
Lucca Città in Comune condivide le critiche rivolte al piano strutturale dalla consigliera Bianchi nella seduta del consiglio comunale di ieri sera. “Rongraziamo la consigliera – si legge in una nota – per la battaglia fatta per modificarlo in modo significativo. Riconosciamo anche il ruolo di opposizione dei consiglieri Lenzi e Angelini, pure da posizioni politiche diverse. Purtroppo si è trattato di un’azione inutile, perchè questa amministrazione è stata impermeabile a qualsiasi osservazione e richiesta, sia dei consiglieri, che dei cittadini e delle associazioni. Nel valutare il piano strutturale naturalmente partiamo da quella che è la nostra visione: noi siamo contrari a nuovo consumo di suolo, a nuova edificazione e vogliamo che il territorio rurale sia salvaguardato. Nel piano strutturale non si parla di consumo zero, ma di bilancio zero. Non è la stessa cosa: bilancio zero significa che si faranno operazioni di compensazione. Vale a dire che il consumo di suolo non deve essere propriamente interrotto, ma semmai regolato da un meccanismo che lo subordini a preliminari azioni di rigenerazione di aree artificializzate dismesse o sottoutilizzate. E’ evidente come questo dispositivo contrasti con la necessità di riconoscere il suolo come risorsa essenziale (al pari dell’acqua e dell’aria) che come tale non può essere ridotta, senza alcuna riserva”.
“Oggi – prosegue la lista di sinistra per le prossime elezioni comunali – il suolo è diventato un mezzo finanziario: costruisco perchè voglio capitalizzare e mi serve una rendita, anche solo presunta, per chiedere altri soldi alle banche per costruire ulteriori cubature che garantiranno i mutui contratti per costruire. Un circolo vizioso, una spirale apparentemente senza fine. “Se prima la rendita immobiliare veniva contrastata anche dall’agire pubblico, oggi è diventata il motore stesso dello sviluppo, così si finisce per costruisce indipendentemente dall’utilità”, come afferma Edoardo Salsano, architetto e anima del sito eddyburg.it. Ma nel corso di questi decenni è cambiato anche il modo di costruire. “Assistiamo a un fenomeno di suburbanizzazione, la città è diventata diffusa: sono nati quartieri a bassa intensità abitativa che saturano ogni spazio libero. Capannoni, svincoli, villette con giardino che grattano all’agricoltura e alla natura i residui terreni liberi. Stiamo compromettendo un paesaggio identitario, ma anche una risorsa ambientale. E i rischi non sono solo paesaggisti. “Il suolo è una risorsa multifunzionale” “Produce cibo, trattiene anidride carbonica, regola la temperatura ed è fonte di biodiversità. Servizi ecologici non monetizzabili ma fondamentali per il futuro”. “Continuare a impermeabilizzarlo con colate di cemento e asfalto ha come conseguenza diretta le alluvioni e le frane di questi anni. Un costo di oltre tre miliardi l’anno”. Noi diciamo che occorre concentrarsi sul riuso iniziando a censire l’esistente, dalle aree dismesse agli immobili sfitti, poi elaborare un piano di riutilizzazione per dare una casa a tutti senza sottrarre altra terra al ciclo della natura”.