Trattamenti di fine vita, bocciata mozione Martinelli (FI)

26 aprile 2017 | 20:40
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Trattamenti di fine vita, bocciata mozione Martinelli (FI)

Si è parlato della legge in approvazione sulle disposizioni anticipate di trattamento nel penultimo consiglio comunale dell’era Tambellini, tutto occupato dalla discussione di mozioni presentate dai consiglieri. La mozione è stata presentata da consigliere di Forza Italia, Marco Martinelli, che contesta la struttura della legge dichiarandola favorevole a soluzioni simili all’eutanasia e favorevoli alla morte assistita dell’individuo.

“Riteniamo che il disegno di legge sulle Dat – ha detto Martinelli – debba essere cancellato o sostanzialmente modificato nel successivo passaggio in Senato. Il comito dello stato è tutelare i valori costituzionali fra cui quello dell’indisponibilità della vita umana. Lo stato deve aiutare a vivere e non aiutare a morire, invece nel testo già approvato alla Camera si favorisce e facilita la scelta di togliersi la vita. Si introducono infatti dispositivi che legittimano l’abbandono terapeutico che provocano la morte. Non è previsto alcun incremento di spese, invece, per promuovere le cure palliative. La medicina palliativa offre tutti gli strumenti per proteggere dal dolore e non ha nulla a che vedere con l’accertamento della morte e lo spegnimento delle macchine che continuano a tenere in vita il paziente. L’introduzione del principio di indisponibilità della vita umana, secondo noi, deriva da secoli di civiltà giuridica”.
“Altro punto – prosegue Martinelli – che ci vede contrari è la sostituzione del consenso informato come atto fondante della relazione medico paziente al principio di beneficialità. A questo si aggiunge il rifiuto dell’equiparazione del principio dell’alimentazione e dell’idratazione alle terapie. Rifiutiamo poi la trasformazione del medico da professionista che punta alla salute del paziente in un soggetto ossessionato dall’onere di verificare la comprensione, da parte del malato, delle modalità di esplicitazione del consenso, la costrizione per tutte le strutture ospedaliere, per es. anche quelle cattoliche, a sospendere idratazione e alimentazione assistite, anche qualora siano sostegni vitali non dolorosi in se stessi, atti in ciò coincidenti con l’uccisione eutanasica nella forma passiva; il mancato riconoscimento dell’obiezione di coscienza alle strutture ospedaliere, i cui dirigenti, saranno costretti a cooperare alle uccisioni eutanasiche, anche quando siano totalmente contrarie ai loro principi di coscienza; l’estensione della disciplina alle strutture sanitarie non statali”.
“La mia, la nostra, è una battaglia culturale prima che politica. Occorre unire le forze per contrastare una legge dal contenuto mortifero. Per questo testo è necessario informare le famiglie lucchese del disegno di legge e il pericolo eventuale di firmare il contenuto delle Dat e in questo senso va il contenuto della mozione”.
Ribatte il capogruppo del Partito Democratico, Francesco Battistini: “Affrontare questo tema in consiglio comunale in questo modo è riduttivo – afferma – E comunque quello presentato è un testo invotabile e inaccettabile in certi punti. Per quanto mi riguarda, invece, il testo di legge è ancora troppo lassista, laddove lascia ancora discrezionalità al medico. Quello che si affronta è un argomento che mi ha colpito da quando ho visto soffrire troppa gente e sfinirsi di dolore, anche se sono convinto che sia necessario qualcosa. La legge è un modo per diminuire la burocrazia e dà maggior spazio all’alleanza fra medico e paziente. Si introduce inoltre il potere di revoca al consenso al trattamento. Non vedo questa eutanasia mascherata, vedo una forzatura, posizioni elettoralistiche da parte del consigliere Martinelli. Alimentazione e idratazione, inoltre, sono già ora trattamenti sanitari. Bisognerebbe semmai fare un momento di riflessione dopo l’elezioni per il confronto con la cittadinanza. Io, personalmente, credo che ci sia un diritto a farsi vivere o farsi morire mentre con questa mozione mi sembra che si voglia negare all’individuo di scegliere”.
Per il consigliere di Lucca Civica Petrone “uno stato deve rispettare tutte le culture. Per me il testamento biologico è un atto di civiltà, trovo indegno che si debba andare in Svizzera a spendere 30mila euro per morire dignitosamente. Occorrerebbe più tempo per affrontare questo argomento, che posto così mi vede contrario alla mozione proposte dal consigliere Martinelli”.
Dubbi anche dal consigliere di Noi per Favilla, Angelo Monticelli: “Quando un amico e un familiare – racconta – ti chiede di essere aiutato a morire, sostanzialmente afferma che ha rinunciato a vivere. E’ sua la scelta di rinunciare alla vita. Certamente la legge in itinere andrà modificata ma dobbiamo essere molto attenti per un tema così delicato. Sarebbe giusto un coinvolgimento maggiore di tutti ed adoperare anche un po’ di filosofia”.
Lungo e circostanziato l’intervento della vicesindaco e assessore al sociale Ilaria Vietina: “Una questione come quella che viene affrontata questa sera non può essere lasciata nella ambiguità e senza adeguate informazioni. Per questo a mio parere occorre esplicitare alcuni punti della proposta di legge. Quanto al consenso informato viene ampliata in ogni momento la possibilità del paziente di dare il consenso. Si aumenta anche la possibilità di ricevere o meno il consenso o di delegare, sempre tenendo presente la figura del medico che ha sempre come primo compito di non nuocere al paziente e di essere sempre onesto con lui. Per questo il diritto all’informazione viene declinato in ogni momento del percorso, in sede di diagnosi e di singoli trattamenti. In nessuna parte si fa riferimento a pratiche di tipo eutanasico. Non esiste l’abbandono terapeutico, tutto viene definito all’interno di quelle che sono le pratiche riconosciute. E’prevista la terapia del dolore e la sedazione profonda. Si parla di rispettare la dignità della persona. Il morire è un momento molto importante dell’esistenza che merita attenzione, rispetto e dignità. Su questi temi siamo chiamati a un impegno molto serio”.
Martinelli replica a chi si oppone al suo testo ribadendo che la mozione non è stata presentata per finalità elettorali. Tutto si incentra sul tema del consenso informato: “Il testo infatti – dice – prevede che il trattamento potrebbe essere iniziato senza il consenso solo nei casi previsti dalla legge. Consideriamo poi un passaggio importante anche il discorso della idratazione e della nutrizione che non possono essere considerate forme di trattamento ma sono sostegni indispensabili alla vita del sano e dell’ammalato. E’ noto a tutti che a sua interruzione conduce alla morte fra atroci sofferenze”.
Ai dubbi di Ghilardi (Lucca Civica), che si asterrà dal voto (“Sembra una iniziativa elettorale molto simile a quella del convegno organizzato sulla teoria del gender”) Martinelli ribatte ancora “sfidando” l’assise a gettare la maschera: “La vostra – dice – sembra una forma di paravento per paura di non votare una mozione che dà un preciso significato e una precisa connotazione ai valori ai quali ci si deve richiamare e cui mi auguro che il consiglio si richiami. Faccio un appello all’aula a calare la maschera e a esprimere in una votazione i propri valori senza tener conto degli schieramenti”.
Contrario anche il consigliere del gruppo misto Pini: “Da parte del consigliere Martinelli – dice – si chiede la libertà di rifiutare di utilizzare il servizio mensa o di rifiutare una determinata proposta formativa come nel caso del gender, in questo caso la libertà dove va a finire?”.
Dopo le dichiarazioni di voto (spiccano le astensioni di Ghilardi e Monticelli e il netto no di Petrone, Leone e Reggiannini) la mozione è stata respinta con 13 voti contrari (la maggioranza presente più Pini del gruppo misto), 3 voti favorevoli (Nicola Buchignani, Martinelli e Macera) e tre astensioni di Monticelli, Ghilardi e Ruggero Buchignani.