Lucca in Movimento: “Ex Lazzi, amministrazione inerte e nessuna certezza”

“La vicenda che riguarda le ex Officine Lazzi a Sant’Anna rappresenta uno dei più grandi buchi neri di questa amministrazione”. Lo sostiene la lista civica Lucca in Movimento, che appoggia la candidatura a sindaco di Remo Santini. Il riferimento va all’inquinamento dell’area – acquistata dalla Guinigi Costruzioni srl nel 2004 – causato dalla presenza nel sottosuolo (e, nello specifico, nel terreno e nella falda acquifera) di idrocarburi, tetracloroetilene, benzene, arsenico, piombo, mercurio ed altre sostanze nocive. “Ad oggi – dicono dalla lista – non esistono ancora certezze sulla bonifica dei luoghi, con la conseguenza che la salute della collettività continua ad essere soggetta a rischi gravissimi”.
“I due amministratori della ex Lazzi – afferma la lista civica – sono finiti sotto processo con l’accusa di avere inquinato terreni ed acque, dopo i rilevamenti effettuati da Arpat. Con ordinanza n 1361 del marzo 2013 la Provincia di Lucca impose alla Fratelli Lazzi Srl la bonifica delle acque di falda e la messa in sicurezza: la risposta sull’avvio dei lavori arrivò il 2 dicembre 2013, cioè 243 giorni dopo la notifica del provvedimento. Che la bonifica – fin da subito – spettasse alla Lazzi, venne confermato anche in sede di conferenza dei servizi, il 10 settembre 2013. Seguirono denunce alle autorità competenti da parte di Giuseppe Pardini, titolare della Guinigi Costruzioni srl, alle quali fece da contraltare la totale inerzia del Comune di Lucca, che si è sempre limitato ad “invitare” la Lazzi ad adempiere nei termini fissati, non ritenendo di dover intervenire d’ufficio. Evidentemente il danno provocato alla salute della collettività, ancor prima di quello per un imprenditore locale, non è stato ritenuto meritevole d’interesse da parte dell’attuale amministrazione. “Come si possa non intervenire per anni a fronte di una situazione di elevatissimo pericolo per tutta la cittadinanza, resta un mistero. Di certo una simile inerzia, questa totale incapacità di assumersi responsabilità per tutelare un diritto fondamentale, lascia sgomenti”.
“Una negazione dei diritti – conclude la lista – confermatasi ed aggravatasi ulteriormente nelle fasi successive. Il 10 giugno del 2016, infatti, il Comune ha comunicato che la bonifica dei terreni interessati era terminata. Guinigi Costruzioni ha quindi scritto per Pec a Comune, Provincia, Arpat e Regione, a luglio, novembre e dicembre 2016 e nella primavera del 2017, per sapere – come nelle sue facoltà – se l’opera di bonifica si fosse effettivamente conclusa e se fosse stata eseguita a regola d’arte, chiedendo copia del verbale di sopralluogo: nessuna risposta in tutti i casi, anche se i termini di legge sono ampiamente spirati. Non solo: l’attività di bonifica per quello che concerne l’inquinamento della falda acquifera non è ancora stata portata a compimento e, ad ogni buon conto, mancano i dati di monitoraggio relativi alla presenza degli inquinanti. Analisi assolutamente fondamentali, queste ultime, perché suscettibili di rassicurare la collettività sulla corretta riuscita del progetto di bonifica nel suo insieme: ad oggi, invece, mancano ancora riscontri circa la sua efficacia e la popolazione ignora i rischi attuali per la propria salute”.