, senza spese per il Comune”.
Infine la riqualificazione del Quartiere Giardino a Pontetetto: “Il 28 aprile – ricorda – inaugureremo la riqualificazione. Non solo daremo le case a chi ne ha diritto, ma abbiamo anche costruito un vero e proprio progetto di socialità con una piazza a servizio dell’intero quartiere, un campo di calcetto, un parco giochi per bambini, aree a verde. Quello è l’esempio di come si deve e si può riqualificare un quartiere”. Alla fine dell’intervento nell’area fra case di proprietà, case a canone agevolato o sovvenzionato, ci saranno fra le 150 e le 200 abitazioni per circa 600 persone. “Dopo la riqualificazione – conclude Sichi – spero che la Asl decida che in quell’area sorga il nuovo distretto sociosanitario previsto per la zona sud e già inserito nell’accordo di programma. Sarebbe un ulteriore elemento di valorizzazione per il quartiere, in grado anche di attirare servizi pubblici di primaria rilevanza”.