Da movida a parcheggi, scintille fra candidati

3 maggio 2017 | 06:44
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Da movida a parcheggi, scintille fra candidati
Da movida a parcheggi, scintille fra candidati
Da movida a parcheggi, scintille fra candidati
Da movida a parcheggi, scintille fra candidati

Serata di confronto per i candidati a sindaco di Lucca, ospiti del comitato Vivere il Centro storico, nell’auditorium dell’Agorà. Partecipano però solo in 6: assenti il primo cittadino Tambellini, Marco Santi Guerrieri (Noi per Lucca) e Ilaria Quilici di Lega Toscana (quest’ultima per colpa di un disguido). Ci sono tutti gli altri: Remo Santini, Massimiliano Bindocci, Donatella Buonriposi, Fabio Barsanti, Marina Manfrotto e Matteo Garzella. I candidati, sotto questo profilo, criticano aspramente la scelta di Tambellini di non presentarsi: “E’ una mancanza di rispetto verso la gente e verso noi”, il mantra che ricorre durante il confronto. Gestione della movida, parcheggi e varchi, raccolta rifiuti, LuccaPort, polizia municipale e gestione degli spalti delle mura: questi i temi principali, con qualche escursione libera in tema di mercato ambulante. E, nel finale, c’è spazio anche per scintille che animano un dibattito rimasto fino allora improntato al politically correct.

Ad introdurre la serata è stato Claudio Casotti, che la tocca subito piano, chiedendo ai candidati se intendano trasformare Lucca in una novella Gardaland o se, al contrario, vogliano rispettarne le tradizioni. E, inevitabilmente, l’input è dato dagli effetti della movida sulla vita dei residenti nel centro storico e dal complesso contemperamento di interessi con chi intende divertirsi.
La gestione della “movida”
Tocca al pentastellato Bindocci aprire le danze: “Bisogna capire – afferma – se vogliamo una Lucca fatta solo di uffici e banche o se non ci sia da tener conto degli interessi diversi. L’obiettivo è trovare orari e spazi che consentano di far coesistere mondi differenti. La movida deve essere relazionata: non solo bevute, ma qualità dell’offerta, grazie al patrimonio culturale e artistico. Il rispetto dei decibel? Esistono delle regole e devono essere rispettate. Il decoro? Serve un pattugliamento dei vigili urbani nel fine settimana”.
Buonriposi ricorda che Lucca è un gioiello da tutelare: “Noi diciamo no agli atti di inciviltà, ma vogliamo che la città viva, nel rispetto delle regole. Per fare questo bisogna ricostruire un clima di fiducia tra cittadini e amministrazione, oltre che tra i cittadini stessi”.
Barsanti, invece, entra direttamente in tackle: “Parlare di movida per Lucca mi pare esagerato. Parlerei di no-vida, semmai. Non siamo ad Amsterdam o a Londra: nel centro storico è calata la vita e con essa anche la sicurezza. Lucca è la città della gerontocrazia: il Comitato si arrocca su posizioni spesso esagerate. Fossi sindaco, convocherei un tavolo al quale far partecipare non solo i residenti e i commercianti, ma anche chi fruisce la città, perché Lucca è di tutti. Anche eventi di pochi giorni come Comics, Summer e notte bianca diventano un problema perché manca concertazione. Non vogliamo che Lucca diventi Pisa, con la gente in piazza fino alle 4. Noi non siamo questo e ricordiamo che le norme, se sono sbagliate, si possono cambiare. Una città viva porta lucchesi, turisti, lavoro e sicurezza”.
Garzella ritiene che, per la movida, sia necessario mettersi d’accordo sulla visione della città: “Io partirei dalla parola rispetto. Non si possono fare tavoli separati, serve il confronto diretto tra tutte le persone che hanno a che fare con la vita della città: associazioni di categoria e cittadini, allo stesso livello”.
Non si deve pensare, secondo Manfrotto, ad una città devastata dal rumore: “Lucca deve essere vissuta – spiega – e per questo pensiamo ad un servizio navetta notturno, che risolverebbe anche il problema parcheggi. Poi vogliamo aiutare i cittadini ad adeguare le loro case a sostenere il rumore, mediante la sostituzione degli infissi, ove necessario. Per legge, il Comune dovrebbe fare ogni 2 anni una relazione sui livelli acustici in città”. L’intervento però scatena la reazione del pubblico, specie per alcuni passaggi: “Pensiamo di utilizzare asfaltature fonoassorbenti in centro – prosegue – e crediamo possa essere una realtà simile a quelle di Monterosso e Seravezza”.
Poi è il turno di Santini: “Il centro storico sta morendo – afferma – perché mancano sia lucchesi che turisti. I residenti sono scesi sotto le 9mila unità, i negozi chiudono: serve un nuovo disegno strategico. La politica di questi ultimi 5 anni, in merito, è stata fallimentare: anzi, approfitto per evidenziare che il sindaco ha ritenuto questo appuntamento non interessante, così come ci ha scritto il Comitato per mail: mi sembra molto grave. Noi introdurremo il ‘sindaco della notte’, un garante che consenta di vivere il centro all’insegna del rispetto reciproco: dobbiamo far sbocciare nuovamente i giovani ad amare la loro città. La movida a Lucca? E’ un termine esagerato: tutti i fine settimana deve esserci un evento in centro, senza mai andare oltre le regole. Questo si risolve con turni aggiuntivi di vigilanza, ma ricordo che i giovani sani sono la maggioranza. Lucca non può essere una Gardaland, ma nemmeno una Ferrari in garage”.

Parcheggi e varchi telematici
Il secondo slot di interventi concerne la gestione dei parcheggi e dei varchi telematici. In particolare, viene fatto notare, nello specifico, come oggi ci siano 1500 parcheggi per i residenti, a fronte di 5mila permessi concessi per entrare in città. Il che, per tutti i candidati presenti, appare quantomeno paradossale. Fioccano, in particolare, le proposte sugli orari di apertura dei varchi.
Sul punto inizia Buonriposi: “Parcheggi in più? Sarebbe ottimale averne di sotterranei, anche se crea complessità. I varchi? Devono funzionare come stanno facendo sino ad oggi, ma non escludiamo sperimentazioni per comprendere il comportamento dei cittadini. I residenti potrebbero usare anche gli stalli blu, a fronte di piccole tariffe”.
Sui varchi, Barsanti si dice disponibile a sperimentare l’apertura dopo le 23: “E’ utile per i genitori che accompagnano a casa i figli – argomenta – garantirebbe più sicurezza. Va individuata una zona nuova di parcheggi per i residenti e sono favorevole al parcheggio nelle strisce blu di notte”.
Garzella ancora, pensa che la questione implichi la coesistenza di interessi diversi: “Possiamo coniugarli – spiega – realizzando nuove aree di parcheggio, in primis alla ex Manifattura Tabacchi. Così libereremmo alcune strade e piazze dalle auto: questo renderebbe il centro più fruibile. I varchi? Bisogna sperimentare: penso che dalle 18 si possano aprire, anche per una maggiore sicurezza”.
Varchi che verranno mantenuti approfondendo la consistenza dei flussi, secondo Manfrotto. E sui parcheggi: “Chiaro che i residenti debbano essere favoriti, ma bisogna verificare quante macchine possiedono le singole famiglie”. Una considerazione che porta a nuove proteste, da parte di chi fa notare che il regolamento consente soltanto 2 posti per nucleo familiare. “La Manifattura? Non la considererei come luogo per far parcheggiare i residenti”.
Santini propone, nel breve periodo, di realizzare 200 nuovi stalli gialli: “Dietro il Real Collegio, dietro la chiesa di San Francesco ed in cortili oggi usati dall’amministrazione – ricorda – perché serve concretezza. La vera emergenza però sono le multe per chi parcheggia fuori dalle strisce gialle anche se non intralcia il traffico: ci sono famiglie letteralmente perseguitate. Come risolvere la questione? Dobbiamo eliminare i cartelli che sanzionano, creando paradossi. I varchi? L’attuale dislocazione delle telecamere tutela i residenti e scoraggia chi sta fuori dalle mura: ok ad una sperimentazione, ma è necessario valutare una fascia oraria mattutina oltre a quelle serali”.
Il M5S manterrà i varchi aperti: “Dopo una certa ora in centro non si entra – osserva Bindocci – ma su questo comunque faremo un referendum con i residenti del centro, una volta fatta la sperimentazione. Di notte non vogliamo autodromi. Il rapporto tra parcheggi e permessi è una presa in giro: noi abbiamo individuato 2500 posti nel centro storico, che comprende anche un pezzo della Manifattura. Pensiamo al parcheggio ‘ibrido’: un parcheggio  gratuito per i residenti dalla notte alle 8 di mattina”.

L’area degli ex “Vivai Testi”
La terza domanda è relativa alla gestione dell’area su cui ancora insistono gli ex vivai Testi: “Ci auguriamo che vengano smantellati per tornare all’antica conformazione degli spalti”, affermano dal Comitato.
Barsanti confessa di essere favorevole a mantenere l’area a verde: “Va smantellato tutto – osserva – perché da lì si può arrivare un collegamento tra la città e il parco fluviale, smantellando anche il campo nomadi. Va aperta, in questo senso, anche la sortita in Pelleria”.
Per Garzella, ermetico sul punto, “l’area tornerà a verde dopo avere atteso così tanti anni”.
D’accordo anche Manfrotto: “E’ una parte importante del giardino di Lucca. Noi vorremmo anche realizzare dei punti recintati per la sgambatura dei cani”.
Concorda ed integra Santini: “Lo spazio deve rimanere a verde – ricorda – anche se potremmo pensare anche a farci rievocazioni storiche. Ricordo che l’attuale amministrazione aveva proposto di trasferirvi il padiglione dei Games: io penso che i Comics stiano bene dove sono”.
Bindocci invita ad una riflessione complessiva sugli spalti delle mura: “L’area di cui parliamo deve rimanere verde, come il campo Balilla, che non può essere un pantano per mesi”. Chiude il giro Buonriposi: “Chiaro che il verde deve restare per garantire l’uniformità del monumento. Comics e Summer Festival? Hanno un loro impatto, ma non possiamo rinunciarvi perché portano un valore aggiunto alla città”.

Porta a porta ed isole a scomparsa
Il tema successivo è quello dei rifiuti: dalla raccolta ‘porta a porta’ alle isole a scomparse, ritenute ‘fuorilegge’ dal Comitato, così come sono state fatte fino ad oggi. “Ben vengano – spiega Casotti – ma solo se si seguono i regolamenti”.
“Per le isole – risponde Garzella – seguiremo tutto l’iter normativo. L’amministrazione attuale non ha coinvolto i residenti in questo percorso, dimostrando di non rispettare i residenti. Il porta a porta presenta lacune da colmare: implementeremo il servizio di raccolta per evitare l’attuale degrado”.
Manfrotto invece afferma che, se sarà eletta, non farà più isole a scomparsa prima di consultarsi con tutti i cittadini: “Siamo favorevoli al porta a porta – spiega – ma non con i sacchetti attuali. Serve materiale adeguato per questo”.
Santini, che aveva lanciato il dibattito sui social, ricorda che “nuove isole ecologiche verranno realizzate, nel rispetto dei regolamenti. Oggi assistiamo ad uno spettacolo indecente nel centro, con cartoni e rifiuti lasciati fuori in piena mattina. Sistema Ambiente mi ha confermato che si può fare un turno serale dalle 20,30 alle 22, per le utenze non domestiche: lo fanno in tutte le principali città. La raccolta differenziata nel centro storico non funziona: lo dice anche il premio Nobel Rossano Ercolini, leader del progetto ‘rifiuti zero’”. Santini lancia poi l’ipotesi di un’isola ecologica mobile in zone ed orari delimitati.
“I sacchi dell’immondizia nelle vie principali – tuona Bindocci – sono osceni. Una soluzione va trovata e non capisco gli attuali consiglieri che dicono di non accorgersi di nulla. Sulle isole a scomparsa il Comune usa un regolamento del ’94, precedente alla legge di 12 anni. Serve quindi un regolamento che attui la legge del 2006, facendo partecipare i residenti”.
“Ci manca soltanto di vedere i bidoncini per le strade – commenta Buonriposi attaccando Manfrotto -. Dobbiamo continuare con le isole a scomparsa: l’attuale amministrazione ha perso un importante finanziamento, in questo senso. Possiamo farne di nuove, meno impattanti e più tecnologiche”. Poi l’aspetto delle tariffe: “Sono molto alte – ricorda – mentre calandole e risparmiando potremmo rinvestire soldi in modo virtuoso”.
Barsanti parla di “fallimento del porta a porta e di anarchia”, per quanto concerne il centro. “Ho ancora in mente via Fillungo piena di scatoloni grazie a chi ha fatto venire Eataly in centro – commenta -. Serve un ammodernamento dei mezzi: oggi sono rumorosi e vecchi. Vorremmo poi riconvertire le mansioni degli operatori: è certificato che fanno movimenti logoranti, mentre noi li destineremmo anche al controllo del rispetto delle regole”.

Interventi sull’organico dei vigili urbani e loro funzioni
Quindi la discussione si sposta sulla possibilità di aumentare l’organico dei vigili urbani. “Vanno rivisti i loro compiti – interviene Manfrotto -. E sulle assunzioni: è previsto uno sblocco, per cui possiamo incrementarne il numero”. Per Santini serve anche un bando specifico per l’assunzione di nuovi vigili: “Il corpo è sottodimensionato ed esce da mesi di gestione folle – ricorda – e sappiamo come e con quale drammatico ritardo è stata condotta la vicenda relativa ai problemi dell’ultimo comandante. Qui oggi si riempiono i bilanci con le multe, mentre noi vogliamo ridare dignità ad una divisa: vogliamo che il vigile urbano diventi l’immagine della sicurezza cittadina. Per questo intendiamo introdurre un vigile di quartiere, che deve intervenire non solo la sera, ma anche al mattino: possono far rispettare ordinanze anti accattonaggio, ad esempio”.
“Ci sono i margini per assumere 17 vigili urbani in due anni – afferma Bindocci – perché è una vera emergenza. Il rispetto dell’ordine pubblico però non spetta al vigile urbano, che ha tuttavia una funzione di deterrenza”.
Le assunzioni possono anche essere fatte, spiega Buonriposi, ma preme di più che i vigili svolgano esattamente le mansioni a cui sono chiamati: “Si ha la sensazione che questo corpo sia stato lasciato a sé stesso. Devono avere un ruolo educante nei confronti della collettività”. Barsanti ritiene, ancora, che si debba entrare a gamba tesa sulla gestione della Polizia municipale: “Fino ad oggi è stata fallimentare. I vigili non possono fare solo multe, ma anche controllare il territorio. Speriamo che le assunzioni si sblocchino, perché i vigili devono riacquistare una funzione di prossimità sul territorio”.
L’organico attuale non è idoneo anche secondo Garzella: “Il corpo deve tornare a fare da deterrente contro la criminalità e l’abusivismo in genere. Ci sono situazione lasciate all’incuria da anni”. E sulle ultime vicende: “Un amministratore di medio livello non poteva non accorgersi a quello che stava avvenendo all’interno del Corpo di polizia municipale. E’ mancato coraggio, parliamo di problemi accumulati in anni. Dobbiamo ridare orgoglio al corpo: serve un assessore con delega che sappia leggere le situazioni”.

Lucca Port: recupero o abbandono del progetto?
Mercato ambulante: fuori o dentro il centro?
Capitolo LuccaPort: “Sono già stati spesi 5 milioni di euro – ricorda Casotti – e ci chiediamo se sia opportuno andare avanti”.
Per Santini il progetto deve ripartire: “Ci sono già mezzi arrugginiti, uno spreco assoluto. Nel 2012 Tambellini diceva che sarebbe stato un modello di riferimento, ma in 5 anni non sono riusciti a farlo partire. Possiamo far ripartire questo servizio avvalendoci di professionalità che sono state accantonate. Carico e scarico merci? Ci sono ordinanze da rispettare. Assurdo che si siano create aree nel centro per usare questi mezzi e poi non vengano usate. Lucca deve coniugare l’innovazione con la tradizione”. Poi il candidato delle civiche SìAmo Lucca, Lucca In Movimento e dei partiti di centrodestra, si gioca il jolly per affrontare un altro tema spinoso: il trasferimento del mercato ambulante a piazzale Don Baroni. E’ un surplus rispetto ai temi scelti, sul quale poi intervengono tutti. “Parliamo del trasferimento del mercato ambulante nel centro storico? E’ un madornale errore: va valutato il ritorno nel centro, in altra collocazione rispetto a via dei Bacchettoni. E’ un servizio che può rivitalizzare la città. E sui locali storici, come il Caffè delle mura e caffè di Simo il Comune deve andare verso una gestione pubblico privata. Il piano delle funzioni, inoltre, è fondamentale per la gestione del centro storico. La città deserta, specie d’inverno, colpisce molto: una città più viva è anche più sicura”.
Di progetto partito male, tornando a LuccaPort, parla anche Bindocci: “C’è una serie di fallimenti che riguardano il centro storico: noi lo faremo ripartire”. Anche per Buonriposi LuccaPort deve tornare in auge: “Dovremmo capire dove vanno a finire certi finanziamenti: vigileremo su questo”. E sul mercato: “Intanto lasciamolo dov’è e vediamo come funziona. All’interno della città potremmo portare un mercato più piccolo, di maggiore qualità, sostenibile dal punto di vista estetico”.
“Bellezza e trasparenza non appartengono a questa amministrazione – è il punto di Barsanti – perché oggi il mercato in quella collocazione è orribile. Il mercato deve andare nella sistemazione più adatta agli esercenti, che ci campano. Qualità, decoro e trasparenza: questo serve. LuccaPort? Altro fallimento. Le merci dovrebbero entrare con mezzi elettrici in orari prestabiliti. Questo riguarda il decoro, l’inquinamento acustico e la sicurezza dei pedoni. Andrebbe avviato un procedimento per danno erariale all’amministrazione, per i soldi persi”.
Per Garzella LuccaPort è indicativo della politica degli annunci di questa amministrazione: “Promettono senza fare, basta andare in centro per accorgersene. Il mercato? La collocazione è sbagliata nel merito e nei modi: l’amministrazione non ha coinvolto gli operatori nelle scelte finali. La collocazione attuale è marginale e fuori dal contesto cittadino: io mi impegno a prendere ogni decisione con gli operatori. L’area del mercato deve essere più prossima al centro storico: l’opzione Borgo Giannotti non è da escludere”.
“Rivitalizzare un progetto di cui non conosciamo i reali investimenti? Prima va esaminata la questione – commenta Manfrotto – anche se è chiaro che per il centro servono mezzi elettrici”.

Ganasce per gli stranieri che non pagano le multe?
Per il Comitato solo il 27% delle multe comminate a stranieri, oggi, viene pagata. “Abbiamo pensato alle ganasce”, ammette Casotti. “Vogliamo rispettare la legge – afferma Bindocci – ma la ganascia dà un messaggio negativo ai turisti. Dobbiamo dare soluzioni calibrate sui singoli casi: serve proporzionalità”.
Per Buonriposi c’è un problema in più: “Gli stranieri spesso non ricevono le informazioni adeguate. Ok ai metodi più forti, ma non massacriamo i turisti, che potrebbero andarsene con un’immagine negativa della città”.
Barsanti, invece, è favorevole: “Gli strumenti per conoscere le regole ci sono e gli stranieri, come noi quando andiamo fuori, sono tenuti a conoscerle. Se la città si dota di parcheggi adeguati, a maggior ragione, possiamo applicare questa soluzione”.
“E’ una questione di rispetto delle regole – il punto di vista di Garzella -. Applicare le ganasce non è il miglior biglietto da visita per gli stranieri, né il miglior rimedio. Certo, dobbiamo incidere di più sulle informazioni ai visitatori”.
Manfrotto propone, a questo punto, ganasce per tutti: “Se le vogliamo – commenta – mettiamole per chiunque, così da capire cosa significa. Poi servono cartelli in inglese ed informazioni da parte degli albergatori”.
Chiude Santini: “Il problema dei turisti che parcheggiano negli stalli gialli è uguale a quello dei non residenti – afferma – e prima di ricorrere a soluzioni così drastiche andrei a rendere la città multilingue. Mi piace parlare, infatti, di un turismo di qualità: commercianti e residenti devono essere coinvolti per pensare insieme alle soluzioni migliori sul tema”.

L’appello finale e le scintille
Ai candidati, poi, la possibilità di un appello finale. “La gente che è seduta accanto a me – afferma Bindocci – ha portato la città nello stato di degrado di cui oggi si lamenta. A questo punto credo che non possano fare altro che votare per me (sorride). Noi ci proponiamo di essere meno politici e più concreti”.
Piedi per terra per Buonriposi: “La città è ferma, serve una scossa. Al centro del nostro programma ci sono la famiglia e i servizi: ripartiremo da lì e da una maggiore trasparenza. Io ho scelto di uscire dalle logiche partitiche. I problemi di Lucca? Dipendono da come è male organizzata la macchina amministrativa”.
Barsanti rincara: “Vedo poche novità a questo tavolo. Centrosinistra e centrodestra hanno governato e fallito: tra 5 anni saremo qui a parlare degli stessi problemi. Tambellini? Su 10 cose che sbandiera 2 sono vere ed 8 farlocche. L’opposizione è stata assente, in questi anni. Manca una pianificazione della viabilità da 30 anni e manca un piano delle funzioni: i minimarket in centro uccidono il commercio cittadino. A Lucca gli amici del Pd fanno arrivare affaristi”.
Quindi Garzella: “La città va rilanciata, garantendo il rispetto di tutti. Penso al riutilizzo della Manifattura, del Mercato del Carmine e non solo. Bindocci? Non conosce la differenza tra una giunta ed un Consiglio comunale, è impreparato. Mi rammarico che non ci sia stato Tambellini: ha paura di confrontarsi con i colleghi, una cosa mai vista. La gente sceglie in base ai programmi e deve poterli ascoltare”.
Manfrotto invita alla riflessione: “Il sindaco dovrebbe essere indipendente rispetto alle forze che lo sostengono. Cultura, apertura, decoro e condivisione: sono le 4 parole che caratterizzeranno la mia gestione di Lucca”.
Infine l’appello di Santini: “Stasera ha vinto il confronto e sono colpito dalla mancanza del sindaco uscente, un’assenza di rispetto verso la comunità. Bindocci? E’ stato iscritto al partito socialista italiano e dice di essere il nuovo che avanza: ma per favore. Barsanti, che passa come vergine, è stato candidato da indipendente nelle liste del Pdl che sosteneva Favilla. Buonriposi, che mi attacca per il sostegno dei partiti, è stata assessore per il Pdl. Di che parliamo, dunque? Io sono un candidato civico, con il sostegno esterno dei partiti. Poi contano le idee, i programmi e la concretezza delle azioni: solo questo”.

Paolo Lazzari