
Elezioni a Lucca, si assestano le candidature, si sistemano le liste, ma cambiano gli equilibri. E tutto questo contribuisce a rendere ancora più incerta la corsa alla poltrona di primo cittadino del prossimo 11 giugno con il quasi certo decisivo turno di ballottaggio di due settimane dopo.
I candidati, nelle settimane, si sono moltiplicati. Schierati, a partire dalla destra dello schieramento politico ci saranno infatti, se passeranno al vaglio della raccolta firme per la candidatura, Fabio Barsanti (Casapound e Alleanza per Lucca), Marco Santi Guerrieri (Noi per Lucca), Ilaria Quilici (Lega Toscana), Remo Santini (Forza Italia, Fratelli d’Italia, Lega Nord, Siamo Lucca, Lucca in Movimento), Donatella Buonriposi (Lei Lucca, Lucca una Capitale, Rinascimento con Vittorio Sgarbi e altre civiche), Matteo Garzella (Lucca Avanti Tutta), Massimiliano Bindocci (Movimento Cinque Stelle), Marina Manfrotto (Lucca Città in Comune, dove sono confluiti Partito Comunista, Rifondazione Comunista, Possibile e Sinistra Italiana oltre ad alcune associazioni e movimenti di sinistra) e il sindaco uscente Alessandro Tambellini (Pd, Lucca Civica, Sinistra per Tambellini, Lucca per l’Ambiente).
Una congerie di nomi e liste, ognuna con le sue specificità e qualcuna delle quali, con tutta probabilità, non passerà dalla scure della raccolta firme. Un panorama, comunque, parcellizzato in piena linea con il “ritorno” al proporzionale anche a livello nazionale. Una situazione che permette una serie di distinguo rispetto al tripartitismo cui si è assistito negli ultimi anni con Pd, M5S e centrodestra che si sono spartiti in tre le preferenze degli elettori.
La questione è semplice e immediata. Il sistema elettorale per l’elezione del sindaco e del consiglio comunale, con il doppio turno, permette di presentare candidature alternative e di non federarsi in megalistoni in cui si mischiano posizioni differenti fra loro e che poi renderebbero difficile governare il Comune. Ecco che a sinistra del Pd si è deciso, rispetto a cinque anni fa, salvo la civica “Sinistra con Tambellini” con l’ex Sel Antonio Sichi e l’ex Pd Enrico Cecchetti, di presentare una candidatura alternativa a quella del sindaco uscente. A pesare l’esclusione dell’esponente della Federazione della Sinistra al primo rimpasto effettuato da Tambellini quando la maggioranza rimase orfana anche dell’Italia dei Valori. A questo si aggiunge lo scontro che ha portato il presidente del consiglio comunale, Matteo Garzella, a candidarsi in autonomia, incassando l’appoggio esterno di Governare Lucca del professor Piero Angelini. A destra e nel centrodestra i distinguo sono ancora maggiori. Fatta salva la posizione di Casapound, che in questi anni ha fatto attività sul territorio e che vuole coronare questo percorso con l’ingresso in consiglio comunale gli altri candidati hanno voluto rimarcare differenze rispetto alla candidatura “unitaria” del giornalista Remo Santini. Per due di questi, Marco Santi Guerrieri e Ilaria Quilici, il rischio di non arrivare a collezionare le firme necessarie per la presentazione è alto. E non è un caso che, in modi diversi non hanno lesinato nelle ultime settimane appelli all’unità, dichiarandosi anche disposti a fare un passo indietro per riportare al centrodestra la guida del Comune di Lucca. Ricevendo, al momento, un “niet” dalla coalizione santiniana, da una parte per il veto di Fratelli d’Italia, da cui Santi Guerrieri è uscito sbattendo la porta non senza polemiche, dall’altra della Lega Nord. Fra Quilici (Lega Toscana) e Lega Nord Toscana, non è mancata poi una serie di diffide e di polemiche per il legittimo uso del nome che va avanti da settimane e non soltanto sulle pagine dei social network.
A questo si aggiunge la “scissione di centro”, ovvero la candidatura di Donatella Buonriposi con il gruppo di coloro che, fin dalla prima ora, non avevano gradito la nascita di una coalizione con all’interno Fratelli d’Italia e Lega Nord. Intorno alla Buonriposi si sono così uniti parte dei componenti dell’esperimento civico di Libera Lucca di Marcello Pera, gli esponenti di Agenda 2.0 (Bruni, Agnitti su tutti, con Moutier in posizione più defilata), l’associazione Cittadini per Lucca di Luca Nannipieri che ha anche attratto la lista Rinascimento di Vittorio Sgarbi il cui esponente di punta in città è l’ex sindaco azzurro di Borgo a Mozzano, Francesco Poggi. Obiettivo è rafforzare a livello cittadino quell’area di centro che ha fin qui fatto riferimento al Nuovo Centrodestra (ora Area Popolare) ed in parte a Scelta Civica dell’ex ministro Stefania Giannini (poi passata al Partito Democratico di cui è tuttora parlamentare).
Infine c’è il Movimento Cinque Stelle, che con le comunarie ha scelto Massimiliano Bindocci e la lista a suo sostegno come candidato sindaco. L’ex sindacalista Cgil, ora alla Uil, con una breve parentesi da consigliere di circoscrizione per il Partito Socialista a Lucca, potrebbe contare sul voto legato al simbolo pentastellato e anche a un valore aggiunto di consenso personale sopratutto in certi ambienti.
Un quadro incerto, dunque, quello che si va creando, soprattutto dopo che andrà naturalmente scemando l’effetto novità delle candidature di Santini e Buonriposi e, con l’ufficializzazione delle liste, scenderanno in campo in maniera attiva anche i diversi candidati consiglieri. A questo si aggiunga un quadro nazionale e internazionale che non è più quello con cui è partita la campagna elettorale. Già svanito l’effetto Trump (nessuno più dichiara di ispirarsi al presidente degli Stati Uniti e al suo exploit anti-sistema, un motivo ci sarà) e quello del voto per la Brexit (che non ha aperto al momento alcuna breccia sul futuro dell’Unione Europea nel suo complesso), a livello europeo sta lentamente normalizzandosi l’appeal delle forze lepeniste a favore di movimenti centristi (En marche di Macron, ad esempio) che isolano e indeboliscono i partiti socialisti europei, svuotati anche a sinistra da esperienze più radicali.
In questo quadro, nel suo piccolo, si va al voto anche a Lucca. Dove non si escludono grosse sorprese e dove il ballottaggio sembra aperto almeno a quattro possibili candidati. Molto dipenderà (anche) dall’affluenza alle urne. Ma dopo il ponte pasquale si inizia a fare sul serio. E sarà un mese e mezzo tutto da seguire.
Enrico Pace