
“La violenza è quella dei ministri che decidono sulle prossime guerre e sui prossimi morti”. E’ questa la posizione degli antagonisti di Lucca contro il G7 che in serata hanno inviato una nota sul tema: “Ci sarà tempo e modo – scrivono – di fare analisi più approfondite sulla giornata di oggi, ma alcune cose ci preme dirle fin da subito, a chi come un disco rotto vede la presunta violenza dello spingere dietro una rete e non vede la violenza dei ministri riuniti nel cuore della nostra città per decidere le prossime guerre e i prossimi morti, dai paesi Nato fino ai rappresentanti della Turchia del dittatore Erdogan e di Qatar e Arabia Saudita, gli stati che hanno finanziato e armato l’Isis e le altre milizie jihadiste che insanguinano la Siria e le nostre città europee”.
“Oggi – è questa la posizione degli antagonisti – abbiamo rivendicato, con piena legittimità, il diritto a entrare nella nostra città, sottoposta a un’occupazione militare vergognosa. In tutta risposta abbiamo ricevuto a più riprese manganellate e cariche gratuite per più di un chilometro. Ma non intendiamo piangerci addosso, siamo anzi orgogliosi della piazza di oggi, di quella Lucca e di quella Toscana degna che oggi si è messa in gioco, che ha capito che di fronte all’orrore della carneficina che attraversa il nostro mondo, non basta più l’indignazione o un like su Facebook, che ha capito che l’unico modo per rispettare e vendicare i morti innocenti delle loro guerre, in Siria come nelle città europee, è quello di cominciare a far pagare un prezzo a chi quelle guerre le scatena, quelli stessi assassini che si sono riuniti oggi a Palazzo Ducale. Perché il contrario delle loro guerre non è il pacifismo, ma cominciare a fare la guerra a chi ci opprime.
Oggi abbiamo dato questa indicazione con coraggio, dignità e determinazione, e lo rivendichiamo pienamente, con orgoglio”.
“Ringraziamo . concludono gli antagonisti – ancora una volta tutte le persone e le realtà che da Lucca e dalle altre città toscane e che hanno condiviso con noi questa giornata. Non perdiamoci di vista che la guerra per il riscatto delle nostre vite è ancora lunga”.