
“Con Matteo Renzi segretario il Pd andrà a sbattere contro un muro”. E’ quanto affermano i sostenitori della mozione Orlando per il Pd territoriale di Lucca. La capolista Giada Da Prato, Ardelio Pellegrinotti, Maura Cavallaro, Margherita Rinaldi, David Del Prete e Francesca Pacini hanno spiegato i motivi per cui, il 30 aprile prossimo, secondo loro è necessario votare Andrea Orlando per “scrollarsi dalle spalle il recente passato e guardare al futuro”.
“Unità, uguaglianza, sinistra: sono – spiega Da Prato – i concetti di cui finalmente si torna a parlare con Orlando. Noi non siamo contro qualcuno: abbiamo votato sì allo scorso referendum e siamo stati puniti per non essere riusciti a raccogliere le istanze di una fetta importante della popolazione. Oggi vogliamo tornare all’idea di un partito che sappia ascoltarsi e sappia ascoltare, concependo riforme per il Paese che nascano dal basso”. Non più quindi, il partito di Renzi, ma quello di tutti: “La scelta sarà tra la riconferma di un leader ferito, che non ha saputo fare sintesi, e la volontà di vincere le prossime elezioni, per governare”.
I sostenitori di Orlando non risparmiano gli scissionisti: “Le lotte si fanno all’interno del partito, troppo facile fuggire”, né l’altro candidato, Emiliano: “Prima ha minacciato di lasciare il Pd, poi si è presentato”.
Il concetto di fondo, secondo tutti, è che se vincerà Renzi il partito rimarrà isolato: “Non sarà possibile stringere alleanze con le altre forze di sinistra – argomenta Pellegrinotti – ed il partito non riuscirà ad essere inclusivo. Non si corre per vincere e basta, ma per governare: nell’epoca in cui nessuno ha alzato un dito contro la bomba sganciata dagli Usa, noi vogliamo tornare a dichiarare, come Orlando, che l’unico vero strumento è il dialogo. E gli scissionisti non si illudano: in Italia non c’è sinistra senza il Pd”.
Di Renzi viene criticata anche la scelta di aver interpretato il duplice ruolo di Premier e segretario: “Orlando ha detto subito che si dimetterà da ministro – evidenziano Cavallaro e Rinaldi – per dedicarsi esclusivamente al partito. E’ una scelta che denota umiltà e consapevolezza: con l’atteggiamento di Renzi hanno chiuso molti circoli del Pd in tutta Italia”.
Poi l’intervento del giovane (21enne) e battagliero Del Prete: “Davvero vogliamo riconsegnare il partito a chi ha fatto alleanze con Verdini? A chi non ha saputo fare sintesi e a chi scrive una mozione che non fa che riassumere i 1000 giorni del suo Governo? Noi vogliamo un Pd che punti su temi che vedono l’Italia ferma agli ultimi posti, dalle rinnovabili al testamento biologico e che sappia ascoltare le fasce più deboli della popolazione. Orlando non avrà la retorica e la mediaticità di Renzi, ma sa come garantire l’unione del Pd”.
Anche per Pacini, infine, quella del 30 aprile prossimo è “l’occasione per fare la differenza in prospettiva. Con Renzi il Pd è destinato a concludere la sua esperienza, perché ha abbandonato il dialogo ed il confronto nei circoli, per dedicarsi esclusivamente alle tv ed è stato incapace di recepire sollecitazioni e critiche”.
Se però dovesse spuntarla l’ex premier, niente drammi: “Non abbandoneremo il Pd per questo – spiegano in coro i sostenitori della mozione – ma cercheremo di continuare a migliorare il partito dall’interno, fino al suo cambiamento”.