Giorgi (M5S): “Imt, chiarezza su ruolo Fondazione Crl e tesi Madia”

Una richiesta di trasparenza nei rapporti “tra Imt e Fondazione Crl” e un chiarimento sul caso della tesi del ministro Marianna Madia esploso sulla stampa. A chiederlo è la consigliera comunale del Movimento Cinque Stelle Laura Giorgi che va anche oltre, sostenendo che il corso di neuroscienze non abbia niente a che vedere “con la missione statutaria della scuola” che è – cita la Giorgi – “l’analisi dei sistemi economici, sociali, tecnologici e culturali”.
“Questa università pubblica – sottolinea la Giorgi – è strettamente, e da sempre, legata alla Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca, che le ha ceduto. in comodato gratuito, il complesso conventuale di San Francesco, e che la finanzia anche con circa due milioni e mezzo di euro all’anno. Voglio ricordare che la cifra che la stessa Fondazione investirà nell’edilizia scolastica di tutta la provincia e nel recupero d’impianti sportivi di pertinenza degli istituti scolastici nel 2017 è di 3.333.000 euro”.
“Vogliamo, però – prosegue Giorgi – porci un altro problema, ovvero: questi soldi dei lucchesi sono ben investiti? Dobbiamo chiedercelo perché i soldi della fondazione sono i soldi che i lucchesi hanno risparmiato nel corso dei secoli e che dovrebbero essere usati, a rigor di logica, nell’interesse odierno e futuro della città e di tutti i suoi cittadini. In difesa, quindi, dei loro sacrosanti interessi, chiediamo che qualcuno ci spieghi il perché lo psichiatra pisano Pietro Pietrini sia stato nominato, con il sostegno poderoso ed autorevole di Arturo Lattanzi, presidente di Fondazione CariLucca, nuovo direttore di Imt dal novembre 2015 e perché il professor Pietrini abbia subito provveduto ad allargare i campi di ricerca di Imt, inaugurando un dottorato in neuroscienze e creando una corrispettiva unità di ricerca che pare oggi la più grande della scuola. Entrambe queste domande sono cruciali perché esse sono legate a una terza, ancor più fondamentale questione: servono davvero le neuroscienze all’economia delle nostre industrie, localizzate nel settore cartario, e del nostro turismo, incentrato su incomparabili bellezze artisico-culturali? E’ lecito, per ovvie ragioni, avere forti dubbi a riguardo. In ogni caso, questo nuovo dottorato penalizza le risorse e le competenze accumulate in ormai ben 10 anni di lavoro, nei settori tradizionali della scuola, settori nei quali Imt ha spesso acquisito una giustamente, riconosciuta rilevanza internazionale., oltre che nazionale. Peraltro pare anche avere creato una crisi d’identità di Imt. Infatti nel solo dicembre 2016, ben tre professori ordinari di economia, circa un terzo degli ordinari, se ne sono andati in altre sedi, dove peraltro guadagnano lo stesso salario, svolgono 120 ore di insegnamento, invece di 60 come a Imt e lavorano con un numero di studenti molto superiore”.