
“Abbiamo scelto di metterci la faccia, il nostro entusiasmo e tutta la concretezza di cui disponiamo”: interviene così oggi (22 aprile), a margine della presentazione della candidata Cinzia Barabini all’Atelier Ricci, nel cuore pulsante di Lucca. Barabini, avvocato noto in città, ha voluto spiegare nello specifico (dopo che il suo nome era già uscito per il Consiglio comunale, nelle scorse settimane), le motivazioni che suggellano la scelta di sostenere Santini, all’interno della lista civica Lucca in Movimento. Ad affiancarla anche Stefano Caruso, capogruppo in Consiglio comunale a Massa e coordinatore regionale di Toscana Attiva, decisivo con i suoi consigli per il passo compiuto.
A catalizzare l’attenzione – non potrebbe essere altrimenti – è però prima di tutto l’intervento del candidato sindaco sostenuto dalle civiche SìAmo Lucca e Lucca in Movimento e dai partiti Forza Italia, Fratelli d’Italia e Lega Nord. “Questo progetto – argomenta Santini – è fatto di persone nuove, che hanno scelto di impegnarsi in prima persona per cambiare la città in meglio, consapevoli del fatto che non basta limitarsi a criticare. Siamo una composizione eterogenea, che abbraccia tutto il mondo delle professioni. Alcuni ci chiedono se andremo d’accordo con i partiti: la risposta è sì, perché stiamo condividendo da mesi un programma realizzato da gente interessata al bene della città e non ad una poltrona”.
Santini specifica ancor meglio questo passaggio: “Sono stato per 30 anni a La Nazione, di cui ho fatto il capo redattore per gli ultimi 15 – ricorda – ma anche se avevo un lavoro estremamente gratificante ho deciso di rischiare. Mi sono preso l’aspettativa e se perdo andrò a lavorare in un giornale fuori da Lucca. Tutti i candidati delle due liste (32 per ciascuna lista ndr) vivono del loro lavoro: non abbiamo bisogno di postazioni pubbliche per andare avanti”.
Sgombrato il campo dai dubbi residui, Santini entra poi nel merito su alcune questioni spinose: “La nostra è una campagna elettorale che ha come cifre caratteristiche l’ascolto – spiega – e la sobrietà. Mi ferisce sentire ancora qualcuno che dice che tanto saremo come tutti gli altri, ma in fondo capisco la gente. Si sente tradita dopo una decina di anni di immobilismo totale. Le persone sono stufe di non essere ascoltate e di vedere un’amministrazione distante. Se sarò eletto, non mi chiuderò nel palazzo: vogliamo davvero cambiare il volto di questa città, incidendo su tutti e 15 i punti del nostro programma, dalla sicurezza alla sanità, passando per i giovani, dimenticati dall’attuale Giunta, ai temi che riguardano l’ambiente”.
Santini, conosciuto come il paladino della lucchesità anche per via delle sue pubblicazioni, dice che “non bisogna vergognarsi delle proprie radici e se difendere il nostro territorio significa essere provinciali, come ci battezza qualcuno, allora noi siamo fieri di esserlo”. Il tema è quello della svendita della città a Firenze: “Noi non perderemo Gesam – continua – né la nostra autonomia decisionale. Lavoreremo col sorriso, perché la gente ha bisogno anche di speranza e perché Lucca si merita di più”.
Barabini, molto sensibile alle problematiche sociali, afferma invece di “non condividere l’attuale immobilismo e di avere scelto di candidarsi perché non ci si può limitare a criticare”. La candidata parla poi di un centro storico abbandonato a sé stesso, così come di quartieri di periferia da riqualificare al più presto. “Con molta umiltà – prosegue – sapendo che ho molto da imparare ma che questo rappresenta per me uno stimolo invece che un ostacolo, mi sono candidata nella lista Lucca in movimento con Remo Santini. Di lui ho sempre ammirato il trasporto e l’entusiasmo con il quale ha parlato della città e tutto questo lo ritrovo nella sua candidatura a sindaco. Santini non risponderà a giochi e giochetti politici, quelli che allontanano i cittadini dalle urne, ma sarà davvero un primo cittadino, un “primus inter pares” sempre disponibile e che non farà come tanti altri suoi predecessori che hanno promesso cose e atteggiamenti che non hanno mantenuto”. Infine il giudizio di un esterno, come Caruso: “Lucca è una delle poche città che possono salvare la Toscana dal degrado e dall’abbandono – la sua analisi – ma per questo c’è bisogno di persone come Cinzia e Remo, grandi professionisti vogliosi di mettersi in gioco per il bene comune”.
Paolo Lazzari