Vaccini, i genitori per la libera scelta protestano in Senato

14 aprile 2017 | 15:13
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Vaccini, i genitori per la libera scelta protestano in Senato

Continuano gli incontri e le attività del gruppo di genitori Lucca-Versilia che si oppongono alla proposta di legge della giunta Regione Toscana per rendere obbligatorio il vaccino nelle scuole e che dopo essere stata discussa in Commissione sanità dovrebbe approdare all’assemblea regionale per il voto definitivo.
“Al momento – spiegano dal comitato dei genitori Lucca Versilia No obbligo vaccinale – non è dato sapere se la proposta di legge subirà modifiche o il voto sarà richiesto su quella originale che vede l’introduzione dell’obbligo di vaccinare i bambini con 14 vaccini ( obbligatori più raccomandati) come requisito per accedere ai nidi, alle scuole d’infanzia e ai servizi integrativi dell’infanzia. Intanto il dibattito si sta surriscaldando.  Giovedi 13 si è svolta la conferenza stampa al Senato indetta dall’onorevole Zaccagnini (Mdp) a favore della libera scelta e contro l’obbligatorietà delle vaccinazioni alla quale ha preso parte anche una delegazione di genitori lucchesi assieme ai genitori del Comitato toscano, suscitando proteste e reazioni soprattutto da esponenti del Partito democratico, partito che ha depositato al Senato una legge nazionale che vede l’introduzione dell’obbligo come requisito per le scuole di ogni ordine e grado”.

“Noi genitori  per la libera scelta – si legge in una nota -, ribadiamo che non siamo contro i vaccini; tra di noi c’è chi al momento non ha praticato nessun vaccino, chi l’ho ha fatto con tempi diversi rispetto al calendario vaccinale, chi lo ha personalizzato scegliendo di farne alcuni e rifiutarne altri. Dato che la vaccinazione è un trattamento preventivo, proposto a persone sane e non è uno stato di necessità riteniamo sbagliato e inefficace puntare sull’obbligatorietà per promuovere le vaccinazioni soprattutto in assenza  di epidemie o emergenze sanitarie; in quindici paesi dell’Europa occidentale, quelli con i sistemi sanitari nazionali in vetta alle classifiche per efficienza ed efficacia, non esiste obbligo di vaccinazione ma lo strumento prescelto è l’informazione e la persuasione. Stupisce tra le altre cose,  l’inversione a 360 gradi della Regione Toscana; ancora oggi, sul proprio portale, si possono leggere le motivazioni, assolutamente condivisibili,, che spinsero l’assessore alla sanità Enrico Rossi, ora presidente, a produrre la legge per il dissenso informato. Ricordiamo – aggiunge il comitato dei genitori – che la nostra regione è tra quelle con  le percentuali più alte di adesione alle campagne vaccinali e che il calo, registrato alla terza dose di esavalente, perché i vaccini cosiddetti obbligatoti tetano, difterite, polio e epatite b vengono erogati assieme al vaccino per le infezioni da Haemophilus Influenzae tipo B e la pertosse,  dell’0,1% rispetto al 95%, soglia indicata come necessaria al raggiungimento dell’immunità di gregge, non verrebbe registrato se noi verificassimo le percentuali alla prima dose dello stesso vaccino. Questo è confermato dall’associazione Comilva (Coordinamento del Movimento italiano per le libertà vaccinali)  che riferisce che un terzo delle richieste di aiuto che a loro provengono sono effettuate  da parte di genitori che denunciano reazioni più o meno gravi dopo aver effettuato la prima dose di vaccino esavalente e per questo motivo la sospendono. I genitori, così come stabilito dalla Costituzione all’articolo 32, sono coloro che hanno il diritto-dovere di scegliere quello che ritengono il meglio per i loro figli. Per questo motivo è incomprensibile  la ratio della proposta di legge  del Pd che di fatto sposta la responsabilità e  il controllo,  dal genitore al legislatore contravvenendo anche al principio dell’autodeterminazione sancito dalla Convenzione di Oviedo. I genitori, invece, proprio per essere in grado di svolgere al meglio il loro ruolo chiedono più informazione e sicurezza sui vaccini. Chiedono di poter personalizzare l’approccio alla pratica vaccinale richiedendo approfondimenti di indagine su quella che è l’anamnesi personale e familiare dei bambini e l’accertamento puntuale di possibili controindicazioni. Chiedono inoltre che sia facilitata la presa in carico delle reazioni avverse da parte delle istituzioni sanitarie  poiché molte famiglie dichiarano di non essere a conoscenza né  dei percorsi da intraprendere per effettuarla né quali debbano essere i soggetti destinatari di tale comunicazione impedendo così un reale monitoraggio del fenomeno. Ricordando poi che l’essere vaccinati non significa essere immunizzati ci chiediamo come il Partito democratico possa pensare di aumentare l’adesione alla pratica vaccinale esercitando la censura e la coercizione. Ieri è stato chiesto dall’onorevole Gelli (Pd) alla presidente Boldrini di impedire la Conferenza stampa in Senato organizzata da Zaccagnini, invece che permettere un dibattito libero e partecipato tra medici e scienziati di orientamento diverso in grado di fornire informazioni necessarie a rassicurare i genitori che esprimono dubbi e timori.  Se poi dovesse passare la proposta di legge che subordina l’aver effettuato le vaccinazioni alla iscrizione ai nidi  e alle scuole d’infanzia i primi che saranno investiti dalle problematiche  politiche, sociali e sanitarie saranno i sindaci e i dirigenti scolastici che si troveranno a discriminare e ad escludere dalle scuole bambini sani esclusi perché  figli di genitori che nel rispetto della legge costituzionale scelgono un percorso di salute personalizzato”.